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Francesca Rossello – In Dialogo
mostra personale di Francesca Rossello
Comunicato stampa
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“Tutto è iniziato quando mi sono trasferita dalla caotica e insensibile città al paradiso: la campagna pisana.
Tutto quel mondo naturale che ero abituata a percepire costretto dal cemento, era il giardino della mia casa natale, che chiamavo prigione degli alberi, quando mi sono trasferita nel paradiso ho cominciato il mio percorso…. Ho iniziato a vedere.
Oggi abito nell’immensità dei boschi, ai piedi del monte pisano, dove la natura cresce selvaggia e indisturbata, gli unici confini del paradiso sono i muretti a secco che delimitano il territorio.
Mi ritengo fortunata perché non è da tutti vivere nel paradiso, qui ho messo le radici, qui sono cresciuta”.
Il contesto naturale interagisce sempre con la mia poetica che parte da un’osservazione profonda e accurata della natura che mi circonda.
L’uomo contemporaneo sempre più distratto e poco attento ad essa non è più abituato a vedere la sua bellezza ma si limita solamente a guardarla ad occhi chiusi, senza comprenderne il suo valore.
I nostri antenati ritenevano la natura generatrice di vita, un’entità in grado di guidarli nello sviluppo materiale e ultraterreno, legato a quel mondo fatto di riti, miti e magie. La natura era per gli uomini una “madre” in grado di generare persone migliori; oggi tutto questo si è perduto, non esiste più una vera e propria venerazione della natura, che un tempo spingeva l’uomo verso un sentimento spirituale molto più libero.
Le motivazioni che mi spingono ad un’analisi attenta della natura, sono il frutto di osservazioni dirette, il soggetto che analizzo è un albero di Acero. Il mio primo approccio è stato analitico, successivamente da queste osservazioni sono scaturite riflessioni dirette nei confronti della natura e dell’uomo.
In questo mio percorso ho messo in evidenza il confronto tra il linguaggio libero e magnanimo della natura e l’aridità d’animo dell’uomo contemporaneo che sta perdendo le tracce della propria memoria antropologica e l’esperienza diretta con essa.
In tutti i miei lavori cerco di conservare una “resilienza” nei confronti della natura, muovendomi come un archeologo per ricostruire e far riaffiorare quei “segni invisibili” che la natura professa fin dalla notte dei tempi.
In dialogo riporto alcuni frammenti: Il respiro dell’albero dove ho tradotto la sua vitalità comunicativa, apparentemente invisibile (In dialogo con un Acero, 2017); le sculture in argilla sono un’offerta spirituale per un albero d’ulivo(Chrysós, 2018); le fotografie delle foglie nelle quali rendo visibile la traccia del rinnovamento naturale (Riposo naturale, 2019); le cromie del cielo una sequenza fotografica in cui metto in evidenza l’unicità cromatica del cielo in contrasto con la crisi dei rapporti umani (1,618., 2018).
Tutto quel mondo naturale che ero abituata a percepire costretto dal cemento, era il giardino della mia casa natale, che chiamavo prigione degli alberi, quando mi sono trasferita nel paradiso ho cominciato il mio percorso…. Ho iniziato a vedere.
Oggi abito nell’immensità dei boschi, ai piedi del monte pisano, dove la natura cresce selvaggia e indisturbata, gli unici confini del paradiso sono i muretti a secco che delimitano il territorio.
Mi ritengo fortunata perché non è da tutti vivere nel paradiso, qui ho messo le radici, qui sono cresciuta”.
Il contesto naturale interagisce sempre con la mia poetica che parte da un’osservazione profonda e accurata della natura che mi circonda.
L’uomo contemporaneo sempre più distratto e poco attento ad essa non è più abituato a vedere la sua bellezza ma si limita solamente a guardarla ad occhi chiusi, senza comprenderne il suo valore.
I nostri antenati ritenevano la natura generatrice di vita, un’entità in grado di guidarli nello sviluppo materiale e ultraterreno, legato a quel mondo fatto di riti, miti e magie. La natura era per gli uomini una “madre” in grado di generare persone migliori; oggi tutto questo si è perduto, non esiste più una vera e propria venerazione della natura, che un tempo spingeva l’uomo verso un sentimento spirituale molto più libero.
Le motivazioni che mi spingono ad un’analisi attenta della natura, sono il frutto di osservazioni dirette, il soggetto che analizzo è un albero di Acero. Il mio primo approccio è stato analitico, successivamente da queste osservazioni sono scaturite riflessioni dirette nei confronti della natura e dell’uomo.
In questo mio percorso ho messo in evidenza il confronto tra il linguaggio libero e magnanimo della natura e l’aridità d’animo dell’uomo contemporaneo che sta perdendo le tracce della propria memoria antropologica e l’esperienza diretta con essa.
In tutti i miei lavori cerco di conservare una “resilienza” nei confronti della natura, muovendomi come un archeologo per ricostruire e far riaffiorare quei “segni invisibili” che la natura professa fin dalla notte dei tempi.
In dialogo riporto alcuni frammenti: Il respiro dell’albero dove ho tradotto la sua vitalità comunicativa, apparentemente invisibile (In dialogo con un Acero, 2017); le sculture in argilla sono un’offerta spirituale per un albero d’ulivo(Chrysós, 2018); le fotografie delle foglie nelle quali rendo visibile la traccia del rinnovamento naturale (Riposo naturale, 2019); le cromie del cielo una sequenza fotografica in cui metto in evidenza l’unicità cromatica del cielo in contrasto con la crisi dei rapporti umani (1,618., 2018).
23
novembre 2019
Francesca Rossello – In Dialogo
Dal 23 novembre al 07 dicembre 2019
arte contemporanea
Location
A60 CONTEMPORARY ART SPACE (Firenze)
Firenze, Via Ghibellina , 14D/r
Firenze, Via Ghibellina , 14D/r
Vernissage
23 Novembre 2019, h 18.30
Autore
Curatore