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Francesca Rivetti
La galleria BrancoliniGrimaldi Arte Contemporanea, da sempre impegnata nella promozione dei giovani talenti italiani ed internazionali, presenta la prima mostra personale di Francesca Rivetti, artista tra le più interessanti della giovane generazione
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La galleria BrancoliniGrimaldi Arte Contemporanea, da sempre impegnata nella promozione dei giovani talenti italiani ed internazionali, presenta la prima mostra personale di Francesca Rivetti, artista tra le più interessanti della giovane generazione.
Francesca Rivetti presenta in questa occasione undici opere concepite e realizzate nell'ultimo triennio: si tratta di opere singole, dittici e trittici che consentono di comprendere appieno la sua poetica, originale come poche, nel panorama attuale della fotografia non solo italiana.
Rivetti opera su un tema tradizionale come quello del paesaggio, elaborandolo però in una chiave assolutamente individuale: nelle sue immagini domina infatti il cielo, vuoto, una grande campitura cromatica, talvolta resa in colori naturalistici, talvolta resa in cromie e tonalità totalmente inventate. Solo la parte inferiore della composizione riporta alla terra: una sottile striscia di terreno, o il particolare di un edificio, sul quale si stagliano figure intente a camminare, correre, a compiere gesti quotidiani apparentemente privi di significato.
Non a caso il titolo di una serie esposta è “Abbastanza vuoto”, poiché ciò che interessa a Rivetti è l'essenzialità dell'immagine e del suo significato; come scrive l'artista in una sua recente dichiarazione: “Tendo a eliminare tutto il possibile, per arrivare a un equilibrio fra i molteplici dati che ricevo dall'esterno, confusi e sovente distruttivi, inutili. Tengo solo pochi elementi che credo essere importanti”.
Il paesaggio diviene dunque una metafora della realtà, al compimento della quale concorrono anche le figure, che attraverso i loro movimenti, attraverso gli incontri e le distanze suggeriscono una condizione di vita, in una sorta di personificazione del concetto stesso di “presenza”.
Ne è testimonianza un lavoro tra i più recenti di Rivetti, in cui i paesaggi e le figure vengono composti in strisce sovrapposte, fino a trasformarsi in una pura successione quasi astratta di colori e segni, nei quali però è ancora presente e fortemente riconoscibile l'originario dato di realtà.
Francesca Rivetti è alla sua prima personale, ma ha già partecipato a collettive di grande rilievo, come ad esempio “L'idea di paesaggio nella fotografia italiana dal 1850 ad oggi” alla Galleria Civica di Modena e “G/E 2003” alla Fondazione Rebaudengo Sandretto, entrambe nel 2003. In dicembre un suo polittico sarà esposto al MART di Rovereto, all'interno di “Per esempio – Opere dalla Collezione Unicredit di Arte Contemporanea”, a testimonianza del crescente interesse intorno al suo lavoro da parte di importanti collezioni pubbliche e private italiane ed estere.
Francesca Rivetti presenta in questa occasione undici opere concepite e realizzate nell'ultimo triennio: si tratta di opere singole, dittici e trittici che consentono di comprendere appieno la sua poetica, originale come poche, nel panorama attuale della fotografia non solo italiana.
Rivetti opera su un tema tradizionale come quello del paesaggio, elaborandolo però in una chiave assolutamente individuale: nelle sue immagini domina infatti il cielo, vuoto, una grande campitura cromatica, talvolta resa in colori naturalistici, talvolta resa in cromie e tonalità totalmente inventate. Solo la parte inferiore della composizione riporta alla terra: una sottile striscia di terreno, o il particolare di un edificio, sul quale si stagliano figure intente a camminare, correre, a compiere gesti quotidiani apparentemente privi di significato.
Non a caso il titolo di una serie esposta è “Abbastanza vuoto”, poiché ciò che interessa a Rivetti è l'essenzialità dell'immagine e del suo significato; come scrive l'artista in una sua recente dichiarazione: “Tendo a eliminare tutto il possibile, per arrivare a un equilibrio fra i molteplici dati che ricevo dall'esterno, confusi e sovente distruttivi, inutili. Tengo solo pochi elementi che credo essere importanti”.
Il paesaggio diviene dunque una metafora della realtà, al compimento della quale concorrono anche le figure, che attraverso i loro movimenti, attraverso gli incontri e le distanze suggeriscono una condizione di vita, in una sorta di personificazione del concetto stesso di “presenza”.
Ne è testimonianza un lavoro tra i più recenti di Rivetti, in cui i paesaggi e le figure vengono composti in strisce sovrapposte, fino a trasformarsi in una pura successione quasi astratta di colori e segni, nei quali però è ancora presente e fortemente riconoscibile l'originario dato di realtà.
Francesca Rivetti è alla sua prima personale, ma ha già partecipato a collettive di grande rilievo, come ad esempio “L'idea di paesaggio nella fotografia italiana dal 1850 ad oggi” alla Galleria Civica di Modena e “G/E 2003” alla Fondazione Rebaudengo Sandretto, entrambe nel 2003. In dicembre un suo polittico sarà esposto al MART di Rovereto, all'interno di “Per esempio – Opere dalla Collezione Unicredit di Arte Contemporanea”, a testimonianza del crescente interesse intorno al suo lavoro da parte di importanti collezioni pubbliche e private italiane ed estere.
14
dicembre 2005
Francesca Rivetti
Dal 14 dicembre 2005 al 29 gennaio 2006
arte contemporanea
Location
BRANCOLINIGRIMALDI ARTECONTEMPORANEA
Roma, Via Dei Tre Orologi, 6A, (Roma)
Roma, Via Dei Tre Orologi, 6A, (Roma)
Orario di apertura
tutti i giorni 14-20, chiuso la domenica
Vernissage
14 Dicembre 2005, ore 18:30
Ufficio stampa
STUDIO GRASSI & PARTNERS
Autore