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Francesco Balatti – Dove finisce l’uomo cominciano i fili delle macchine
mostra fotografica
Comunicato stampa
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Nelle stanze sotto le fondamenta
le vecchie tubature diventano vene
che seguono e spezzano i disegni del muro.
Una linea più forte porta alle altre
dividendo il cuore in un lampo
ed io voglio la mia parte,
quella che non sanguina.
Da queste poesie di Federico Fiumani ho deciso di far partire la mia ricerca sugli spazi urbani;
un percorso che ho iniziato quando prendevo frequentemente il treno.
Quello che mi affascinava dei viaggi su rotaia erano i tratti di ferrovia all'entrate e all'uscita dalle stazioni delle citta' piu' industrializzate: la ferrovia divideva la moltitudine di scorci uguali , freddi e disarmanti; creava uno spaccato tra me osservatore e la normalita' di grigie vedute geometriche.
Cio' che a tanti poteva sembrare squallido a me era sembrato incredibilmente vivo tanto da trasmettermi sensazioni diverse a seconda del tipo di cemento che vedevo.
Ma in quel periodo mi limitavo a osservare, non scattavo fotografie, cercavo di ricordarmi i luoghi, gli scorci, i palazzi con l'intento di tornarci in un secondo momento, con più calma.
Iniziai a fotografare la citta' dove risiedevo focalizzando l'attenzione su dei particolari, su quegli scorci che sembran tutti uguali che la gente ormai aveva cancellato dalla memoria.
Mi spostai sempre piu' verso le periferie convinto che esse possedessero la vera essenza di città:
nulla è mascherato,le strutture degli edifici sono ben visibili, l'aria che vi si respira è carica di energia. Come quella che trovavo fotografando fabbriche abbandonate; enormi corpi metallici che nel passato avevano ospitato centinaia di corpi di carne; era facile sentirsi sopraffatti dalla forza di questi luoghi.
I palazzi di periferia pulsano, si sente il loro respiro, se ne intravedono i cortili interni e si scorgono le sagome di chi vi abita;la loro essenza si muove nel cemento.
Volevo dare un'anima a quello che avevo visto dai finestrini dei treni;volevo trovare i fili che legavano l'uomo alla sua citta' , capire dove iniziavano i fili delle macchine.
In questa esposizione sono presenti spaccati di citta' diverse e lontane tra loro ; non è importante che si riconosca il luogo dove ho scattato ,voglio che si intraveda l'anima, l'emozione che quel particolare luogo ha saputo trasmettermi,
il suo respiro .
Francesco Balatti
le vecchie tubature diventano vene
che seguono e spezzano i disegni del muro.
Una linea più forte porta alle altre
dividendo il cuore in un lampo
ed io voglio la mia parte,
quella che non sanguina.
Da queste poesie di Federico Fiumani ho deciso di far partire la mia ricerca sugli spazi urbani;
un percorso che ho iniziato quando prendevo frequentemente il treno.
Quello che mi affascinava dei viaggi su rotaia erano i tratti di ferrovia all'entrate e all'uscita dalle stazioni delle citta' piu' industrializzate: la ferrovia divideva la moltitudine di scorci uguali , freddi e disarmanti; creava uno spaccato tra me osservatore e la normalita' di grigie vedute geometriche.
Cio' che a tanti poteva sembrare squallido a me era sembrato incredibilmente vivo tanto da trasmettermi sensazioni diverse a seconda del tipo di cemento che vedevo.
Ma in quel periodo mi limitavo a osservare, non scattavo fotografie, cercavo di ricordarmi i luoghi, gli scorci, i palazzi con l'intento di tornarci in un secondo momento, con più calma.
Iniziai a fotografare la citta' dove risiedevo focalizzando l'attenzione su dei particolari, su quegli scorci che sembran tutti uguali che la gente ormai aveva cancellato dalla memoria.
Mi spostai sempre piu' verso le periferie convinto che esse possedessero la vera essenza di città:
nulla è mascherato,le strutture degli edifici sono ben visibili, l'aria che vi si respira è carica di energia. Come quella che trovavo fotografando fabbriche abbandonate; enormi corpi metallici che nel passato avevano ospitato centinaia di corpi di carne; era facile sentirsi sopraffatti dalla forza di questi luoghi.
I palazzi di periferia pulsano, si sente il loro respiro, se ne intravedono i cortili interni e si scorgono le sagome di chi vi abita;la loro essenza si muove nel cemento.
Volevo dare un'anima a quello che avevo visto dai finestrini dei treni;volevo trovare i fili che legavano l'uomo alla sua citta' , capire dove iniziavano i fili delle macchine.
In questa esposizione sono presenti spaccati di citta' diverse e lontane tra loro ; non è importante che si riconosca il luogo dove ho scattato ,voglio che si intraveda l'anima, l'emozione che quel particolare luogo ha saputo trasmettermi,
il suo respiro .
Francesco Balatti
04
ottobre 2006
Francesco Balatti – Dove finisce l’uomo cominciano i fili delle macchine
Dal 04 ottobre al 05 novembre 2006
fotografia
Location
FRESCO ART
Milano, Viale Monte Nero, 23, (Milano)
Milano, Viale Monte Nero, 23, (Milano)
Vernissage
4 Ottobre 2006, ore 18:30
Autore