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Francesca Vitale – I muffati
mostra personale
Comunicato stampa
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MUFFATI
Mostra e testo di Francesca Vitale
Una fede senza fede
Il mare, scia primaria, la vena cava che fa viaggiare particelle di memoria trasformandole incessantemente in forme differenti. Gli ‘objets à ne pas oublier’, per esempio, relitti bianchi intrisi di sale alla battigia, ‘tesori’, come si diceva da bambini, da cercare a riva dopo una mareggiata; bianchi panni stesi al sole sottratti ad ipotetici naufragi, ad amnesie e afasie…après la pluie, o dopo l’onda. Rimpianti, forse, lacrime di acqua dolce o salata.
Le parole salpano da ‘quel molo’: il nome e cognome (la data e il luogo di nascita), della carta d’identità abbandonata nella sabbia, forse volutamente bruciata. L’identità cerca spaesamento, cerca una sottrazione impossibile al ricordo. Così i déjà vu ritornano, muffati delicati di uve tardive. Aspirano ad un loro spazio, un respiro, cercano varchi tra disagi velati o acclamati che le mappe marine tracciano, segnalano, nei dettagli. Frammenti di un’insonnia inscritti su un pentagramma… suoni, odori, muffe e incredibili apparizioni profetiche, come il cormorano saggio che all’alba apre le ali all’orizzonte ignaro del rumore alle sue spalle, del frastuono asfittico di un mondo privo di silenzio.
La lettura, come diceva Carmelo Bene, «è non più ricordare, è non-ricordo, oblio»…
…forse anche l’immagine, si potrebbe aggiungere, è a volte oblio, l’altra ‘faccia’ del ricordare, in paradosso con ciò che in questo evento in Camera Verde si vuol proporre.
Insieme alla mostra verrà infatti presentato un mio testo Muffati, che ha lo stesso titolo dell’esposizione, ma non ne vuol essere uno scritto di accompagnamento, tanto meno un ‘catalogo’, ma forse un passaggio, un trait d’union con il secondo movimento che vi proporremo a pochi giorni di distanza sempre in Camera Verde, il 9 aprile, un progetto legato al ricordo personale e nello stesso tempo all’idea dell’oblio, momentaneo, della presa di distanza dallo stesso, una sorta di ‘liberazione’ dalla memoria troppo stringente, dalla morsa, a volte sofferta, della madeleine, che la riflessione nel tempo di una ‘media durata’ trasforma, trasfigura in qualcosa d’Altro, che può essere visto – e letto – in altro modo.
Sabato 9 aprile, in Camera Verde
Presentazione del libro HADJEK
(con testi di Marco Giovenale e Francesca Vitale)
e proiezione di tre corti : Hadjek, Regards Volés e Maniposas
realizzati da Maria Grazia Esu e Francesca Vitale
dalle 19.00
Il 9 aprile, con ancora la ‘cornice’ delle immagini dei Muffati sulle pareti de La Camera Verde, presenteremo infatti il testo Hadjek, il cui centro è un nucleo di immagini di mia ‘proprietà’, familiari, fotografie 'con e' scattate da mia madre, Lilliana Fortunato Vitale. Sono immagini realizzate in trent’anni, dagli anni Venti ai Cinquanta, molte delle quali erano solo dei negativi mai stampati che ho ricevuto come lascito alla sua morte nel 1982 e che oggi vedono la ‘luce’ per la prima volta in questa minima stampa editoriale. Ci sarà all’interno del libro un mio breve ricordo familiare sotto forma di racconto e un importante, a mio giudizio, testo: Non saperne [frequenze testuali per Hadjek, “anima”] di Marco Giovenale, un saggio significativo sulla fotografia e il ‘guardare’ che è quello che permette appunto il ‘passaggio’ ad Altro allontanandoci dal focus più banale del ricordo, ‘sfocando’ la lettura più facile di queste immagini ormai ‘antiche’, lontane, anche per me che le ho custodite per tanti anni.. Il testo di Marco Giovenale ci aiuterà a ‘raccordare’ gli elementi e i sensi racchiusi in questa nuova serata, in cui verranno presentati anche tre corti. I primi due dal titolo Hadjek (un omaggio all’immagine di copertina del libro) e Regards volés, strettamente legato alle immagini contenute nel testo con l’aggiunta di altre, sono stati realizzati da me insieme a Maria Grazia Esu, che ne ha curato con delicatezza e sensibilità il montaggio. Così come, sempre con Maria Grazia Esu, abbiamo preparato il terzo corto, Maniposas, che proporremo in chiusura della serata e che ci porterà anche questo oltre l’argomento della stessa, pur mantenendo sempre un raccordo di senso, col tutto, sia con i Muffati che con Hadjek. Maniposas è il secondo movimento di una trilogia di corti ‘cimiteriali’, costruiti con immagini fisse e in movimento; una riflessione sulla morte e quindi banalmente sulla vita, che si concluderà il prossimo anno con un ultimo video, in fieri, una mia passeggiata nel cimitero-isola del S. Michele a Venezia.
Le due serate, la mostra, i due libretti e i corti proposti in Camera Verde il 26 marzo e il 9 aprile sono tutti ‘legati’ insieme da quella scia primaria, di cui parlavo all’inizio, che è il mare, con la sua simbologia e la sua presenza reale, che io ultimamente sento come una costante fonte, forte, di senso e stimolo nella mia vita, senza averne capito neanche tanto il perché, ma questo forse è …un bene, una sana inconsapevolezza, un delicato oblio.
