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Francesco Lauretta – Quasi euforia
Lo spazio EGG visual art inaugura la stagione 2016-17 presentando la mostra dell’artista siciliano FRANCESCO LAURETTA. L’artista porta a compimento a Livorno un progetto piuttosto complesso a cui lavorava da tempo che si articola in una serie di quadri ad olio, disegni e una installazione.
Comunicato stampa
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QUASI EUFORIA /
Francesco Lauretta
in collaborazione con Sergio Tossi/Zona B
29 ottobre / 26 novembre 2016
Vernissage: sabato 29 ottobre 2016 ore 18,30
Lo spazio EGG visual art inaugura la stagione 2016-17 presentando la mostra dell’artista siciliano FRANCESCO LAURETTA. L’artista porta a compimento a Livorno un progetto piuttosto complesso a cui lavorava da tempo che si articola in una serie di quadri ad olio, disegni e una installazione.
In questo progetto l’attenzione dell’artista indaga i risvolti emotivi della sospensione dell’attività, l’attimo in cui un’azione comincia o sta per cominciare… ma ancora non si può sapere quale azione e dove porterà.
Ma l’immagine potrebbe anche raccontare la fine di qualcosa che forse non è concluso un momento quasi atemporale che rimanda ad un vuoto, un abisso… ma anche una molteplicità di riferimenti alla parte più misteriosa della nostra vita.
LA MOSTRA SARÀ VISIBILE FINO AL 26 NOVEMBRE 2016
Lo spazio espositivo per l’arte contemporanea Egg Visual Art si trova a Livorno in via del Platano 10.
Per appuntamento: +39 329 2938433 (Angelo)
www.facebook.com/eggvisualart
Euforia (Quasi) viene non per caso dopo molti anni di rifondazioni.
Entrare dentro Euforia è come lasciarsi osservare dalle immagini o dalle visioni che paiono sgretolarsi da un momento all’altro. Una collana di opere si spiega davanti a noi con l’euforia di quanto possiamo declinare o definire le cose del mondo vivente, poi sopravvivente, reperto, e infine miracoloso inizio o ricominciamento. Le ragazze al Giardino delle rose sembrano fantasmi, incerte se accomodarsi o lasciarsi intravvedere nello spiraglio del quadro dell’osservante. Una processione sembra ribollire d’anime domate. Una squadra di calcio amatoriale è in posa prima di iniziare la partita che è già stata giocata, svanita, memento. Una statua si erige nello splendore rigoglioso di una natura che pare essere unica destinataria del tempo, come il turchese dominante del paesaggio dove compare James Lee Byars, che si fa spettro di un momento unico e performativo, e come tale rimane impresso in un luogo sterminato, in un futuro consegnato grazie alla pittura densa e macchiaiola tanto da rivisitarlo, o da farci rivisitare da lui, ogni volta che vi posiamo lo sguardo: tra lui e noi, noi e lui. La realtà è osservata, mostrata ma sempre come qualcosa che ci pare irreale. Vedere questi quadri attorno a noi è come stare su una soglia, ci si può scivolare dentro, dall’altra parte, e la strana sensazione è come se i quadri, le opere, tenessero un occhio chiuso e aperto l’altro. Euforia è un impegno deformato del nostro sentire. Tutto è niente, giorno per giorno, nei secoli dei secoli, visibile e invisibile. Tutto sembra la stessa cosa, qualcosa ci salva ma è sfuggente: l’Euforia Quasi. Tutto pare prossimo a svanire e sembra regnare l’oblio in questi quadri, piccoli quadri poetici che hanno qualcosa di incompiuto, abbozzi se non fosse che la pittura stessa si mostra nel suo sforzo di esistere, di durevole consistenza. Entrare in mostra è come entrare in una vasca, lasciarsi avvolgere pittoricamente da un’atmosfera. C’è una fragilità della condizione umana, fragilità fondante qui. Sono dipinti, questi, che ci invitano a sostarci davanti, che non ci riempiono del tutto, c’è preclusa quella sottile euforia smussata da quel Quasi del titolo, e in quel ‘quasi’ si svela la nostra esistenza spettrale. La cornice, dello spazio e dei quadri, è la congiunzione luminosa dell’esistenza e delle inesistenze, i confini che separano l’essere dal non essere sono incerti, i recinti saltati. Quasi euforia è come la definizione stessa della pittura. La realtà pare dolce, pacata, dolente, terribile meditazione che ci parla di vuoto, ci riempie di presenze spesso sconosciute. Questi quadri sembrano fissare gli spazi bianchi dello spazio, fissare il nulla, senza farci inghiottire. Tenere testa all’orrore del vuoto contemplandolo spassionatamente e con la quasi euforia, sospesi quasi su un abisso, vedere queste opere, è come familiarizzare col nulla, strusciarsi col baratro attraverso la dolce e terribile ipnotica vista della pittura. E una Quasi euforia colma il quadro e l’intera installazione, e ci raggiunge escludendoci dal futuro: Euforia, qui, di stare in mezzo a una eternità provvisoria.
