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Francesco Sciacca – Un chiodo fisso
Sciacca raccoglie con pazienza e intuito fasciami dai relitti di barche abbandonate, pescherecci che hanno portato a termine la loro missione in mare e di cui portano con se la salsedine, il tempo, i colori e le vite che vi si sono rimaste aggrappate. Una volta recuperati e messi in attesa nel suo laboratorio Sciacca li riconnette a nuove configurazioni spaziali, provando a ricavare della poesia dalle sagomature a più piani che animano le sue sculture
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Nei lavori di Francesco Sciacca si incontra un universo ingentilito, dalle geometrie semplificate dove gli elementi del suo lessico, ossia il materiale d’elezione, provano una reificazione tra il valore d’uso e valore estetico.
Sciacca raccoglie con pazienza e intuito fasciami dai relitti di barche abbandonate, pescherecci che hanno portato a termine la loro missione in mare e di cui portano con se la salsedine, il tempo, i colori e le vite che vi si sono rimaste aggrappate.
Una volta recuperati e messi in attesa nel suo laboratorio Sciacca li riconnette a nuove configurazioni spaziali, provando a ricavare della poesia dalle sagomature a più piani che animano le sue sculture.
Un controllato antropomorfismo fa sì che un profilo di testa umana sia sempre riscontrabile in ogni suo lavoro; l’uomo al centro come pensiero, come mente, cartesianamente separato dal corpo, e invincibile detentore di utopie.
Queste sculture lignee hanno una consistenza leggera come forme aggettanti, ordinate a modo di bassorilievo, trattengono all’interno uno spazio fluido, comunicante, giocano con citazioni picassesche o maschere della commedia dell’arte, tra intenzionalità decorativa e introspezione figurativa si fanno antidoto, o sorprendente contrappunto, per quanti credono ancora nella dematerializzazione dell’arte, web o concetto, entrambi così liquidi da non lasciare nulla in mano.
Sciacca raccoglie con pazienza e intuito fasciami dai relitti di barche abbandonate, pescherecci che hanno portato a termine la loro missione in mare e di cui portano con se la salsedine, il tempo, i colori e le vite che vi si sono rimaste aggrappate.
Una volta recuperati e messi in attesa nel suo laboratorio Sciacca li riconnette a nuove configurazioni spaziali, provando a ricavare della poesia dalle sagomature a più piani che animano le sue sculture.
Un controllato antropomorfismo fa sì che un profilo di testa umana sia sempre riscontrabile in ogni suo lavoro; l’uomo al centro come pensiero, come mente, cartesianamente separato dal corpo, e invincibile detentore di utopie.
Queste sculture lignee hanno una consistenza leggera come forme aggettanti, ordinate a modo di bassorilievo, trattengono all’interno uno spazio fluido, comunicante, giocano con citazioni picassesche o maschere della commedia dell’arte, tra intenzionalità decorativa e introspezione figurativa si fanno antidoto, o sorprendente contrappunto, per quanti credono ancora nella dematerializzazione dell’arte, web o concetto, entrambi così liquidi da non lasciare nulla in mano.
15
giugno 2017
Francesco Sciacca – Un chiodo fisso
Dal 15 giugno all'otto luglio 2017
arte contemporanea
Location
GRAFICA MANZONI
Torino, Via Alessandro Manzoni, 27G, (Torino)
Torino, Via Alessandro Manzoni, 27G, (Torino)
Orario di apertura
9.30 – 13.00 / 15.30 – 19.30. Lunedì mattina e domenica chiuso
Vernissage
15 Giugno 2017, h 18
Autore