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Francesco Proia – Cani e Porci
L’ultimo capitolo di una ricerca quarantennale che, dalla metà degli anni ’80, procede preferibilmente per cicli, si chiama Cani e Porci: una serie di diciassette lavori del tutto inediti visibili sino al 28 ottobre negli spazi espositivi della AOCF58, storica galleria romana collocata all’interno di quell’angolo della capitale appartato e ricco di suggestioni che è il Borghetto Flaminio
Comunicato stampa
Segnala l'evento
F RANCESCO PROIA
Cani e Porci
Inaugur azione: sabato 8 ottobr e dalle or e 18,30
Esposizione: 8 – 28 ottobr e 2011
Galler ia AOCF58
Via Flaminia 58 – 00196 Roma
Tel: +39 06 3211880 - +39 06 3610411
Or ar io: dal lunedì al vener dì 17.00-19.30
Ingr esso liber o
Testo cr itico di Claudio Str inati
La mostr a è inser ita nel pr ogr amma della Settima Edizione della Gior nata del Contempor aneo
Or ganizzata da
AMACI – Associazione dei Musei d’Ar te Contempor anea Italiani
Ufficio stampa: Scar lett Matassi - +39 345 0825223
info@scarlettmatassi.com
Nell’ambito della settima edizione della Giornata del Contemporaneo – iniziativa promossa
annualmente dall’AMACI Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – l’AOCF58
inaugura sabato 8 ottobre “Cani e Porci”, una mostra che presenta il lavoro più recente di Francesco
Proia.
Artista e architetto – ma sarebbe forse più calzante la qualifica di artista-architetto – Proia si è fatto
apprezzare da uno scelto pubblico di appassionati d’arte contemporanea per lavori che, sebbene non
dipinti, rientrano nella tipologia del quadro: quadri-architetture connotati da una spiccata tensione
alla tridimensionalità. Una vocazione per l’occupazione dello spazio capace di trasformarli, nelle loro
versioni più elaborate, in quegli ironici, raffinati teatrini o altarini che nel tempo hanno raccolto attorno
alla figura dello schivo artista romano un gruppo di affezionati cultori in impaziente attesa delle sue
rare occasioni espositive. A voler essere precisi su questo punto, dovremmo parlare di un lasso di
tempo di circa un lustro tra una mostra e l’altra perché l’aspirazione alla perfezione non conosce fretta
e Proia è un artista prezioso anche per via del suo maniacale perfezionismo.
L’ultimo capitolo di una ricerca quarantennale che, dalla metà degli anni ’80, procede preferibilmente
per cicli, si chiama Cani e Porci: una serie di diciassette lavori del tutto inediti visibili sino al
28 ottobre negli spazi espositivi della AOCF58, storica galleria romana collocata all’interno di
quell’angolo della capitale appartato e ricco di suggestioni che è il Borghetto Flaminio.
Nelle eleganti invenzioni create attorno ai protagonisti del ciclo – tredici cagnolini di plastica
contrapposti a sedici rosei porcellini – ritornano gli atteggiamenti e le peculiarità che sono il marchio di
fabbrica di ogni opera licenziata dall’archiartista. Lo spunto ispiratore nasce sempre dall’incontro con
un oggetto seriale, un’icona, bi o tridimensionale, della cultura popolare o della produzione di massa.
In passato l’innamoramento visivo è spesso scattato per le immagini della tradizionale devozione
popolare: santini, madonne, statuine del presepe. Questa volta la funzione di innesco del processo
creativo è toccata a un cagnolino di plastica, il primo di una piccola collezione. E siccome nell’arte
di Francesco Proia il gioco delle parole non si limita a commentare attraverso titoli arguti quello
delle immagini, ma invade a pieno titolo e talvolta indirizza la fase ideativa, alla raccolta dei cani è
inevitabilmente seguita quella dei porci.
