Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Francesco Balatti
otografie di paesaggio urbano
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Quello che mi affascinava dei viaggi su rotaia erano i tratti di ferrovia all'entrate e all'uscita dalle stazioni delle citta' piu' industrializzate: la ferrovia divideva la moltitudine di scorci uguali , freddi e disarmanti; creava uno spaccato tra me osservatore e la normalita' di grigie vedute geometriche.
Cio' che a tanti poteva sembrare squallido a me era sembrato incredibilmente vivo tanto da trasmettermi sensazioni diverse a seconda del tipo di cemento che vedevo.
Ma in quel periodo mi limitavo a osservare, non scattavo fotografie, cercavo di ricordarmi i luoghi, gli scorci, i palazzi con l'intento di tornarci in un secondo momento, con più calma.
Iniziai a fotografare la citta' dove risiedevo focalizzando l'attenzione su dei particolari, su quegli scorci che sembran tutti uguali che la gente ormai aveva cancellato dalla memoria.
Mi spostai sempre piu' verso le periferie convinto che esse possedessero la vera essenza di città:
nulla è mascherato,le strutture degli edifici sono ben visibili, l'aria che vi si respira è carica di energia. Come quella che trovavo fotografando fabbriche abbandonate; enormi corpi metallici che nel passato avevano ospitato centinaia di corpi di carne; era facile sentirsi sopraffatti dalla forza di questi luoghi.
I palazzi di periferia pulsano, si sente il loro respiro, se ne intravedono i cortili interni e si scorgono le sagome di chi vi abita;la loro essenza si muove nel cemento.
Volevo dare un'anima a quello che avevo visto dai finestrini dei treni;volevo trovare i fili che legavano l'uomo alla sua citta' , capire dove iniziavano i fili delle macchine.
In questa esposizione sono presenti spaccati di citta' diverse e lontane tra loro ; non è importante che si riconosca il luogo dove ho scattato ,voglio che si intraveda l'anima, l'emozione che quel particolare luogo ha saputo trasmettermi, il suo respiro.
Cio' che a tanti poteva sembrare squallido a me era sembrato incredibilmente vivo tanto da trasmettermi sensazioni diverse a seconda del tipo di cemento che vedevo.
Ma in quel periodo mi limitavo a osservare, non scattavo fotografie, cercavo di ricordarmi i luoghi, gli scorci, i palazzi con l'intento di tornarci in un secondo momento, con più calma.
Iniziai a fotografare la citta' dove risiedevo focalizzando l'attenzione su dei particolari, su quegli scorci che sembran tutti uguali che la gente ormai aveva cancellato dalla memoria.
Mi spostai sempre piu' verso le periferie convinto che esse possedessero la vera essenza di città:
nulla è mascherato,le strutture degli edifici sono ben visibili, l'aria che vi si respira è carica di energia. Come quella che trovavo fotografando fabbriche abbandonate; enormi corpi metallici che nel passato avevano ospitato centinaia di corpi di carne; era facile sentirsi sopraffatti dalla forza di questi luoghi.
I palazzi di periferia pulsano, si sente il loro respiro, se ne intravedono i cortili interni e si scorgono le sagome di chi vi abita;la loro essenza si muove nel cemento.
Volevo dare un'anima a quello che avevo visto dai finestrini dei treni;volevo trovare i fili che legavano l'uomo alla sua citta' , capire dove iniziavano i fili delle macchine.
In questa esposizione sono presenti spaccati di citta' diverse e lontane tra loro ; non è importante che si riconosca il luogo dove ho scattato ,voglio che si intraveda l'anima, l'emozione che quel particolare luogo ha saputo trasmettermi, il suo respiro.
20
dicembre 2006
Francesco Balatti
Dal 20 dicembre 2006 al 30 gennaio 2007
fotografia
Location
OUTBACK CAFE’
Milano, Via Carlo Tenca, 10, (Milano)
Milano, Via Carlo Tenca, 10, (Milano)
Vernissage
20 Dicembre 2006, ore 18.30
Sito web
www.francescobalatti.com
Autore