Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Francesco Radino – Fotografie 1968-2018
La mostra presenta le ricerche più significative della produzione dell’artista nell’arco di cinquant’anni ed è organizzata in sezioni tematico-cronologiche. È a cura di Roberta Valtorta ed è accompagnata da un volume di 320 pagine con 130 fotografie.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Francesco Radino è uno dei maestri della fotografia italiana contemporanea. Attivo da cinquant’anni in molti ambiti, dall’indagine sociale alla rappresentazione del paesaggio antropizzato, impegnato nell’elaborazione di un immaginario che parte dalla realtà ma costruisce forme raffinate e variegate stratificazioni visive, è una figura dalla creatività libera che si colloca fuori dagli schemi.
Nel suo lavoro da sempre intreccia spontaneamente produzioni su committenza, industriale, pubblica, editoriale e ricerca artistica, intuendo con anticipo che nella nostra complessa contemporaneità il mondo della professione e quello dell’arte sarebbero venuti sempre più a coincidere.
Partecipe degli sviluppi della fotografia di ricerca sul paesaggio contemporaneo, negli anni ha sviluppato un modo intimo di esplorare la realtà attuale nelle sue profonde trasformazioni economiche, storiche, sociali, culturali: il suo è dunque un lavoro che va oltre il genere del paesaggio, aprendosi a ogni aspetto del mondo, dalla natura, sua grande passione, ai territori urbanizzati, dalla figura umana agli oggetti, dagli animali alle architetture, ampiamente spaziando dal contesto italiano a quello internazionale, con frequenti viaggi, in particolare, negli USA e in Giappone.
Le fotografie di Francesco Radino sono intessute di pensieri e di memoria, di momenti di realtà e di frammenti di vissuto, sono animate da analogie e rimandi formali che affermano continuamente che il mondo è uno solo e la sua complessità non può essere guardata per settori separati.
Così, pesci, oggetti industriali, ombre, alberi, fiori, spiagge, resti archeologici, acque, montagne, strade di città, architetture storiche e contemporanee, cieli, pietre, prati, corpi, divengono oggetti di uno sguardo indagatore e poetico, organizzatore e immaginifico. “Il mondo delle forme si libera – scrive – e va al di là del senso immediato”, a legare immagini tra loro diverse c’è “un filo sottile ma forte che parla il linguaggio della vicinanza” ed esse sono “indicatori della realtà ma ci permettono anche di intravvedere la possibilità di una via d’uscita da essa”.
Forte di una cultura visiva profonda (il nonno fotografo, il padre e la madre entrambi pittori), frequentatore delle culture orientali, Radino immagina attraverso la fotografia un mondo di figure varie, tutte meritevoli di essere guardate e pensate, in una continua oscillazione dalla natura alla cultura.
La mostra Francesco Radino. Fotografie 1968-2018 presenta le ricerche più significative della produzione dell’artista nell’arco di cinquant’anni ed è organizzata in sezioni tematico-cronologiche.
È accompagnata da un volume di 320 pagine con 130 fotografie in bianco e nero e a colori, in italiano e inglese, edito da Silvana Editoriale, con testi di Roberta Valtorta, che ne è la curatrice, Giovanni Arpino, Giovanna Calvenzi, Paolo Cognetti, Eleonora Fiorani, Antonella Pellizzari, Urs Stahel, Fabrizio Trisoglio, Mauro Zanchi e di Francesco Radino stesso.
Francesco Radino nasce a Bagno a Ripoli (Firenze) nel 1947 da genitori entrambi pittori. Vive a Milano.
Nel 1968 inizia a fotografare e nel 1970 decide di diventare fotografo. Con gli anni Ottanta prende parte a numerosi progetti di committenza pubblica (Provincia di Milano, Regione Lombardia, EU Jap Fest, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Museo di Fotografia Contemporanea) È stato a lungo collaboratore del Touring Club Italiano e della AEM di Milano (Azienda Energetica Municipale). Dagli anni Duemila si è dedicato anche alla realizzazione di alcuni video. Ha esposto il suo lavoro in gallerie e musei italiani, europei, giapponesi e statunitensi e le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private internazionali.
Negli anni ha pubblicato molti libri. Tra i più importanti: Italia di Lucania, 1981; Quattro a Verbania (per non parlar del lago) (con Gabriele Basilico, Luigi Ghirri, Natale Zoppis), 1983; Fortezze gotiche e lune elettriche (con Gianni Berengo Gardin e Gabriele Basilico), 1984; Göteborg, 1987; Modus Videndi, 1989; Le invenzioni dello sguardo. Cinque fotografi interpretano la notte a Milano (con Gabriele Basilico, Olivo Barbieri, Joel Meyerowitz, Martin Parr), 1989; Morphosis, 1992; Mutazioni, 1994; Francesco Radino. Fotografie 1982-1994, 1995; Milano tra luce e calore, 1995; Le vie d’acqua: rogge, navigli e canali, 2000; Inside, 2001; Capri, Milano 2004; Reframe, le stanze del tempo, 2007; Milano, 2015; Le cattedrali dell’energia, 2016; Gli Scali Ferroviari di Milano, oggi prima di domani, 2018.