Una volta catturate, le fonti della sua ispirazione diventano il fulcro di un’operazione progettuale il cui
scopo primario è quello della loro reinvenzione, una sorta di addomesticamento ottico e geometrico
dell’immagine ottenuto attraverso l’impiego del rigoroso metodo compositivo proprio del disegno
architettonico. Dalla progettazione architettonica Proia desume anche i materiali che, con sfrenata
immaginazione, utilizza per creare gli alloggi dei suoi tesori seriali: il plexiglass, il legno, le carte e
i cartoni, gli elementi luce con i loro interruttori, la piccola metallurgia rintracciata nelle frequenti
incursioni presso il negozio del ferramenta. Le connotazioni popolari, talvolta ai limiti del kitch, che
in partenza caratterizzano le predilette iconografie popolari decantano all’interno di assetti geometrici
governati dalle regole della simmetria. Il gioco sapiente degli accostamenti impervi alla fine genera
eleganza, limpidi spazi riscaldati da particolari festosi come le onnipresenti lucine degli addobbi
natalizi che – scrive Francesco Bortolini – rappresentano la punteggiatura del suo discorso artistico, la
sutura degli eterogenei e solo in apparenza incongrui elementi con cui costruisce il suo lavoro.
Artista delle dissonanze condotte ad armonia, Francesco Proia sa dosare alla perfezione gli ingredienti
della sua arte di fusione, felicemente sospesa tra spirito pop e rigore razionalista. Non manca una
spruzzata di magia: basta accendere l’interruttore e l’effetto è lo stesso della festa di luci natalizie che
rapiscono gli occhi e ti fanno tornare bambino.
Francesco Proia è nato a Roma nel 1953. Ha iniziato a dipingere all’età di sedici anni. Si è
laureato in Architettura. Durante gli anni della formazione universitaria ha frequentato
assiduamente lo studio di Maria Lai, artista che ha ispirato il suo passaggio dalla pittura a
composizioni in cui i materiali più disparati sono assemblati secondo le regole della progettazione architettonica.
Cani e Porci
Inaugur azione: sabato 8 ottobr e dalle or e 18,30
Esposizione: 8 – 28 ottobr e 2011
Galler ia AOCF58
Via Flaminia 58 – 00196 Roma
Tel: +39 06 3211880 - +39 06 3610411
Or ar io: dal lunedì al vener dì 17.00-19.30
Ingr esso liber o
Testo cr itico di Claudio Str inati
La mostr a è inser ita nel pr ogr amma della Settima Edizione della Gior nata del Contempor aneo
Or ganizzata da
AMACI – Associazione dei Musei d’Ar te Contempor anea Italiani
Ufficio stampa: Scar lett Matassi - +39 345 0825223
info@scarlettmatassi.com
Nell’ambito della settima edizione della Giornata del Contemporaneo – iniziativa promossa
annualmente dall’AMACI Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – l’AOCF58
inaugura sabato 8 ottobre “Cani e Porci”, una mostra che presenta il lavoro più recente di Francesco
Proia.
Artista e architetto – ma sarebbe forse più calzante la qualifica di artista-architetto – Proia si è fatto
apprezzare da uno scelto pubblico di appassionati d’arte contemporanea per lavori che, sebbene non
dipinti, rientrano nella tipologia del quadro: quadri-architetture connotati da una spiccata tensione
alla tridimensionalità. Una vocazione per l’occupazione dello spazio capace di trasformarli, nelle loro
versioni più elaborate, in quegli ironici, raffinati teatrini o altarini che nel tempo hanno raccolto attorno
alla figura dello schivo artista romano un gruppo di affezionati cultori in impaziente attesa delle sue
rare occasioni espositive. A voler essere precisi su questo punto, dovremmo parlare di un lasso di
tempo di circa un lustro tra una mostra e l’altra perché l’aspirazione alla perfezione non conosce fretta
e Proia è un artista prezioso anche per via del suo maniacale perfezionismo.
