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Francesco Mernini – Floating Architecture
Le opere selezionate appartengono a un progetto che si ispira all’architettura razionalista.
Comunicato stampa
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La GALLERIA VALENTINA MONCADA inaugura venerdì 5 novembre 2010 alle ore 19.00 la mostra personale dell’artista italiano Francesco Mernini, intitolata Floating Architecture, a cura di Gianluca Marziani. Le opere selezionate, 14 tele dipinte a olio che si completano di un’istallazione in marmo di travertino, appartengono a un progetto che si ispira all’architettura razionalista.
Nel caso specifico sono due le fonti iconografiche su cui ha lavorato l’artista: alcuni edifici, facciate e colonnate del quartiere romano EUR, oltre ad alcuni elementi architettonici della marittima Sabaudia. Floating Architecture riflette sul carattere storico dell’utopia fascista e pone seria attenzione al ruolo centrale dell’esoterismo nel pensiero razionalista. Se da una parte gli ideali del regime tendevano a risolversi nelle monumentali e fredde architetture, metafora di un arcaico potere che mirava all’ordine e al controllo, dall’altra si nascondeva un’interessante ricerca della forma pura, quasi primitiva, nella quale l’essere umano poteva ritrovare se stesso.
L’architettura è per Mernini un pretesto figurativo che aziona molteplici cortocircuiti, sia in termini di elaborazione estetica, sia in termini di incroci tra filosofia, religione, antropologia e fisica. Rigore matematico e visione olistica si compenetrano in un percorso senza ideologismi, capace di agire sulla “rimozione storica” in termini elaborativi e complessi. La sua visione esula dal puro giudizio morale e indaga il corpo nascosto delle forme urbane, il moloch che vibra dietro ogni simbologia, le alchimie sacrali dietro una geometria ma anche le aperture scientifiche del futuro, gli intrecci possibili tra archetipi e nanotecnologie, tra memorie condivise e rischi del progresso.
Come dice Marziani: “Il perfezionismo pittorico di Mernini, sotto il talento luminoso di una tecnica impressionante, nasconde decisivi passaggi teorici lungo il legame micro/macro tra Uomo e Natura. L’architettura ne rappresenta il volume sublimato, il contenitore morale da cui indagare il peso scientifico della percezione ottica, della consistenza chimica delle forme, del ruolo instabile che le materie reali hanno su un piano non solamente percettivo”.
La visione del frangente architettonico si risolve in un rigoroso dialogo tra messa a fuoco e zone di sfocatura. La nettezza dello sguardo (le zone nette) come regolatore del piano reale, dell’apparenza fredda e impeccabile; la sfocatura instabile (le zone fuorifuoco) come detonatore del dubbio etico, dell’interrogativo scientifico, della derivazione etica e spirituale. Due passaggi che si fondono nel modello postelettronico di Mernini, lungo una pittura che simula le modulazioni dell’immagine digitale e ribalta l’integrità storica dei realismi figurativi. A conferma di quanto l’immagine percepita nasconda una catena di significati che possiamo interpretare in maniera aperta, oltre il confine dei generi pittorici, oltre l’oggettivismo “videografico” della superficie.
Dice l’artista del suo lavoro: “In alcune tele la stessa immagine viene ripetuta sprofondando all’interno di un canale multidimensionale in cui micro e macro sono entità che appartengono ad una realtà indivisibile che si espande in modo frattalico e autosimilare. Le altre tele indagano sulla temporalità dell’immagine: livelli diversi di tempo che coesistono
in un unico istante atemporale, una scansione di ritmi vibratori sulla superfice della tela richiama lo spettatore a riflettere sulla natura dell’uno, sul plasma olografico che permea tutta la materia”.
Mostre
2009 - "Trans-porting" Galleria Altri Lavori in Corso , Roma.
2007 - “Deleted Corner” Galleria Altri Lavori in Corso, Roma.
2006 - “Confronti” Uffici Federculture, Roma.