Nel suo lavoro da sempre intreccia spontaneamente produzioni su committenza, industriale, pubblica, editoriale e ricerca artistica, intuendo con anticipo che nella nostra complessa contemporaneità il mondo della professione e quello dell’arte sarebbero venuti sempre più a coincidere.
Partecipe degli sviluppi della fotografia di ricerca sul paesaggio contemporaneo, negli anni ha sviluppato un modo intimo di esplorare la realtà attuale nelle sue profonde trasformazioni economiche, storiche, sociali, culturali: il suo è dunque un lavoro che va oltre il genere del paesaggio, aprendosi a ogni aspetto del mondo, dalla natura, sua grande passione, ai territori urbanizzati, dalla figura umana agli oggetti, dagli animali alle architetture, ampiamente spaziando dal contesto italiano a quello internazionale, con frequenti viaggi, in particolare, negli USA e in Giappone.
Le fotografie di Francesco Radino sono intessute di pensieri e di memoria, di momenti di realtà e di frammenti di vissuto, sono animate da analogie e rimandi formali che affermano continuamente che il mondo è uno solo e la sua complessità non può essere guardata per settori separati.
Così, pesci, oggetti industriali, ombre, alberi, fiori, spiagge, resti archeologici, acque, montagne, strade di città, architetture storiche e contemporanee, cieli, pietre, prati, corpi, divengono oggetti di uno sguardo indagatore e poetico, organizzatore e immaginifico. “Il mondo delle forme si libera – scrive – e va al di là del senso immediato”, a legare immagini tra loro diverse c’è “un filo sottile ma forte che parla il linguaggio della vicinanza” ed esse sono “indicatori della realtà ma ci permettono anche di intravvedere la possibilità di una via d’uscita da essa”.
Forte di una cultura visiva profonda (il nonno fotografo, il padre e la madre entrambi pittori), frequentatore delle culture orientali, Radino immagina attraverso la fotografia un mondo di figure varie, tutte meritevoli di essere guardate e pensate, in una continua oscillazione dalla natura alla cultura.
La mostra Francesco Radino. Fotografie 1968-2018 presenta le ricerche più significative della produzione dell’artista nell’arco di cinquant’anni ed è organizzata in sezioni tematico-cronologiche.
È accompagnata da un volume di 320 pagine con 130 fotografie in bianco e nero e a colori, in italiano e inglese, edito da Silvana Editoriale, con testi di Roberta Valtorta, che ne è la curatrice, Giovanni Arpino, Giovanna Calvenzi, Paolo Cognetti, Eleonora Fiorani, Antonella Pellizzari, Urs Stahel, Fabrizio Trisoglio, Mauro Zanchi e di Francesco Radino stesso.
Francesco Radino nasce a Bagno a Ripoli (Firenze) nel 1947 da genitori entrambi pittori. Vive a Milano.
Nel 1968 inizia a fotografare e nel 1970 decide di diventare fotografo. Con gli anni Ottanta prende parte a numerosi progetti di committenza pubblica (Provincia di Milano, Regione Lombardia, EU Jap Fest, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Museo di Fotografia Contemporanea) È stato a lungo collaboratore del Touring Club Italiano e della AEM di Milano (Azienda Energetica Municipale). Dagli anni Duemila si è dedicato anche alla realizzazione di alcuni video. Ha esposto il suo lavoro in gallerie e musei italiani, europei, giapponesi e statunitensi e le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private internazionali.
Negli anni ha pubblicato molti libri. Tra i più importanti: Italia di Lucania, 1981; Quattro a Verbania (per non parlar del lago) (con Gabriele Basilico, Luigi Ghirri, Natale Zoppis), 1983; Fortezze gotiche e lune elettriche (con Gianni Berengo Gardin e Gabriele Basilico), 1984; Göteborg, 1987; Modus Videndi, 1989; Le invenzioni dello sguardo. Cinque fotografi interpretano la notte a Milano (con Gabriele Basilico, Olivo Barbieri, Joel Meyerowitz, Martin Parr), 1989; Morphosis, 1992; Mutazioni, 1994; Francesco Radino. Fotografie 1982-1994, 1995; Milano tra luce e calore, 1995; Le vie d’acqua: rogge, navigli e canali, 2000; Inside, 2001; Capri, Milano 2004; Reframe, le stanze del tempo, 2007; Milano, 2015; Le cattedrali dell’energia, 2016; Gli Scali Ferroviari di Milano, oggi prima di domani, 2018.
19
settembre 2019
Francesco Radino – Fotografie 1968-2018
Dal 19 settembre al 18 ottobre 2019
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE MUDIMA
Milano, Via Alessandro Tadino, 26, (Milano)
Milano, Via Alessandro Tadino, 26, (Milano)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì ore 11-13 e 15.19
Vernissage
19 Settembre 2019, ore 18:00
Sito web
Editore
Silvana Editoriale
Ufficio stampa
Lidia Masolini
Autore
Curatore
Autore testo critico
Produzione organizzazione
Patrocini