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Francesco Lauretta – L’immagine che resta
La stagione espositiva 2011 dell’Ermanno Tedeschi Gallery si apre con L’immagine che resta, prima personale di Francesco Lauretta a Torino.
Comunicato stampa
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La stagione espositiva 2011 dell’Ermanno Tedeschi Gallery si apre con L’immagine che resta, prima personale di Francesco Lauretta a Torino.
L’artista di origine siciliana così presenta i suoi ultimi lavori:
Mi piacerebbe fare una mostra che lasci ricordare, affacciare su un mondo remoto, arcaico ma senza sentimentalismi e allo stesso tempo ci ponga nella condizione di riflettere sul nostro tempo incerto. Mi piacerebbe scrivere racconti brevi, tanti, uno al giorno che raccontino le difficoltà di vita e di morte, e che poi scivolassero come allegorie per riflettere la pittura giunta nel mio tempo come briciola dorata lasciata dentro una teca. Potere osservare lo sguardo, dritto negli occhi di un animale, una pecora, pecore come fossero umani gli occhi incomprensibili. Mi piacerebbe impastare i colori con violenza e con violenza stracciare le foto col colore febbrile, che differentemente dai grigi –o cachi- toni nordici e mediatici tipici di molta della pittura today riflettano l’ambiguo,un collasso pittorico, perché la pittura ha bisogno di nuovo d’ossa, d’una verticale eretta, di vertebra, incandescenza contro. Perché dopo anni, poco più d’un lustro scopro che di ri-costruzione, ricordo, riproduzione e redenzione ha bisogno questo medium maltrattato, di ingegneria. Mi piacerebbe far sentire in chi guarda l’aldilà della pittura, e la pittura figurativa deve andare al di là delle interpretazioni convenzionali, e gli elementi reali si impongono più nettamente allo sguardo dell’osservatore quanto più si estinguono nel mondo. Ecco che dipingendo in chiusura e ritocco, nella ciarla, sotto pompa sfarzosa dell’allegoria, mi piacerebbe suggerire, con poesia, alla pittura: prendi le tue tombe e va’ .
L’allegoria è la capacità di dare espressione al mondo non nella sua pienezza e nella sua perfezione, ma nel suo andare in rovina e frammentarsi. W. Benjamin
Quello che noi vediamo nelle scene di Lauretta, fatte di mille particolari che si scoprono a poco a poco, è l’immagine nell’immagine; per questo si può parlare di meta- pittura, ovvero dell’uso del linguaggio pittorico come mezzo concettuale di riflessione sulla pittura stessa: le opere di Lauretta entrano ed escono dall’ipotetica “cornice” e intercettano segnali futuri.
L’artista di origine siciliana così presenta i suoi ultimi lavori:
Mi piacerebbe fare una mostra che lasci ricordare, affacciare su un mondo remoto, arcaico ma senza sentimentalismi e allo stesso tempo ci ponga nella condizione di riflettere sul nostro tempo incerto. Mi piacerebbe scrivere racconti brevi, tanti, uno al giorno che raccontino le difficoltà di vita e di morte, e che poi scivolassero come allegorie per riflettere la pittura giunta nel mio tempo come briciola dorata lasciata dentro una teca. Potere osservare lo sguardo, dritto negli occhi di un animale, una pecora, pecore come fossero umani gli occhi incomprensibili. Mi piacerebbe impastare i colori con violenza e con violenza stracciare le foto col colore febbrile, che differentemente dai grigi –o cachi- toni nordici e mediatici tipici di molta della pittura today riflettano l’ambiguo,un collasso pittorico, perché la pittura ha bisogno di nuovo d’ossa, d’una verticale eretta, di vertebra, incandescenza contro. Perché dopo anni, poco più d’un lustro scopro che di ri-costruzione, ricordo, riproduzione e redenzione ha bisogno questo medium maltrattato, di ingegneria. Mi piacerebbe far sentire in chi guarda l’aldilà della pittura, e la pittura figurativa deve andare al di là delle interpretazioni convenzionali, e gli elementi reali si impongono più nettamente allo sguardo dell’osservatore quanto più si estinguono nel mondo. Ecco che dipingendo in chiusura e ritocco, nella ciarla, sotto pompa sfarzosa dell’allegoria, mi piacerebbe suggerire, con poesia, alla pittura: prendi le tue tombe e va’ .
L’allegoria è la capacità di dare espressione al mondo non nella sua pienezza e nella sua perfezione, ma nel suo andare in rovina e frammentarsi. W. Benjamin
Quello che noi vediamo nelle scene di Lauretta, fatte di mille particolari che si scoprono a poco a poco, è l’immagine nell’immagine; per questo si può parlare di meta- pittura, ovvero dell’uso del linguaggio pittorico come mezzo concettuale di riflessione sulla pittura stessa: le opere di Lauretta entrano ed escono dall’ipotetica “cornice” e intercettano segnali futuri.
08
febbraio 2011
Francesco Lauretta – L’immagine che resta
Dall'otto febbraio al 29 marzo 2011
arte contemporanea
Location
ERMANNO TEDESCHI GALLERY
Torino, Via Carlo Ignazio Giulio, 6, (Torino)
Torino, Via Carlo Ignazio Giulio, 6, (Torino)
Orario di apertura
da martedì a sabato 11-13 e 16-20, o su appuntamento
Vernissage
8 Febbraio 2011, ore 18,30
Autore