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Francesco Guerrieri – Opere su carta degli anni ’60
Allestita a Roma, presso la Galleria Cortese & Lisanti, la mostra di Francesco Guerrieri presenta una raccolta di opere, realizzate lungo il decennio degli anni Sessanta, delle quali si è voluto privilegiare le realizzazioni su carta, dove la spontaneità e l’immediatezza sono i caratteri predominanti
Comunicato stampa
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Allestita a Roma, presso la Galleria Cortese & Lisanti, la mostra di Francesco Guerrieri presenta una raccolta di opere, realizzate lungo il decennio degli anni Sessanta, delle quali si è voluto privilegiare le realizzazioni su carta, dove la spontaneità e l’ immediatezza sono i caratteri predominanti.
La complessa personalità di Guerrieri non può essere ridotta a esemplificative etichettature. Maestro tra i più accreditati della pittura astratto-geometrica che durante gli anni Sessanta fu definita “ghestaltica”, il suo cammino di ricerca è scandito da una successione di mutamenti evolutivi mai fini a se stessi in coerente divenire, che fanno del viaggio all’interno della vita artistica di questo maestro una chiave di lettura nitida delle problematiche generali sull’arte e il suo farsi.
In consonanza con quanto avveniva allora nel mondo di quegli anni, le opere di Guerrieri contengono tutti i segni del clima di disagio internazionale. C’è la ricerca di un rapporto nuovo tra l’artista, i materiali con cui lavora, il gesto creativo e l’opera, il segno che ne scaturisce.
“Informel”, così il pittore francese Georges Mathieu nel 1951, definì la temperie culturale artistica esplosa a partire dal secondo dopoguerra, la pittura informale.
«Esplodeva la mia creatività accumulata e compressa nella memoria e nei sensi, dilagando sulla tela o sulla carta. Non ero più obbligato a raffigurare una modella o un modello e se una parvenza figurale appariva, subito dopo si dileguava nella stratificazione informale della materia. Non la materia inerte, sorda, muta: qui la materia è la forza della natura, vitalità conflittuale, mistero cosmico, incanto e canto». Scriveva così Francesco Guerrieri al suo ritorno dai viaggi che all’approssimarsi degli anni ‘60 compì con la moglie Lia Drei in Francia e Spagna, e dai lunghi soggiorni nell’isola di Vulcano.
Negli anni Sessanta Guerrieri ha svolto un ruolo molto importante nel campo della ricerca ghestaltica e strutturalista sul linguaggio delle arti visive, promovendo in primis la formazione del «Gruppo ‘63».
La vibrazione cromatico-materica che percorre tutta l’opera di Guerrieri animano il lavoro incessante di ricerca che egli inseguì sin dai primordi e per tutto il corso della sua attività, rigorosamente attento a che il fare artistico superasse la collocazione di fenomeno esclusivamente culturale, per collocarsi a pieno titolo a livello di tutte le manifestazioni dell’agire umano.
La struttura è concepita come funzionale alla ricezione del messaggio creativo, il significante corroba il significato, ne diviene momento costitutivo assumendo il valore di coefficiente informativo. E’ questa la fase del Movimento Strutturalista degli anni Sessanta, cui Guerrieri approderà con la creazione del Binomio “Sperimentale p.” (p. = puro, con riferimento allo sperimentalismo), che egli costituì, insieme alla moglie Lia Drei, dopo lo scioglimento del Gruppo ‘63 per divergenze metodologiche sulla ricerca artistica con gli altri componenti.
La ricerca sperimentale sarà alla base delle successive fasi artistiche, dalle installazioni degli anni ’70, alle mostre di “Metapittura” degli anni ’80, al ciclo di “Interni d’Artista”.
La complessa personalità di Guerrieri non può essere ridotta a esemplificative etichettature. Maestro tra i più accreditati della pittura astratto-geometrica che durante gli anni Sessanta fu definita “ghestaltica”, il suo cammino di ricerca è scandito da una successione di mutamenti evolutivi mai fini a se stessi in coerente divenire, che fanno del viaggio all’interno della vita artistica di questo maestro una chiave di lettura nitida delle problematiche generali sull’arte e il suo farsi.
In consonanza con quanto avveniva allora nel mondo di quegli anni, le opere di Guerrieri contengono tutti i segni del clima di disagio internazionale. C’è la ricerca di un rapporto nuovo tra l’artista, i materiali con cui lavora, il gesto creativo e l’opera, il segno che ne scaturisce.
“Informel”, così il pittore francese Georges Mathieu nel 1951, definì la temperie culturale artistica esplosa a partire dal secondo dopoguerra, la pittura informale.
«Esplodeva la mia creatività accumulata e compressa nella memoria e nei sensi, dilagando sulla tela o sulla carta. Non ero più obbligato a raffigurare una modella o un modello e se una parvenza figurale appariva, subito dopo si dileguava nella stratificazione informale della materia. Non la materia inerte, sorda, muta: qui la materia è la forza della natura, vitalità conflittuale, mistero cosmico, incanto e canto». Scriveva così Francesco Guerrieri al suo ritorno dai viaggi che all’approssimarsi degli anni ‘60 compì con la moglie Lia Drei in Francia e Spagna, e dai lunghi soggiorni nell’isola di Vulcano.
Negli anni Sessanta Guerrieri ha svolto un ruolo molto importante nel campo della ricerca ghestaltica e strutturalista sul linguaggio delle arti visive, promovendo in primis la formazione del «Gruppo ‘63».
La vibrazione cromatico-materica che percorre tutta l’opera di Guerrieri animano il lavoro incessante di ricerca che egli inseguì sin dai primordi e per tutto il corso della sua attività, rigorosamente attento a che il fare artistico superasse la collocazione di fenomeno esclusivamente culturale, per collocarsi a pieno titolo a livello di tutte le manifestazioni dell’agire umano.
La struttura è concepita come funzionale alla ricezione del messaggio creativo, il significante corroba il significato, ne diviene momento costitutivo assumendo il valore di coefficiente informativo. E’ questa la fase del Movimento Strutturalista degli anni Sessanta, cui Guerrieri approderà con la creazione del Binomio “Sperimentale p.” (p. = puro, con riferimento allo sperimentalismo), che egli costituì, insieme alla moglie Lia Drei, dopo lo scioglimento del Gruppo ‘63 per divergenze metodologiche sulla ricerca artistica con gli altri componenti.
La ricerca sperimentale sarà alla base delle successive fasi artistiche, dalle installazioni degli anni ’70, alle mostre di “Metapittura” degli anni ’80, al ciclo di “Interni d’Artista”.
23
maggio 2006
Francesco Guerrieri – Opere su carta degli anni ’60
Dal 23 maggio al 30 giugno 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA CORTESE & LISANTI
Roma, Via Garigliano, 29, (Roma)
Roma, Via Garigliano, 29, (Roma)
Orario di apertura
10.00 – 13.00 e 16.30 – 19.30 dal lunedì al sabato
Vernissage
23 Maggio 2006, ore 18
Autore
Curatore