Francesco Lauretta (Ispica, Ragusa, 1964) dopo la formazione all’Accademia di Belle Arti di Venezia con Emilio Vedova, ha sperimentato la performance, l’installazione, il video. Dal 2003 lavora alla definizione della pittura come linguaggio e su quella del pittore come condizione esistenziale, esplorando le tecniche, i processi, gli esiti formali, le deviazioni, i limiti e i possibili fallimenti. Dal 2010 è al lavoro su “I racconti funesti”, una serie di allegorie in cui esercita la scrittura come strumento per la comprensione della sua ricerca. Le più recenti mostre personali, tra le molte in gallerie e spazi istituzionali, sono “A perfect day” alla SRISA, (Firenze), “Esistenze|Inesistenze” , Spazio Varco (L’Aquila), “Inesistenze”, alla galleria Z2o Zanin, Roma (2015), “Una nuova mostra di pittura”, in più sedi storiche a Scicli (2014), “Esercizi di Equilibrio, alla GAM Galleria d’Arte Moderna, Palermo (2013). Tra le molte mostre collettive in Italia e all’estero si ricordano “Walking on the Planet”, Casa Masaccio, San Giovanni Valdarno (2015), “PPS- Paesaggio e Popolo della Sicilia”, Palazzo Riso a Palermo e Frigoriferi Milanesi a Milano (2011), “Visions in New York City”, Macy Art Gallery, New York (2010), oltre alla partecipazione a progetti speciali realizzati da collettivi di artisti e curatori, tra gli altri Racconto di Venti, Milano (2015), The Wall (archives), Milano (2015), Nuvole, Scicli (2014), Madeinfilandia, Pieve a Presciano, Arezzo (2013), La festa dei vivi (che riflettono sulla morte), Porto San Cesario, Lecce (2013).
Francesco Lauretta
in collaborazione con Sergio Tossi/Zona B
29 ottobre / 26 novembre 2016
Vernissage: sabato 29 ottobre 2016 ore 18,30
Lo spazio EGG visual art inaugura la stagione 2016-17 presentando la mostra dell’artista siciliano FRANCESCO LAURETTA. L’artista porta a compimento a Livorno un progetto piuttosto complesso a cui lavorava da tempo che si articola in una serie di quadri ad olio, disegni e una installazione.
In questo progetto l’attenzione dell’artista indaga i risvolti emotivi della sospensione dell’attività, l’attimo in cui un’azione comincia o sta per cominciare… ma ancora non si può sapere quale azione e dove porterà.
Ma l’immagine potrebbe anche raccontare la fine di qualcosa che forse non è concluso un momento quasi atemporale che rimanda ad un vuoto, un abisso… ma anche una molteplicità di riferimenti alla parte più misteriosa della nostra vita.
LA MOSTRA SARÀ VISIBILE FINO AL 26 NOVEMBRE 2016
Lo spazio espositivo per l’arte contemporanea Egg Visual Art si trova a Livorno in via del Platano 10.
Per appuntamento: +39 329 2938433 (Angelo)
www.facebook.com/eggvisualart
Euforia (Quasi) viene non per caso dopo molti anni di rifondazioni.
