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Francesco Candeloro – Parallele Visioni
A partire da una indagine sulle modalità e sulle forme del vedere, Francesco Candeloro ha sviluppato una intensa curiosità sui linguaggi e i segni della luce, che proiettati in una dimensione iconica e ambientale, danno vita a opere pittoriche, fotografiche e installative di vario genere.
Comunicato stampa
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Dopo la straordinaria mostra Città delle Città a Palazzo Fortuny di Venezia, e in seguito all’apertura ambientale della sua ricerca (Frammenti di Luoghi, Piazza Petrarca, Padova; Intimi Luoghi a Villa Pisani Bonetti di Bagnolo di Lonigo; Contenitore del Tempo, Castelfranco Veneto), con Parallele Visioni Galica intende offrire un ulteriore omaggio a Francesco Candeloro e al complesso stratificarsi della sua ricerca.
A partire da una indagine sulle modalità e sulle forme del vedere, Candeloro (Venezia, 1974) ha sviluppato una intensa curiosità sui linguaggi e i segni della luce, che proiettati in una dimensione iconica e ambientale, danno vita a opere pittoriche, fotografiche e installative di vario genere.
A partire da una delle opere viste a Palazzo Fortuny, la mostra vuole offrire una narrazione attraverso queste varie fasi, cercandone le più intime relazioni, documentandone i differenti momenti, e individuando criticità non ancora emerse.
A stabilire la priorità sull’universo delle immagini e dei segni è la prima opera che accoglie lo spettatore, Quotidiani Movimenti (Kassel), già esposta al Fortuny e centro ideale della mostra come della ricerca attuale dell’artista. In questa tipologia di opere, lastre di plexiglass serigrafate vengono sovrapposte in una scultura ambientale che sottolinea la possibilità plurale della visione e dell’immagine come atto generato da un percorso conoscitivo e poetico. Le lastre, ritagliate in corrispondenza di quei particolari segni che per Candeloro connotano inequivocabilmente l’identità di un luogo, offrono un punto di vista ravvicinato sulla pregnanza di elementi che ritornano in ciascuna delle opere in galleria, e di cui queste sculture sono un emblematico indice.
L’immagine fotografica e serigrafata ha infatti un suo suggestivo riscontro anche nel lavoro compiuto dalla luce nelle fotografie, qui esposte in un grande gruppo, a raccontare i “Tempi della Luce”, che inevitabilmente si depositano sulla pellicola, e che narrano la forza e la potenza pittorica insita nel territorio.
Ma partire dai segni e dal rapporto con la luce, è anche un’altra tipologia d’indagine dell’artista, che con i Libri afferma una ulteriore propensione installativa.
Come le sculture di Palazzo Fortuny, i Libri accolgono la possibilità del cambiamento e di una molteplice lettura: si tratta di carte e acetati colorati, sovrapponibili, e con varie ipotesi di allestimento: da chiusi hanno la sembianza di una scatola, e da aperti invadono lo spazio secondo alcune possibilità legate alla disposizione dei colori e dei segni sulla superficie.
Vera anima sottesa alle motivazioni estetiche e poetiche che globalmente interessano all’artista, è anche la pittura, che qui si manifesta in tele dalla forte valenza oggettuale in cui la caduta del segno, già presente nei Libri, lascia emergere tutta la forza di un ragionamento libero, istintivo ed emotivo.
Segno, immagine ed esperienza dell’opera si fondono quindi sulla scia di una temporalità che nelle parole stesse dell’artista è “un mezzo per raccontare infinite possibilità percettive, è l’istante dello sguardo, il tempo di un clic”, la porzione di spazio necessario per lasciare “decantare le immagini per poi riprenderle e riconoscere in esse le esperienze vissute e quelle ancora da vivere”.
A partire da una indagine sulle modalità e sulle forme del vedere, Candeloro (Venezia, 1974) ha sviluppato una intensa curiosità sui linguaggi e i segni della luce, che proiettati in una dimensione iconica e ambientale, danno vita a opere pittoriche, fotografiche e installative di vario genere.
A partire da una delle opere viste a Palazzo Fortuny, la mostra vuole offrire una narrazione attraverso queste varie fasi, cercandone le più intime relazioni, documentandone i differenti momenti, e individuando criticità non ancora emerse.
A stabilire la priorità sull’universo delle immagini e dei segni è la prima opera che accoglie lo spettatore, Quotidiani Movimenti (Kassel), già esposta al Fortuny e centro ideale della mostra come della ricerca attuale dell’artista. In questa tipologia di opere, lastre di plexiglass serigrafate vengono sovrapposte in una scultura ambientale che sottolinea la possibilità plurale della visione e dell’immagine come atto generato da un percorso conoscitivo e poetico. Le lastre, ritagliate in corrispondenza di quei particolari segni che per Candeloro connotano inequivocabilmente l’identità di un luogo, offrono un punto di vista ravvicinato sulla pregnanza di elementi che ritornano in ciascuna delle opere in galleria, e di cui queste sculture sono un emblematico indice.
L’immagine fotografica e serigrafata ha infatti un suo suggestivo riscontro anche nel lavoro compiuto dalla luce nelle fotografie, qui esposte in un grande gruppo, a raccontare i “Tempi della Luce”, che inevitabilmente si depositano sulla pellicola, e che narrano la forza e la potenza pittorica insita nel territorio.
Ma partire dai segni e dal rapporto con la luce, è anche un’altra tipologia d’indagine dell’artista, che con i Libri afferma una ulteriore propensione installativa.
Come le sculture di Palazzo Fortuny, i Libri accolgono la possibilità del cambiamento e di una molteplice lettura: si tratta di carte e acetati colorati, sovrapponibili, e con varie ipotesi di allestimento: da chiusi hanno la sembianza di una scatola, e da aperti invadono lo spazio secondo alcune possibilità legate alla disposizione dei colori e dei segni sulla superficie.
Vera anima sottesa alle motivazioni estetiche e poetiche che globalmente interessano all’artista, è anche la pittura, che qui si manifesta in tele dalla forte valenza oggettuale in cui la caduta del segno, già presente nei Libri, lascia emergere tutta la forza di un ragionamento libero, istintivo ed emotivo.
Segno, immagine ed esperienza dell’opera si fondono quindi sulla scia di una temporalità che nelle parole stesse dell’artista è “un mezzo per raccontare infinite possibilità percettive, è l’istante dello sguardo, il tempo di un clic”, la porzione di spazio necessario per lasciare “decantare le immagini per poi riprenderle e riconoscere in esse le esperienze vissute e quelle ancora da vivere”.
18
novembre 2010
Francesco Candeloro – Parallele Visioni
Dal 18 novembre 2010 al 20 gennaio 2011
arte contemporanea
Location
GALICA ARTECONTEMPORANEA
Milano, Viale Bligny, 41, (Milano)
Milano, Viale Bligny, 41, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a venerdì 10-13 e 15-19
sabato 15-19
Vernissage
18 Novembre 2010, ore 18
Autore
Curatore