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Francesco Bosso – Waterheaven
Bosso indaga il paesaggio naturale nelle sue manifestazioni più pure e selvagge, isolandone forme ed elementi per interpretare luoghi disabitati ed evidenziare il significato profondo del legame dell’uomo con le sue origini
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Si inaugura mercoledì 17 aprile, alle ore 18.00, nella Project Room di CAMERA - Centro Italiano per
la Fotografia, Waterheaven mostra personale di Francesco Bosso (Barletta, 1959), curata da Walter
Guadagnini, direttore dell’istituto torinese.
Bosso indaga il paesaggio naturale nelle sue manifestazioni più pure e selvagge, isolandone forme
ed elementi per interpretare luoghi disabitati ed evidenziare il significato profondo del legame
dell’uomo con le sue origini. Allievo di Kim Weston, nipote del grande maestro Edward, e di John
Sexton e Alan Ross, assistenti di Ansel Adams, per questa occasione il fotografo pugliese presenta
un lavoro che nasce da diverse serie scattate nel corso degli ultimi anni, dedicate soprattutto a
paesaggi marini. L’acqua come forza creatrice è al centro di venti fotografie caratterizzate anche da
un meticoloso processo di stampa, che intensifica la pulizia dei bianchi e la profondità dei contrasti.
Con il suo costante fluire - racconta Bosso - l’acqua rappresenta il liquido primordiale che crea,
modella, modifica il mondo, in un moto continuo ed eterno di trasformazione. Waterheaven è un
percorso per immagini attraverso l’affascinante “forza creatrice” dell’acqua, tra visione e realtà, un
susseguirsi di evocazioni e frammenti di memorie.
Alcuni esempi della grande capacità di Bosso di raccontare per mezzo della luce e della forma una
realtà lirica e armoniosa, di matrice pittorica, sono le immagini delle cascate realizzate in Islanda,
incluse nella serie Golden Light (2012), oppure le vedute di Last Diamonds (2015), serie realizzata
nel ghiacciaio Sermeq Kujalleq, nei pressi del villaggio di Ilulissat, in Groenlandia. Mentre nel primo
caso l’autore entra in relazione con lo spazio e rende visibile l’intimità di un luogo attraverso la
fotografia, nel secondo ha raccolto forti emozioni, la fluidità di un simile paesaggio naturale [...]
sconvolgente, al fine di documentarne la fragilità e ammonire sulle nefaste conseguenze del
riscaldamento globale - continua Bosso. Le immagini di Waterheaven, inoltre, sono incluse in un
volume monografico edito da Silvana Editoriale, corredato di un testo critico di Walter Guadagnini.
La pubblicazione arricchisce un già vasto portfolio di progetti editoriali dell’autore, tra i quali: Last
Diamonds (Skira, 2017), The Beauty Between Order And Disorder (Centro Culturale Candiani, 2015),
Sassi e Calanchi (Castelvecchi, 2006), Swahili Ritratti Africani (Electa, 2003) e altri ancora.
Attraverso il medium fotografico - commenta Walter Guadagnini - Bosso comunica un’etica della
protezione e della salvaguardia del paesaggio naturale: con un sapiente uso delle tonalità di bianco
e nero celebra i suoi soggetti e allo stesso tempo mette in guardia lo spettatore sulla fragilità e unicità
di tale patrimonio. Fenomeni come l’urbanizzazione massiva e la concentrazione di un numero
sempre maggiore di persone nelle città caratterizzano la vita contemporanea, espellendo
dall’immaginario quotidiano il paesaggio naturale. Bosso lo rimette al centro dell’attenzione,
documentandone anche le trasformazioni e gli effetti deleteri della noncuranza con la quale l’uomo
si relaziona con la natura.
Le sue opere fanno parte di importanti collezioni private e pubbliche, mentre i suoi progetti espositivi
sono stati ospitati in istituzioni nazionali e internazionali come il Museo Pino Pascali (Polignano), il
Centro Culturale Candiani (Venezia), il Museo Nazionale della Fotografia (Brescia) e il Cultural Centre
Museum (Hong Kong).
la Fotografia, Waterheaven mostra personale di Francesco Bosso (Barletta, 1959), curata da Walter
Guadagnini, direttore dell’istituto torinese.