Entrare dentro Euforia è come lasciarsi osservare dalle immagini o dalle visioni che paiono sgretolarsi da un momento all’altro. Una collana di opere si spiega davanti a noi con l’euforia di quanto possiamo declinare o definire le cose del mondo vivente, poi sopravvivente, reperto, e infine miracoloso inizio o ricominciamento. Le ragazze al Giardino delle rose sembrano fantasmi, incerte se accomodarsi o lasciarsi intravvedere nello spiraglio del quadro dell’osservante. Una processione sembra ribollire d’anime domate. Una squadra di calcio amatoriale è in posa prima di iniziare la partita che è già stata giocata, svanita, memento. Una statua si erige nello splendore rigoglioso di una natura che pare essere unica destinataria del tempo, come il turchese dominante del paesaggio dove compare James Lee Byars, che si fa spettro di un momento unico e performativo, e come tale rimane impresso in un luogo sterminato, in un futuro consegnato grazie alla pittura densa e macchiaiola tanto da rivisitarlo, o da farci rivisitare da lui, ogni volta che vi posiamo lo sguardo: tra lui e noi, noi e lui. La realtà è osservata, mostrata ma sempre come qualcosa che ci pare irreale. Vedere questi quadri attorno a noi è come stare su una soglia, ci si può scivolare dentro, dall’altra parte, e la strana sensazione è come se i quadri, le opere, tenessero un occhio chiuso e aperto l’altro. Euforia è un impegno deformato del nostro sentire. Tutto è niente, giorno per giorno, nei secoli dei secoli, visibile e invisibile. Tutto sembra la stessa cosa, qualcosa ci salva ma è sfuggente: l’Euforia Quasi. Tutto pare prossimo a svanire e sembra regnare l’oblio in questi quadri, piccoli quadri poetici che hanno qualcosa di incompiuto, abbozzi se non fosse che la pittura stessa si mostra nel suo sforzo di esistere, di durevole consistenza. Entrare in mostra è come entrare in una vasca, lasciarsi avvolgere pittoricamente da un’atmosfera. C’è una fragilità della condizione umana, fragilità fondante qui. Sono dipinti, questi, che ci invitano a sostarci davanti, che non ci riempiono del tutto, c’è preclusa quella sottile euforia smussata da quel Quasi del titolo, e in quel ‘quasi’ si svela la nostra esistenza spettrale. La cornice, dello spazio e dei quadri, è la congiunzione luminosa dell’esistenza e delle inesistenze, i confini che separano l’essere dal non essere sono incerti, i recinti saltati. Quasi euforia è come la definizione stessa della pittura. La realtà pare dolce, pacata, dolente, terribile meditazione che ci parla di vuoto, ci riempie di presenze spesso sconosciute. Questi quadri sembrano fissare gli spazi bianchi dello spazio, fissare il nulla, senza farci inghiottire. Tenere testa all’orrore del vuoto contemplandolo spassionatamente e con la quasi euforia, sospesi quasi su un abisso, vedere queste opere, è come familiarizzare col nulla, strusciarsi col baratro attraverso la dolce e terribile ipnotica vista della pittura. E una Quasi euforia colma il quadro e l’intera installazione, e ci raggiunge escludendoci dal futuro: Euforia, qui, di stare in mezzo a una eternità provvisoria.
Francesco Lauretta (Ispica, Ragusa, 1964) dopo la formazione all’Accademia di Belle Arti di Venezia con Emilio Vedova, ha sperimentato la performance, l’installazione, il video. Dal 2003 lavora alla definizione della pittura come linguaggio e su quella del pittore come condizione esistenziale, esplorando le tecniche, i processi, gli esiti formali, le deviazioni, i limiti e i possibili fallimenti. Dal 2010 è al lavoro su “I racconti funesti”, una serie di allegorie in cui esercita la scrittura come strumento per la comprensione della sua ricerca. Le più recenti mostre personali, tra le molte in gallerie e spazi istituzionali, sono “A perfect day” alla SRISA, (Firenze), “Esistenze|Inesistenze” , Spazio Varco (L’Aquila), “Inesistenze”, alla galleria Z2o Zanin, Roma (2015), “Una nuova mostra di pittura”, in più sedi storiche a Scicli (2014), “Esercizi di Equilibrio, alla GAM Galleria d’Arte Moderna, Palermo (2013). Tra le molte mostre collettive in Italia e all’estero si ricordano “Walking on the Planet”, Casa Masaccio, San Giovanni Valdarno (2015), “PPS- Paesaggio e Popolo della Sicilia”, Palazzo Riso a Palermo e Frigoriferi Milanesi a Milano (2011), “Visions in New York City”, Macy Art Gallery, New York (2010), oltre alla partecipazione a progetti speciali realizzati da collettivi di artisti e curatori, tra gli altri Racconto di Venti, Milano (2015), The Wall (archives), Milano (2015), Nuvole, Scicli (2014), Madeinfilandia, Pieve a Presciano, Arezzo (2013), La festa dei vivi (che riflettono sulla morte), Porto San Cesario, Lecce (2013).
29
ottobre 2016
Francesco Lauretta – Quasi euforia
Dal 29 ottobre al 26 novembre 2016
arte contemporanea
Location
EGG VISUAL ART
Livorno, Via Del Platano, 10, (Livorno)
Livorno, Via Del Platano, 10, (Livorno)
Orario di apertura
Su appuntamento: +39 329 2938433 (Angelo)
Vernissage
29 Ottobre 2016, ore 18,30
Autore
Curatore