Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Francesco Dossena – Natura morta e figure
Le giovani donne di Dossena, di tre quarti, come richiamate da una voce fuori campo che le fa accorgere del pubblico, hanno il volto, lo sguardo liquido e il perfetto incarnato delle madonne quattrocentesche di Petrus Christus e del nostro Antonello da Messina
Comunicato stampa
Segnala l'evento
…Su fondi prevalentemente scuri, da tele e da tavole, che appaiono come palcoscenici offerti al reale perché finalmente si sveli in tutta la sua intensità, si affacciano figure dallo sguardo magnetico, frutti e vasellame dal fascino inspiegabile, quasi si celasse dietro a una prugna o a un grappolo d’uva chissà quale mistero.
Nella storia dell’arte i maestri della finzione e della riproduzione calligrafica degli oggetti e delle superfici furono i fiamminghi; la stessa facilità e minuzia di tocco si ritrova nelle opere di Dossena, che sicuramente deve aver subito il fascino della pittura antica di Fiandre e Olanda, se contrassegna ogni opera con una grande “D” (contenente la “F” del nome) che ricorda il famoso monogramma (AD) di Albrecht Dürer.
Le giovani donne di Dossena, di tre quarti, come richiamate da una voce fuori campo che le fa accorgere del pubblico, hanno il volto, lo sguardo liquido e il perfetto incarnato delle madonne quattrocentesche di Petrus Christus e del nostro Antonello da Messina.
La luce si spegne e diventa lieve bagliore su grandi piatti di peltro traboccanti di frutta, che si sparge sui rustici tavolacci in legno e su tovaglie pesanti come tende. È la natura morta sontuosa di Jan De Heem, trionfo di vita e di succhi, apice della bellezza oltre cui non si può andare senza che la pelle si crepi o l’acqua si asciughi rinsecchendo le forme. Dossena è però un artista del ventunesimo secolo, inevitabilmente vinto dall’istinto moderno, dalla tentazione di isolare ogni frutto, per ascoltare a tutto volume singole voci. Sul palco va allora in scena il dramma del mandarino. Privato della pelle (la buccia) con la polpa bene in vista come fosse carne viva, il trionfo della pera e l’invito dell’uva, mollemente abbandonata sul tavolo come una bella e giovane modella in posa…
Estratto da un articolo di Paola Riccardi
Nella storia dell’arte i maestri della finzione e della riproduzione calligrafica degli oggetti e delle superfici furono i fiamminghi; la stessa facilità e minuzia di tocco si ritrova nelle opere di Dossena, che sicuramente deve aver subito il fascino della pittura antica di Fiandre e Olanda, se contrassegna ogni opera con una grande “D” (contenente la “F” del nome) che ricorda il famoso monogramma (AD) di Albrecht Dürer.
Le giovani donne di Dossena, di tre quarti, come richiamate da una voce fuori campo che le fa accorgere del pubblico, hanno il volto, lo sguardo liquido e il perfetto incarnato delle madonne quattrocentesche di Petrus Christus e del nostro Antonello da Messina.
La luce si spegne e diventa lieve bagliore su grandi piatti di peltro traboccanti di frutta, che si sparge sui rustici tavolacci in legno e su tovaglie pesanti come tende. È la natura morta sontuosa di Jan De Heem, trionfo di vita e di succhi, apice della bellezza oltre cui non si può andare senza che la pelle si crepi o l’acqua si asciughi rinsecchendo le forme. Dossena è però un artista del ventunesimo secolo, inevitabilmente vinto dall’istinto moderno, dalla tentazione di isolare ogni frutto, per ascoltare a tutto volume singole voci. Sul palco va allora in scena il dramma del mandarino. Privato della pelle (la buccia) con la polpa bene in vista come fosse carne viva, il trionfo della pera e l’invito dell’uva, mollemente abbandonata sul tavolo come una bella e giovane modella in posa…
Estratto da un articolo di Paola Riccardi
11
novembre 2006
Francesco Dossena – Natura morta e figure
Dall'undici al 30 novembre 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA SPAZIO D’ARTE
Piacenza, Vicolo Sant'ilario, 4, (Piacenza)
Piacenza, Vicolo Sant'ilario, 4, (Piacenza)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì, ore 17 - 19
Sabato ore 10 - 12,30 e 17 – 19
Per appuntamento dal lunedì alla domenica
Vernissage
11 Novembre 2006, ore 17,30
Autore