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Francesco Cardillo
Nell’ambito delle iniziative espositive dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Ancona realizzate nello spazio suggestivo dell’Atelier dell’Arco Amoroso e volte a promuovere e valorizzare l’impegno di ricerca di qualità nel settore dell’arte contemporanea è presentato il percorso più recente dell’opera di Francesco Cardillo
Comunicato stampa
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Nell’ambito delle iniziative espositive dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Ancona realizzate nello spazio suggestivo dell’Atelier dell’Arco Amoroso e volte a promuovere e valorizzare l’impegno di ricerca di qualità nel settore dell’arte contemporanea è presentato il percorso più recente dell’opera di Francesco Cardillo.
L’artista, nato a Soriano Calabro, si diploma Maestro d’arte e vive l’ambiente artistico locale fino al 1962 quando si trasferisce a Venezia per frequentare l’Accademia di Belle Arti. Qui entra a contatto col mondo artistico dell’epoca e nella città lagunare presenta la sua prima mostra presso la Galleria “Il Traghetto” suscitando un notevole interesse critico e di pubblico. Nella seconda metà degli anni Settanta comincia ad assumere una posizione “critica” nei confronti del mondo dell’arte con un conseguente isolamento durante il quale elabora una serie di riflessioni che lo portano ad una rielaborazione del suo lavoro. Realizza due cortometraggi e crea story-board e sceneggiature per film d’animazione. Si occupa di grafica e collabora a varie riviste. Nel 1996 si trasferisce nelle Marche e la sua opera recupera un’idea di simbiosi tra tecnica fotografica e pittorica ottenendo un notevole successo di critica che gli permette di stringere rapporti con vari personaggi tra i quali Tonino Guerra. In questo contesto, riappropriatosi dei mezzi a lui più congeniali, sviluppa una vasta e continua analisi sulle situazioni del quotidiano punto focale della sua ricerca artistica.
La necessità di un'attualizzazione, o meglio ancora, di una visione attualizzata dell'interpretazione pittorica dell'artista moderno rispetto alla propria contemporaneità (percorsa anche attraverso la descrizione pittorica di una più vicina ed ordinaria quotidianità) è la soluzione poetica che si può ritrovare nella "ricostruzione" pittorica che caratterizza l'opera di Francesco Cardillo.
Cardillo, in particolare, riesce a sintetizzare, nel suo lavoro, quell'esigenza rappresentativa di ordine figurativo accanto ad una qualità sociale di attualizzazione interpretativa delle vicende quotidiane.
I frammenti di vita giornaliera, gli atteggiamenti spontanei, le relazioni interpersonali, i "paesaggi" metropolitani, i ritratti più comuni, sono gli argomenti prediletti dell'artista che dà corpo all'esigenza di fermare sulla tela, in immagini apparentemente convenzionali, momenti del vissuto di ognuno, spicchi di vita che, seppure facilmente riconoscibili e riconducibili all'esperienza comune, spesso appartengo o derivano anche dall'immaginario inconscio dell'autore e recuperano un'introspezione ed una memoria che si rivela in una più complessa dimensione interpretativa a carattere pittorico. In questi casi le immagini, i frammenti dell'esperienza quotidiana sono decantati in una dimensione quasi fantastica dove il verosimile sostituisce il reale senza, però, che questo non possa essere riconosciuto o quanto meno non possa essere rivisitato dall'esperienza comune.
La capacità quasi esclusiva di questa operazione pittorica di Francesco Cardillo è generata anche dalla particolare scelta tecnica adottata dall'artista che opera su precedenti scatti fotografici che diventano allo stesso tempo contesto e pretesto immaginifico e strumento per un intervento pittorico; si tratta di un connubio che tende riequilibriare le possibilità espressive della fotografia con quelle della pittura, attraverso una pratica operativa che è allo stesso tempo di valore estetico e stilistico, dove è superata l'antica contrapposizione tra le due modalità tecniche e dove, proprio attraverso l'uso meticciato delle stesse, si può giungere, invece, ad una coerente ed efficace sintesi espressiva che è il risultato di più alto valore ed il significativo segno distintivo della poetica dell'artista.
Cardillo, con la sua ricerca, riafferma il valore di una figuralità che, basata sul riferimento fotografico, non risolve con l'utilizzo di elementi oggettuali alla maniera della pop-art (con l'appropriazione dell'oggetto non mediato dalla pittura), ma superata questa concezione, affronta il tema in un'aggiornata rivalutazione della pittura riuscendo ad esprime nella pittura stessa l'espressività propria di ogni frammento del mondo reale o della memoria, urbano o quotidiano che l'artista, attraverso la sua operazione stilistica riesce ad estrapolare, anche modificando e reinterpretando la realtà.
La sua opera diventa quasi una sorta di elemento speculare del mondo attraverso il quale egli è capace di farci ritrovare o di riconoscerci, in una rappresentazione contestuale della stessa fugacità dell'immagine quotidiana, nell'esigenza di selezionare la saturazione dei messaggi visivi della nostra epoca coi quali costantemente e quasi abitudinariamente, quando non inesorabilmente, veniamo a contatto.
