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Francesco Capasso – Tempo ranea
La ricerca di Francesco Capasso tende alla sublimazione poetica dell’oggetto usato, logoro, abraso, di cui rivela la segreta spiritualità come residuo dell’esistenza non solo umana, potremmo dire cosmica.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sarà inaugurata sabato 29 maggio alle ore 19, presso la libreria "Guida" di Capua (corso Gran Priorato di Malta, 25) la personale dell'artista Francesco Capasso, con opere in tecnica mista della sua recente produzione. La mostra, dal titolo "Tempo ranea", sarà presentata dal critico Enzo di Grazia e sarà visitabile sino al 19 giugno 2004, negli orari di apertura della libreria.
Ha scritto di lui Marco di Mauro:
La ricerca di Francesco Capasso tende alla sublimazione poetica dell’oggetto usato, logoro, abraso, di cui rivela la segreta spiritualità come residuo dell’esistenza non solo umana, potremmo dire cosmica. Le sue opere sono solcate da graffi, crepe, crettature, che comunicano una sensazione di sofferta precarietà. La materia, devitalizzata dalla consunzione, diventa elemento primordiale, residuo solido di una vita che si estingue.
Nelle elaborazioni dei primi anni ’90, Francesco Capasso tende a nascondere il proprio intervento per suggerire che l’opera sia “fatta da sé”. L’artista intuisce, attraverso la lezione di Burri e Kapoor, che il segno può nascere dalla colatura della ruggine o dall’impronta dell’acqua su una superficie. La trasformazione dei materiali attraverso l’azione del tempo e della natura lascia una traccia segnica, una testimonianza di vita che accende la sua sensibilità.
Alla fine del ’95, l’artista sceglie l’uso sistematico della carta abrasiva, affascinato dalla sua proprietà di conservare l’impronta del colore asportato dagli oggetti. L’artista recupera, seleziona ed applica sul supporto minuti frammenti di carte abrasive, fissati con spilli e colle naturali. L’opera assume un carattere di temporaneità, instabilità, transitorietà, perché i tasselli sono asportabili e componibili all’infinito. La carta usata ci parla del suo passato, ci sollecita a pensare all’uso che ne è stato fatto, prima di essere fissata nell’immobilità dell’opera d’arte.
Altra costante nell’opera di Capasso è l’oscillazione tra ordine e caso, rigore e poesia, che si riflette nella geometria del supporto e nella libertà del segno. Tale oscillazione si esprime compiutamente in “Composizione n. 9”, dove la geometria dell’impianto, basata sull’iterazione del numero 3, è turbata dal caotico disporsi delle carte abrasive.
Nelle ultime opere, l’artista di Sant’Arpino recupera in chiave concettuale la tecnica dell’affresco, intesa come immissione del pigmento naturale nella calce viva. Il colore, una volta catturato dalla materia, ne diviene parte integrante.
Marco di Mauro
Ha scritto di lui Marco di Mauro:
La ricerca di Francesco Capasso tende alla sublimazione poetica dell’oggetto usato, logoro, abraso, di cui rivela la segreta spiritualità come residuo dell’esistenza non solo umana, potremmo dire cosmica. Le sue opere sono solcate da graffi, crepe, crettature, che comunicano una sensazione di sofferta precarietà. La materia, devitalizzata dalla consunzione, diventa elemento primordiale, residuo solido di una vita che si estingue.
Nelle elaborazioni dei primi anni ’90, Francesco Capasso tende a nascondere il proprio intervento per suggerire che l’opera sia “fatta da sé”. L’artista intuisce, attraverso la lezione di Burri e Kapoor, che il segno può nascere dalla colatura della ruggine o dall’impronta dell’acqua su una superficie. La trasformazione dei materiali attraverso l’azione del tempo e della natura lascia una traccia segnica, una testimonianza di vita che accende la sua sensibilità.
Alla fine del ’95, l’artista sceglie l’uso sistematico della carta abrasiva, affascinato dalla sua proprietà di conservare l’impronta del colore asportato dagli oggetti. L’artista recupera, seleziona ed applica sul supporto minuti frammenti di carte abrasive, fissati con spilli e colle naturali. L’opera assume un carattere di temporaneità, instabilità, transitorietà, perché i tasselli sono asportabili e componibili all’infinito. La carta usata ci parla del suo passato, ci sollecita a pensare all’uso che ne è stato fatto, prima di essere fissata nell’immobilità dell’opera d’arte.
Altra costante nell’opera di Capasso è l’oscillazione tra ordine e caso, rigore e poesia, che si riflette nella geometria del supporto e nella libertà del segno. Tale oscillazione si esprime compiutamente in “Composizione n. 9”, dove la geometria dell’impianto, basata sull’iterazione del numero 3, è turbata dal caotico disporsi delle carte abrasive.
Nelle ultime opere, l’artista di Sant’Arpino recupera in chiave concettuale la tecnica dell’affresco, intesa come immissione del pigmento naturale nella calce viva. Il colore, una volta catturato dalla materia, ne diviene parte integrante.
Marco di Mauro
29
maggio 2004
Francesco Capasso – Tempo ranea
Dal 29 maggio al 19 giugno 2004
arte contemporanea
Location
LIBRERIA GUIDA
Capua, Corso Gran Priorato Di Malta, 25, (Caserta)
Capua, Corso Gran Priorato Di Malta, 25, (Caserta)
Orario di apertura
orari di apertura della libreria
Vernissage
29 Maggio 2004, ore 19