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Francesco Bocchini – Ich bin so dumm
La sua opera più recente è composta da una serie di disegni che raccontano la Germania degli anni ’30 attraverso spaccati di una società ritratta per lo più in momenti ricreativi, in attività sportive, eventi mondani e altri scorci quotidiani, capaci di ricollegarsi alla nostra contemporaneità.
Comunicato stampa
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La 41 artecontemporanea prosegue la sua attenta ricerca nell'ambito del disegno presentando la prima personale di sole opere su carta dello scultore Francesco Bocchini [Cesena, 1969].
La sua opera più recente è composta da una serie di disegni che raccontano la Germania degli anni '30 attraverso spaccati di una società ritratta per lo più in momenti ricreativi, in attività sportive, eventi mondani e altri scorci quotidiani, capaci di ricollegarsi alla nostra contemporaneità.
Intervenendo sulle pagine di quotidiani degli anni '50, Bocchini sceglie di mantenere la comunicazione visiva purché isolata dal contesto: fa infatti emergere le figure dagli articoli all'interno di una dimensione ovattata, resa afona dalle campiture a tinta unita - rosa e nere - con cui copre le parole dei testi. Frasi o parole scritte a mano definiscono tuttavia le immagini nelle quali i personaggi appaiono "decapitati", come se la cancellazione del volto servisse a omologare ogni figura.
In una concezione dell'opera a tutto tondo, Francesco Bocchini (fedele all'idea di scultura anche quando la sua espressione è affidata ad un linguaggio bidimensionale) si occupa della mise en espace finale del suo progetto, in cui i disegni sono collocati all'interno di boites di lamiera volutamente imperfette, poste l'una accanto all'altra, a costruire una vera e propria "quadreria di guerra" - documento personale di una memoria e di un presente storici.
Gli appartiene soprattutto la scritta: è la cifra del suo operare, del suo disegnare e costruire il mondo che affolla la sua ricerca artistica. Nei suoi lavori non esiste nessuna locuzione all'infuori di quella meditata e generata da associazioni mentali, tanto libere quanto scaltre.
Una delle opere esposte riporta la dicitura che dà il titolo alla mostra: ich bin so dumm, ("io sono così stupido") esclamazione usata dall'asino protagonista dei Galgenlieder di Christian Morgenstern (in Italia la raccolta di poesie è nota con il nome di "Canzoni della forca").
È Alberto Zanchetta, critico d'arte, a suggerire l'immagine letteraria a Francesco Bocchini in un testo scritto l'anno prima per la mostra "I primi asini pensavano per conto proprio" tenuta dall'artista alla galleria De'Foscherari di Bologna. Testimonianza che sottolinea e silenziosamente si compiace di come un incontro simbiotico tra due sensibilità affini possa essere fonte/motore di creazioni e approfondimenti in un corto circuito che potrebbe non avere fine.
La sua opera più recente è composta da una serie di disegni che raccontano la Germania degli anni '30 attraverso spaccati di una società ritratta per lo più in momenti ricreativi, in attività sportive, eventi mondani e altri scorci quotidiani, capaci di ricollegarsi alla nostra contemporaneità.
Intervenendo sulle pagine di quotidiani degli anni '50, Bocchini sceglie di mantenere la comunicazione visiva purché isolata dal contesto: fa infatti emergere le figure dagli articoli all'interno di una dimensione ovattata, resa afona dalle campiture a tinta unita - rosa e nere - con cui copre le parole dei testi. Frasi o parole scritte a mano definiscono tuttavia le immagini nelle quali i personaggi appaiono "decapitati", come se la cancellazione del volto servisse a omologare ogni figura.
In una concezione dell'opera a tutto tondo, Francesco Bocchini (fedele all'idea di scultura anche quando la sua espressione è affidata ad un linguaggio bidimensionale) si occupa della mise en espace finale del suo progetto, in cui i disegni sono collocati all'interno di boites di lamiera volutamente imperfette, poste l'una accanto all'altra, a costruire una vera e propria "quadreria di guerra" - documento personale di una memoria e di un presente storici.
Gli appartiene soprattutto la scritta: è la cifra del suo operare, del suo disegnare e costruire il mondo che affolla la sua ricerca artistica. Nei suoi lavori non esiste nessuna locuzione all'infuori di quella meditata e generata da associazioni mentali, tanto libere quanto scaltre.
Una delle opere esposte riporta la dicitura che dà il titolo alla mostra: ich bin so dumm, ("io sono così stupido") esclamazione usata dall'asino protagonista dei Galgenlieder di Christian Morgenstern (in Italia la raccolta di poesie è nota con il nome di "Canzoni della forca").
È Alberto Zanchetta, critico d'arte, a suggerire l'immagine letteraria a Francesco Bocchini in un testo scritto l'anno prima per la mostra "I primi asini pensavano per conto proprio" tenuta dall'artista alla galleria De'Foscherari di Bologna. Testimonianza che sottolinea e silenziosamente si compiace di come un incontro simbiotico tra due sensibilità affini possa essere fonte/motore di creazioni e approfondimenti in un corto circuito che potrebbe non avere fine.
03
giugno 2004
Francesco Bocchini – Ich bin so dumm
Dal 03 giugno al 16 luglio 2004
arte contemporanea
Location
41 ARTECONTEMPORANEA
Torino, Strada Val Salice, 9, (Torino)
Torino, Strada Val Salice, 9, (Torino)
Orario di apertura
dal martedì al sabato h 16 - 19,30
Vernissage
3 Giugno 2004, ore 18,30
Curatore