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Francesco Guerrieri – Il Quadro luce 1967-1977
In questa mostra Il Quadro Luce 1967 – 1977 a distanza di circa trenta anni sono ora nuovamente esposte importanti opere di Guerrieri, nel decennio preso in esame, come il grande “Quadrittico di mezza estate” (1973), ”Nuova Scrittura” (1973), ”Quadro n. 1” (1975), ”Tondo n. 3” (1976).
Comunicato stampa
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In questa mostra Il Quadro Luce 1967 - 1977 a distanza di circa trenta anni sono ora nuovamente esposte importanti
opere di Guerrieri, nel decennio preso in esame, come il grande “Quadrittico di mezza estate” (1973), ”Nuova Scrittura”
(1973), ”Quadro n. 1” (1975), ”Tondo n. 3” (1976).
Dopo le ormai ampiamente storicizzate realizzazioni di opere gestaltiche e strutturalistiche (“Gruppo 63” e
“Sperimentale p.”) Francesco Guerrieri dal 1967 inizia a usare solo due toni alternati di giallo per dipingere le sue
strutture con effetto di irradiazione su fondo bianco.
Come ebbe a scrivere Adriano Spatola nel 1972 “la trasformazione del colore in luce risponde a un bisogno sempre
presente nella pittura di Guerrieri”.
I segni gialli si organizzano in strutture che lasciano emergere bianche scritture indecifrabili oppure allusive forme
bianche in una continua alternanza visiva fondo-figura.
Successivamente gli spazi bianchi, in cui navigano le strutture dei segni gialli, divengono sempre più ampi e i segni
vengono sospinti ai margini della tela e sui lati del telaio quasi ad irradiare la parete e l’ambiente espositivo, lasciando
dominante al centro della tela la luce assoluta del bianco puro.
“Ora – scriveva lo stesso Guerrieri nel 1977 - la pittura è nello spazio invece che lo spazio nella pittura”.
Di lì a poco, nello stesso anno, Guerrieri realizzerà la grande opera-ambiente “Immarginazione”, dove, eliminata
completamente la tela, grandi cornici-telai vuoti, ma dipinti con segni gialli sui lati, includeranno realmente lo
spazio-ambiente nell’opera.
Per questa via Guerrieri, come scrive Gabriele Simongini nel testo critico introduttivo alla mostra, “ha de-territorializzato
le figure e i segni dell’arte”. “L’espansione del colore in un continuum spazio-temporale si giova di una geometria
morbida ed elastica, capace di non irrigidire e di non cristallizzare mai il ritmo interno della composizione.
Le certezze razionali della geometria sono rovesciate e dolcemente modulate per dare voce all’ineffabile e all’assoluto.
Il continuum diventa la concretizzazione dell’idea di un “infinito finito” in cui il ritmo trasfigura la struttura in forma
mutante. Guerrieri elabora in queste opere una personale poetica del vuoto e della riduzione linguistica che sembra
anche voler privilegiare un invito al silenzio della contemplazione e della riflessione ma soprattutto alla necessità di
guardare oltre le apparenze e i dati consolidati”.
opere di Guerrieri, nel decennio preso in esame, come il grande “Quadrittico di mezza estate” (1973), ”Nuova Scrittura”
(1973), ”Quadro n. 1” (1975), ”Tondo n. 3” (1976).
Dopo le ormai ampiamente storicizzate realizzazioni di opere gestaltiche e strutturalistiche (“Gruppo 63” e
“Sperimentale p.”) Francesco Guerrieri dal 1967 inizia a usare solo due toni alternati di giallo per dipingere le sue
strutture con effetto di irradiazione su fondo bianco.
Come ebbe a scrivere Adriano Spatola nel 1972 “la trasformazione del colore in luce risponde a un bisogno sempre
presente nella pittura di Guerrieri”.
I segni gialli si organizzano in strutture che lasciano emergere bianche scritture indecifrabili oppure allusive forme
bianche in una continua alternanza visiva fondo-figura.
Successivamente gli spazi bianchi, in cui navigano le strutture dei segni gialli, divengono sempre più ampi e i segni
vengono sospinti ai margini della tela e sui lati del telaio quasi ad irradiare la parete e l’ambiente espositivo, lasciando
dominante al centro della tela la luce assoluta del bianco puro.
“Ora – scriveva lo stesso Guerrieri nel 1977 - la pittura è nello spazio invece che lo spazio nella pittura”.
Di lì a poco, nello stesso anno, Guerrieri realizzerà la grande opera-ambiente “Immarginazione”, dove, eliminata
completamente la tela, grandi cornici-telai vuoti, ma dipinti con segni gialli sui lati, includeranno realmente lo
spazio-ambiente nell’opera.
Per questa via Guerrieri, come scrive Gabriele Simongini nel testo critico introduttivo alla mostra, “ha de-territorializzato
le figure e i segni dell’arte”. “L’espansione del colore in un continuum spazio-temporale si giova di una geometria
morbida ed elastica, capace di non irrigidire e di non cristallizzare mai il ritmo interno della composizione.
Le certezze razionali della geometria sono rovesciate e dolcemente modulate per dare voce all’ineffabile e all’assoluto.
Il continuum diventa la concretizzazione dell’idea di un “infinito finito” in cui il ritmo trasfigura la struttura in forma
mutante. Guerrieri elabora in queste opere una personale poetica del vuoto e della riduzione linguistica che sembra
anche voler privilegiare un invito al silenzio della contemplazione e della riflessione ma soprattutto alla necessità di
guardare oltre le apparenze e i dati consolidati”.
15
novembre 2009
Francesco Guerrieri – Il Quadro luce 1967-1977
Dal 15 novembre al 10 dicembre 2009
arte contemporanea
Location
GALLERIA MIRALLI – PALAZZO CHIGI
Viterbo, Via Chigi, 15, (Viterbo)
Viterbo, Via Chigi, 15, (Viterbo)
Orario di apertura
ore 16,30 - 19,30, esclusi i festivi.
Vernissage
15 Novembre 2009, ore 11
Editore
CARTE SEGRETE
Autore
Curatore