Bosso indaga il paesaggio naturale nelle sue manifestazioni più pure e selvagge, isolandone forme
ed elementi per interpretare luoghi disabitati ed evidenziare il significato profondo del legame
dell’uomo con le sue origini. Allievo di Kim Weston, nipote del grande maestro Edward, e di John
Sexton e Alan Ross, assistenti di Ansel Adams, per questa occasione il fotografo pugliese presenta
un lavoro che nasce da diverse serie scattate nel corso degli ultimi anni, dedicate soprattutto a
paesaggi marini. L’acqua come forza creatrice è al centro di venti fotografie caratterizzate anche da
un meticoloso processo di stampa, che intensifica la pulizia dei bianchi e la profondità dei contrasti.
Con il suo costante fluire - racconta Bosso - l’acqua rappresenta il liquido primordiale che crea,
modella, modifica il mondo, in un moto continuo ed eterno di trasformazione. Waterheaven è un
percorso per immagini attraverso l’affascinante “forza creatrice” dell’acqua, tra visione e realtà, un
susseguirsi di evocazioni e frammenti di memorie.
Alcuni esempi della grande capacità di Bosso di raccontare per mezzo della luce e della forma una
realtà lirica e armoniosa, di matrice pittorica, sono le immagini delle cascate realizzate in Islanda,
incluse nella serie Golden Light (2012), oppure le vedute di Last Diamonds (2015), serie realizzata
nel ghiacciaio Sermeq Kujalleq, nei pressi del villaggio di Ilulissat, in Groenlandia. Mentre nel primo
caso l’autore entra in relazione con lo spazio e rende visibile l’intimità di un luogo attraverso la
fotografia, nel secondo ha raccolto forti emozioni, la fluidità di un simile paesaggio naturale [...]
sconvolgente, al fine di documentarne la fragilità e ammonire sulle nefaste conseguenze del
riscaldamento globale - continua Bosso. Le immagini di Waterheaven, inoltre, sono incluse in un
volume monografico edito da Silvana Editoriale, corredato di un testo critico di Walter Guadagnini.
La pubblicazione arricchisce un già vasto portfolio di progetti editoriali dell’autore, tra i quali: Last
Diamonds (Skira, 2017), The Beauty Between Order And Disorder (Centro Culturale Candiani, 2015),
Sassi e Calanchi (Castelvecchi, 2006), Swahili Ritratti Africani (Electa, 2003) e altri ancora.
Attraverso il medium fotografico - commenta Walter Guadagnini - Bosso comunica un’etica della
protezione e della salvaguardia del paesaggio naturale: con un sapiente uso delle tonalità di bianco
e nero celebra i suoi soggetti e allo stesso tempo mette in guardia lo spettatore sulla fragilità e unicità
di tale patrimonio. Fenomeni come l’urbanizzazione massiva e la concentrazione di un numero
sempre maggiore di persone nelle città caratterizzano la vita contemporanea, espellendo
dall’immaginario quotidiano il paesaggio naturale. Bosso lo rimette al centro dell’attenzione,
documentandone anche le trasformazioni e gli effetti deleteri della noncuranza con la quale l’uomo
si relaziona con la natura.
Le sue opere fanno parte di importanti collezioni private e pubbliche, mentre i suoi progetti espositivi
sono stati ospitati in istituzioni nazionali e internazionali come il Museo Pino Pascali (Polignano), il
Centro Culturale Candiani (Venezia), il Museo Nazionale della Fotografia (Brescia) e il Cultural Centre
Museum (Hong Kong).
17
aprile 2019
Francesco Bosso – Waterheaven
Dal 17 aprile al 26 maggio 2019
fotografia
Location
CAMERA – CENTRO ITALIANO PER LA FOTOGRAFIA
Torino, Via Delle Rosine, 18, (Torino)
Torino, Via Delle Rosine, 18, (Torino)
Orario di apertura
(Ultimo ingresso, 30 minuti prima della chiusura)
Lunedì 11.00 - 19.00
Martedì Chiuso
Mercoledì 11.00 - 19.00
Giovedì 11.00 - 21.00
Venerdì 11.00 - 19.00
Sabato 11.00 - 19.00
Domenica 11.00 - 19.00
Vernissage
17 Aprile 2019, ore 18
Editore
SILVANA EDITORIALE
Autore
Curatore