L’artista, nato a Soriano Calabro, si diploma Maestro d’arte e vive l’ambiente artistico locale fino al 1962 quando si trasferisce a Venezia per frequentare l’Accademia di Belle Arti. Qui entra a contatto col mondo artistico dell’epoca e nella città lagunare presenta la sua prima mostra presso la Galleria “Il Traghetto” suscitando un notevole interesse critico e di pubblico. Nella seconda metà degli anni Settanta comincia ad assumere una posizione “critica” nei confronti del mondo dell’arte con un conseguente isolamento durante il quale elabora una serie di riflessioni che lo portano ad una rielaborazione del suo lavoro. Realizza due cortometraggi e crea story-board e sceneggiature per film d’animazione. Si occupa di grafica e collabora a varie riviste. Nel 1996 si trasferisce nelle Marche e la sua opera recupera un’idea di simbiosi tra tecnica fotografica e pittorica ottenendo un notevole successo di critica che gli permette di stringere rapporti con vari personaggi tra i quali Tonino Guerra. In questo contesto, riappropriatosi dei mezzi a lui più congeniali, sviluppa una vasta e continua analisi sulle situazioni del quotidiano punto focale della sua ricerca artistica.
La necessità di un'attualizzazione, o meglio ancora, di una visione attualizzata dell'interpretazione pittorica dell'artista moderno rispetto alla propria contemporaneità (percorsa anche attraverso la descrizione pittorica di una più vicina ed ordinaria quotidianità) è la soluzione poetica che si può ritrovare nella "ricostruzione" pittorica che caratterizza l'opera di Francesco Cardillo.
Cardillo, in particolare, riesce a sintetizzare, nel suo lavoro, quell'esigenza rappresentativa di ordine figurativo accanto ad una qualità sociale di attualizzazione interpretativa delle vicende quotidiane.
I frammenti di vita giornaliera, gli atteggiamenti spontanei, le relazioni interpersonali, i "paesaggi" metropolitani, i ritratti più comuni, sono gli argomenti prediletti dell'artista che dà corpo all'esigenza di fermare sulla tela, in immagini apparentemente convenzionali, momenti del vissuto di ognuno, spicchi di vita che, seppure facilmente riconoscibili e riconducibili all'esperienza comune, spesso appartengo o derivano anche dall'immaginario inconscio dell'autore e recuperano un'introspezione ed una memoria che si rivela in una più complessa dimensione interpretativa a carattere pittorico. In questi casi le immagini, i frammenti dell'esperienza quotidiana sono decantati in una dimensione quasi fantastica dove il verosimile sostituisce il reale senza, però, che questo non possa essere riconosciuto o quanto meno non possa essere rivisitato dall'esperienza comune.
La capacità quasi esclusiva di questa operazione pittorica di Francesco Cardillo è generata anche dalla particolare scelta tecnica adottata dall'artista che opera su precedenti scatti fotografici che diventano allo stesso tempo contesto e pretesto immaginifico e strumento per un intervento pittorico; si tratta di un connubio che tende riequilibriare le possibilità espressive della fotografia con quelle della pittura, attraverso una pratica operativa che è allo stesso tempo di valore estetico e stilistico, dove è superata l'antica contrapposizione tra le due modalità tecniche e dove, proprio attraverso l'uso meticciato delle stesse, si può giungere, invece, ad una coerente ed efficace sintesi espressiva che è il risultato di più alto valore ed il significativo segno distintivo della poetica dell'artista.
Cardillo, con la sua ricerca, riafferma il valore di una figuralità che, basata sul riferimento fotografico, non risolve con l'utilizzo di elementi oggettuali alla maniera della pop-art (con l'appropriazione dell'oggetto non mediato dalla pittura), ma superata questa concezione, affronta il tema in un'aggiornata rivalutazione della pittura riuscendo ad esprime nella pittura stessa l'espressività propria di ogni frammento del mondo reale o della memoria, urbano o quotidiano che l'artista, attraverso la sua operazione stilistica riesce ad estrapolare, anche modificando e reinterpretando la realtà.
La sua opera diventa quasi una sorta di elemento speculare del mondo attraverso il quale egli è capace di farci ritrovare o di riconoscerci, in una rappresentazione contestuale della stessa fugacità dell'immagine quotidiana, nell'esigenza di selezionare la saturazione dei messaggi visivi della nostra epoca coi quali costantemente e quasi abitudinariamente, quando non inesorabilmente, veniamo a contatto.
05
maggio 2007
Francesco Cardillo
Dal 05 al 20 maggio 2007
arte contemporanea
Location
ATELIER DELL’ARCO AMOROSO
Ancona, Piazza Plebiscito, (Ancona)
Ancona, Piazza Plebiscito, (Ancona)
Orario di apertura
tutti i giorni 17:30-20:00 / sabato e domenica 10:30-12:30 e 17:30-20; lunedì chiuso
Vernissage
5 Maggio 2007, ore 17.30
Autore
Curatore