2007 - National Portrait Gallery, Londra
2007 - mostra collettiva Scottish National Portrait Gallery, Edimburgo.
Nel caso specifico sono due le fonti iconografiche su cui ha lavorato l’artista: alcuni edifici, facciate e colonnate del quartiere romano EUR, oltre ad alcuni elementi architettonici della marittima Sabaudia. Floating Architecture riflette sul carattere storico dell’utopia fascista e pone seria attenzione al ruolo centrale dell’esoterismo nel pensiero razionalista. Se da una parte gli ideali del regime tendevano a risolversi nelle monumentali e fredde architetture, metafora di un arcaico potere che mirava all’ordine e al controllo, dall’altra si nascondeva un’interessante ricerca della forma pura, quasi primitiva, nella quale l’essere umano poteva ritrovare se stesso.
L’architettura è per Mernini un pretesto figurativo che aziona molteplici cortocircuiti, sia in termini di elaborazione estetica, sia in termini di incroci tra filosofia, religione, antropologia e fisica. Rigore matematico e visione olistica si compenetrano in un percorso senza ideologismi, capace di agire sulla “rimozione storica” in termini elaborativi e complessi. La sua visione esula dal puro giudizio morale e indaga il corpo nascosto delle forme urbane, il moloch che vibra dietro ogni simbologia, le alchimie sacrali dietro una geometria ma anche le aperture scientifiche del futuro, gli intrecci possibili tra archetipi e nanotecnologie, tra memorie condivise e rischi del progresso.
Come dice Marziani: “Il perfezionismo pittorico di Mernini, sotto il talento luminoso di una tecnica impressionante, nasconde decisivi passaggi teorici lungo il legame micro/macro tra Uomo e Natura. L’architettura ne rappresenta il volume sublimato, il contenitore morale da cui indagare il peso scientifico della percezione ottica, della consistenza chimica delle forme, del ruolo instabile che le materie reali hanno su un piano non solamente percettivo”.
La visione del frangente architettonico si risolve in un rigoroso dialogo tra messa a fuoco e zone di sfocatura. La nettezza dello sguardo (le zone nette) come regolatore del piano reale, dell’apparenza fredda e impeccabile; la sfocatura instabile (le zone fuorifuoco) come detonatore del dubbio etico, dell’interrogativo scientifico, della derivazione etica e spirituale. Due passaggi che si fondono nel modello postelettronico di Mernini, lungo una pittura che simula le modulazioni dell’immagine digitale e ribalta l’integrità storica dei realismi figurativi. A conferma di quanto l’immagine percepita nasconda una catena di significati che possiamo interpretare in maniera aperta, oltre il confine dei generi pittorici, oltre l’oggettivismo “videografico” della superficie.
Dice l’artista del suo lavoro: “In alcune tele la stessa immagine viene ripetuta sprofondando all’interno di un canale multidimensionale in cui micro e macro sono entità che appartengono ad una realtà indivisibile che si espande in modo frattalico e autosimilare. Le altre tele indagano sulla temporalità dell’immagine: livelli diversi di tempo che coesistono
in un unico istante atemporale, una scansione di ritmi vibratori sulla superfice della tela richiama lo spettatore a riflettere sulla natura dell’uno, sul plasma olografico che permea tutta la materia”.
Mostre
2009 - "Trans-porting" Galleria Altri Lavori in Corso , Roma.
2007 - “Deleted Corner” Galleria Altri Lavori in Corso, Roma.
2006 - “Confronti” Uffici Federculture, Roma.
2007 - National Portrait Gallery, Londra
2007 - mostra collettiva Scottish National Portrait Gallery, Edimburgo.
05
novembre 2010
Francesco Mernini – Floating Architecture
Dal 05 novembre al 17 dicembre 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA VALENTINA MONCADA
Roma, Via Margutta, 54, (Roma)
Roma, Via Margutta, 54, (Roma)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì ore 14-19
Vernissage
5 Novembre 2010, ore 19.00
Autore
Curatore