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Francesco Seccia – Day by day mi rifiuto
In queste opere il connubio tra colore acrilico e supporto in polietilene che all’inizio sembrava poco adatto alla loro realizzazione si è rivelato inaspettatamente fertile sia da un punto di vista formale che gestuale e le opere sono nate quasi spontaneamente
Comunicato stampa
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I nuovi lavori presentati negli spazi espositivi della libreria del barbiere sita in via Rossini, 38 a Pesaro sono in tutto cinque e tutti di grande formato.
In queste opere il connubio tra colore acrilico e supporto in polietilene che all’inizio sembrava poco adatto alla loro realizzazione si è rivelato inaspettatamente fertile sia da un punto di vista formale che gestuale e le opere sono nate quasi spontaneamente.
Day by day mi rifiuto, è una mostra che nasce dall’istinto del creare e naturalmente quello imprescindibile istinto dello sperimentare .Day by day mi rifiuto vuole essere un recupero con il passato connesso ad una velata sperimentazione.
Era nata l’esigenza di sperimentare materiali poveri, materiali mai assurti a tale scopo pur non distaccandosi dal formale senso estetico che ci circonda. Avevo bisogno di un supporto pittorico che non rimanesse inerme, ma che interagisse alle pennellate e alle relative manipolazioni. Avevo bisogno che la lotta interiore non si placasse sul supporto ma interagisse suo malgrado alle prevaricazioni a cui veniva sottoposto.
In queste opere non c’è violenza formale ne mai prevaricazione, direi innanzitutto che è una lotta alla pari in cui spesso il telo di polietilene con le sue reazioni alle sollecitazioni ne diventa spesso protagonista. I supporti tradizionali come tela, legno li vedevo e li sentivo statici, inermi, e il colore su di essi rimaneva inalterato e immobile come se nulla accadesse. La reazione, dei teli di polietilene, al colore e alla gestualità invece è rabbiosa, ogni tocco, ogni pennellata è una vibrazione in cui non si sa cosa possa accadere, un viaggio nella meraviglia sia estetica che formale.
La materia si concede un’anima e unendosi a quella dell’artista ne condivide suo malgrado un cammino che si protrae ancora ad opera finita. Questa continua lotta tra due entità distinte, concede al lavoro la prerogativa di non fossilizzarsi, ma anzi una continua evoluzione priva di cali di tensione durante tutta la fase lavorativa
In questo modo si riesce a creare qualcosa di vivo, pulsante, sia durante la lavorazione che ad opera finita.
I fruitori delle opere sono costretti loro malgrado ad interloquire con esse causa il riflesso da esse prodotte per via della lavorazione con elementi plastici.
Questa energia suppletiva permette all’opera una continua e inaspettata vivacità dovuta spesso alle diverse angolazioni visive, lasciando libertà allo spettatore di reinterpretare ciò che era già vita, di assimilare e rigenerare continui flussi emozionali che permettono alle opere di vivere in perfetta autonomia e in una costante e imprevedibile luce propria.
In queste opere il connubio tra colore acrilico e supporto in polietilene che all’inizio sembrava poco adatto alla loro realizzazione si è rivelato inaspettatamente fertile sia da un punto di vista formale che gestuale e le opere sono nate quasi spontaneamente.
Day by day mi rifiuto, è una mostra che nasce dall’istinto del creare e naturalmente quello imprescindibile istinto dello sperimentare .Day by day mi rifiuto vuole essere un recupero con il passato connesso ad una velata sperimentazione.
Era nata l’esigenza di sperimentare materiali poveri, materiali mai assurti a tale scopo pur non distaccandosi dal formale senso estetico che ci circonda. Avevo bisogno di un supporto pittorico che non rimanesse inerme, ma che interagisse alle pennellate e alle relative manipolazioni. Avevo bisogno che la lotta interiore non si placasse sul supporto ma interagisse suo malgrado alle prevaricazioni a cui veniva sottoposto.
In queste opere non c’è violenza formale ne mai prevaricazione, direi innanzitutto che è una lotta alla pari in cui spesso il telo di polietilene con le sue reazioni alle sollecitazioni ne diventa spesso protagonista. I supporti tradizionali come tela, legno li vedevo e li sentivo statici, inermi, e il colore su di essi rimaneva inalterato e immobile come se nulla accadesse. La reazione, dei teli di polietilene, al colore e alla gestualità invece è rabbiosa, ogni tocco, ogni pennellata è una vibrazione in cui non si sa cosa possa accadere, un viaggio nella meraviglia sia estetica che formale.
La materia si concede un’anima e unendosi a quella dell’artista ne condivide suo malgrado un cammino che si protrae ancora ad opera finita. Questa continua lotta tra due entità distinte, concede al lavoro la prerogativa di non fossilizzarsi, ma anzi una continua evoluzione priva di cali di tensione durante tutta la fase lavorativa
In questo modo si riesce a creare qualcosa di vivo, pulsante, sia durante la lavorazione che ad opera finita.
I fruitori delle opere sono costretti loro malgrado ad interloquire con esse causa il riflesso da esse prodotte per via della lavorazione con elementi plastici.
Questa energia suppletiva permette all’opera una continua e inaspettata vivacità dovuta spesso alle diverse angolazioni visive, lasciando libertà allo spettatore di reinterpretare ciò che era già vita, di assimilare e rigenerare continui flussi emozionali che permettono alle opere di vivere in perfetta autonomia e in una costante e imprevedibile luce propria.
07
aprile 2012
Francesco Seccia – Day by day mi rifiuto
Dal 07 al 23 aprile 2012
arte contemporanea
Location
LIBRERIA DEL BARBIERE
Pesaro, Via Gioacchino Rossini, 38, (Pesaro E Urbino)
Pesaro, Via Gioacchino Rossini, 38, (Pesaro E Urbino)
Vernissage
7 Aprile 2012, ore 18
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