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Francesco Di Luca – Cocoon. Il senso dell’assenza
Alla sua prima mostra personale in Fabbrica Eos, galleria dove ha esordito nel 2008 nella collettiva “Fresco di Fabbrica”, Francesco Di Luca presenta una serie di lavori inediti che testimoniano l’approfondimento della tecnica già consolidata ma anche una svolta nella scelta dei contenuti.
Comunicato stampa
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Alla sua prima mostra personale in Fabbrica Eos, galleria dove ha esordito nel 2008 nella collettiva “Fresco di Fabbrica”, Francesco Di Luca presenta una serie di lavori inediti che testimoniano l’approfondimento della tecnica già consolidata ma anche una svolta nella scelta dei contenuti.
Di Luca utilizza il ferro come materiale d’espressione, tagliato e saldato per comporre le sue sculture, strutture che mentre contengono il vuoto allo stesso tempo gli danno un significato; e di ferro è anche il supporto dei dipinti, creati attraverso il procedimento così descritto dall’artista: “I dipinti su ferro prendono forma attraverso vari passaggi. In primis con l’utilizzo della fotografia e poi tramite l’uso di un software per elaborare le immagini, procedendo infine alla realizzazione fisica dell’opera. Una parte fondamentale del lavoro è concentrata sul disegno, molto grafico, il quale mi permette di enfatizzare i contrasti. Velature di antiruggine preservano le parti ferrose da mantenere in luce”.
Di Luca continua a concentrarsi sulla contemporaneità e sulla vita di tutti i giorni; aveva iniziato con l’indagine sulle giovani generazioni e sulle loro insicurezze; le sue sculture di lamiera saldata mostravano corpi giovanili racchiusi nelle cosiddette “corazze alla moda”, abiti firmati accompagnati a pose e gesti sicuri, necessari a nascondere in realtà un vuoto interiore e una fragilità difficile da accettare e quindi da mostrare.
L’artista ha spostato ora la sua attenzione sulla parte più buia della contemporaneità, quella che occupa continuamente le pagine della cronaca, la parte del male e della tragedia, perpetrata spesso dagli uomini sugli altri uomini. In mostra l’installazione dedicata alla Prigione di Guantanamo, struttura spesso criticata per i soprusi sui prigionieri e per la violazione dei diritti umani che vi si attua. Di Luca si unisce agli atti di denuncia attraverso l’arte, uno dei pochi mezzi in grado di sfuggire alla censura.
Numerose le opere dedicate ad altre “oscurità” del mondo odierno, le contraddizioni della società statunitense, la tragedia dei soldati-bambino, il fanatismo razziale, il fenomeno terroristico dei Kamikaze, e ancora le vittime della strada.
Opere che, come dalle parole del curatore Martini, “riportano l’attenzione sugli artefici del vuoto, su coloro che in questo caso producono solo assenza di vita”.
L’artista sarà presente all’inaugurazione.
Di Luca utilizza il ferro come materiale d’espressione, tagliato e saldato per comporre le sue sculture, strutture che mentre contengono il vuoto allo stesso tempo gli danno un significato; e di ferro è anche il supporto dei dipinti, creati attraverso il procedimento così descritto dall’artista: “I dipinti su ferro prendono forma attraverso vari passaggi. In primis con l’utilizzo della fotografia e poi tramite l’uso di un software per elaborare le immagini, procedendo infine alla realizzazione fisica dell’opera. Una parte fondamentale del lavoro è concentrata sul disegno, molto grafico, il quale mi permette di enfatizzare i contrasti. Velature di antiruggine preservano le parti ferrose da mantenere in luce”.
Di Luca continua a concentrarsi sulla contemporaneità e sulla vita di tutti i giorni; aveva iniziato con l’indagine sulle giovani generazioni e sulle loro insicurezze; le sue sculture di lamiera saldata mostravano corpi giovanili racchiusi nelle cosiddette “corazze alla moda”, abiti firmati accompagnati a pose e gesti sicuri, necessari a nascondere in realtà un vuoto interiore e una fragilità difficile da accettare e quindi da mostrare.
L’artista ha spostato ora la sua attenzione sulla parte più buia della contemporaneità, quella che occupa continuamente le pagine della cronaca, la parte del male e della tragedia, perpetrata spesso dagli uomini sugli altri uomini. In mostra l’installazione dedicata alla Prigione di Guantanamo, struttura spesso criticata per i soprusi sui prigionieri e per la violazione dei diritti umani che vi si attua. Di Luca si unisce agli atti di denuncia attraverso l’arte, uno dei pochi mezzi in grado di sfuggire alla censura.
Numerose le opere dedicate ad altre “oscurità” del mondo odierno, le contraddizioni della società statunitense, la tragedia dei soldati-bambino, il fanatismo razziale, il fenomeno terroristico dei Kamikaze, e ancora le vittime della strada.
Opere che, come dalle parole del curatore Martini, “riportano l’attenzione sugli artefici del vuoto, su coloro che in questo caso producono solo assenza di vita”.
L’artista sarà presente all’inaugurazione.
21
ottobre 2010
Francesco Di Luca – Cocoon. Il senso dell’assenza
Dal 21 ottobre al 20 novembre 2010
arte contemporanea
Location
FABBRICA EOS
Milano, Piazzale Antonio Baiamonti, 2, (Milano)
Milano, Piazzale Antonio Baiamonti, 2, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato 10-13 16-19
Vernissage
21 Ottobre 2010, ore 18.30
Autore
Curatore