Mostra e testo di Francesca Vitale
Una fede senza fede
Il mare, scia primaria, la vena cava che fa viaggiare particelle di memoria trasformandole incessantemente in forme differenti. Gli ‘objets à ne pas oublier’, per esempio, relitti bianchi intrisi di sale alla battigia, ‘tesori’, come si diceva da bambini, da cercare a riva dopo una mareggiata; bianchi panni stesi al sole sottratti ad ipotetici naufragi, ad amnesie e afasie…après la pluie, o dopo l’onda. Rimpianti, forse, lacrime di acqua dolce o salata.
Le parole salpano da ‘quel molo’: il nome e cognome (la data e il luogo di nascita), della carta d’identità abbandonata nella sabbia, forse volutamente bruciata. L’identità cerca spaesamento, cerca una sottrazione impossibile al ricordo. Così i déjà vu ritornano, muffati delicati di uve tardive. Aspirano ad un loro spazio, un respiro, cercano varchi tra disagi velati o acclamati che le mappe marine tracciano, segnalano, nei dettagli. Frammenti di un’insonnia inscritti su un pentagramma… suoni, odori, muffe e incredibili apparizioni profetiche, come il cormorano saggio che all’alba apre le ali all’orizzonte ignaro del rumore alle sue spalle, del frastuono asfittico di un mondo privo di silenzio.
La lettura, come diceva Carmelo Bene, «è non più ricordare, è non-ricordo, oblio»…
…forse anche l’immagine, si potrebbe aggiungere, è a volte oblio, l’altra ‘faccia’ del ricordare, in paradosso con ciò che in questo evento in Camera Verde si vuol proporre.
Insieme alla mostra verrà infatti presentato un mio testo Muffati, che ha lo stesso titolo dell’esposizione, ma non ne vuol essere uno scritto di accompagnamento, tanto meno un ‘catalogo’, ma forse un passaggio, un trait d’union con il secondo movimento che vi proporremo a pochi giorni di distanza sempre in Camera Verde, il 9 aprile, un progetto legato al ricordo personale e nello stesso tempo all’idea dell’oblio, momentaneo, della presa di distanza dallo stesso, una sorta di ‘liberazione’ dalla memoria troppo stringente, dalla morsa, a volte sofferta, della madeleine, che la riflessione nel tempo di una ‘media durata’ trasforma, trasfigura in qualcosa d’Altro, che può essere visto – e letto – in altro modo.
Sabato 9 aprile, in Camera Verde
Presentazione del libro HADJEK
(con testi di Marco Giovenale e Francesca Vitale)
e proiezione di tre corti : Hadjek, Regards Volés e Maniposas
realizzati da Maria Grazia Esu e Francesca Vitale
dalle 19.00
Il 9 aprile, con ancora la ‘cornice’ delle immagini dei Muffati sulle pareti de La Camera Verde, presenteremo infatti il testo Hadjek, il cui centro è un nucleo di immagini di mia ‘proprietà’, familiari, fotografie 'con e' scattate da mia madre, Lilliana Fortunato Vitale. Sono immagini realizzate in trent’anni, dagli anni Venti ai Cinquanta, molte delle quali erano solo dei negativi mai stampati che ho ricevuto come lascito alla sua morte nel 1982 e che oggi vedono la ‘luce’ per la prima volta in questa minima stampa editoriale. Ci sarà all’interno del libro un mio breve ricordo familiare sotto forma di racconto e un importante, a mio giudizio, testo: Non saperne [frequenze testuali per Hadjek, “anima”] di Marco Giovenale, un saggio significativo sulla fotografia e il ‘guardare’ che è quello che permette appunto il ‘passaggio’ ad Altro allontanandoci dal focus più banale del ricordo, ‘sfocando’ la lettura più facile di queste immagini ormai ‘antiche’, lontane, anche per me che le ho custodite per tanti anni.. Il testo di Marco Giovenale ci aiuterà a ‘raccordare’ gli elementi e i sensi racchiusi in questa nuova serata, in cui verranno presentati anche tre corti. I primi due dal titolo Hadjek (un omaggio all’immagine di copertina del libro) e Regards volés, strettamente legato alle immagini contenute nel testo con l’aggiunta di altre, sono stati realizzati da me insieme a Maria Grazia Esu, che ne ha curato con delicatezza e sensibilità il montaggio. Così come, sempre con Maria Grazia Esu, abbiamo preparato il terzo corto, Maniposas, che proporremo in chiusura della serata e che ci porterà anche questo oltre l’argomento della stessa, pur mantenendo sempre un raccordo di senso, col tutto, sia con i Muffati che con Hadjek. Maniposas è il secondo movimento di una trilogia di corti ‘cimiteriali’, costruiti con immagini fisse e in movimento; una riflessione sulla morte e quindi banalmente sulla vita, che si concluderà il prossimo anno con un ultimo video, in fieri, una mia passeggiata nel cimitero-isola del S. Michele a Venezia.
Le due serate, la mostra, i due libretti e i corti proposti in Camera Verde il 26 marzo e il 9 aprile sono tutti ‘legati’ insieme da quella scia primaria, di cui parlavo all’inizio, che è il mare, con la sua simbologia e la sua presenza reale, che io ultimamente sento come una costante fonte, forte, di senso e stimolo nella mia vita, senza averne capito neanche tanto il perché, ma questo forse è …un bene, una sana inconsapevolezza, un delicato oblio.
26
marzo 2011
Francesca Vitale – I muffati
Dal 26 marzo al 09 aprile 2011
arte contemporanea
Location
CENTRO CULTURALE LA CAMERA VERDE
Roma, Via Giovanni Miani, 20, (Roma)
Roma, Via Giovanni Miani, 20, (Roma)
Orario di apertura
tutti i giorni tranne il lunedì dalle 17,00 alle 21,00
Vernissage
26 Marzo 2011, ore 18
Autore