L’ultimo capitolo di una ricerca quarantennale che, dalla metà degli anni ’80, procede preferibilmente
per cicli, si chiama Cani e Porci: una serie di diciassette lavori del tutto inediti visibili sino al
28 ottobre negli spazi espositivi della AOCF58, storica galleria romana collocata all’interno di
quell’angolo della capitale appartato e ricco di suggestioni che è il Borghetto Flaminio.
Nelle eleganti invenzioni create attorno ai protagonisti del ciclo – tredici cagnolini di plastica
contrapposti a sedici rosei porcellini – ritornano gli atteggiamenti e le peculiarità che sono il marchio di
fabbrica di ogni opera licenziata dall’archiartista. Lo spunto ispiratore nasce sempre dall’incontro con
un oggetto seriale, un’icona, bi o tridimensionale, della cultura popolare o della produzione di massa.
In passato l’innamoramento visivo è spesso scattato per le immagini della tradizionale devozione
popolare: santini, madonne, statuine del presepe. Questa volta la funzione di innesco del processo
creativo è toccata a un cagnolino di plastica, il primo di una piccola collezione. E siccome nell’arte
di Francesco Proia il gioco delle parole non si limita a commentare attraverso titoli arguti quello
delle immagini, ma invade a pieno titolo e talvolta indirizza la fase ideativa, alla raccolta dei cani è
inevitabilmente seguita quella dei porci.
Una volta catturate, le fonti della sua ispirazione diventano il fulcro di un’operazione progettuale il cui
scopo primario è quello della loro reinvenzione, una sorta di addomesticamento ottico e geometrico
dell’immagine ottenuto attraverso l’impiego del rigoroso metodo compositivo proprio del disegno
architettonico. Dalla progettazione architettonica Proia desume anche i materiali che, con sfrenata
immaginazione, utilizza per creare gli alloggi dei suoi tesori seriali: il plexiglass, il legno, le carte e
i cartoni, gli elementi luce con i loro interruttori, la piccola metallurgia rintracciata nelle frequenti
incursioni presso il negozio del ferramenta. Le connotazioni popolari, talvolta ai limiti del kitch, che
in partenza caratterizzano le predilette iconografie popolari decantano all’interno di assetti geometrici
governati dalle regole della simmetria. Il gioco sapiente degli accostamenti impervi alla fine genera
eleganza, limpidi spazi riscaldati da particolari festosi come le onnipresenti lucine degli addobbi
natalizi che – scrive Francesco Bortolini – rappresentano la punteggiatura del suo discorso artistico, la
sutura degli eterogenei e solo in apparenza incongrui elementi con cui costruisce il suo lavoro.
Artista delle dissonanze condotte ad armonia, Francesco Proia sa dosare alla perfezione gli ingredienti
della sua arte di fusione, felicemente sospesa tra spirito pop e rigore razionalista. Non manca una
spruzzata di magia: basta accendere l’interruttore e l’effetto è lo stesso della festa di luci natalizie che
rapiscono gli occhi e ti fanno tornare bambino.
Francesco Proia è nato a Roma nel 1953. Ha iniziato a dipingere all’età di sedici anni. Si è
laureato in Architettura. Durante gli anni della formazione universitaria ha frequentato
assiduamente lo studio di Maria Lai, artista che ha ispirato il suo passaggio dalla pittura a
composizioni in cui i materiali più disparati sono assemblati secondo le regole della progettazione architettonica.
08
ottobre 2011
Francesco Proia – Cani e Porci
Dall'otto al 28 ottobre 2011
arte contemporanea
Location
AOCF58 – GALLERIA BRUNO LISI
Roma, Via Flaminia, 58, (Roma)
Roma, Via Flaminia, 58, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al vener dì 17.00-19.30
Vernissage
8 Ottobre 2011, ore 18.30
Ufficio stampa
SCARLETT MATASSI
Autore