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Francesco Seccia – Jazz , poi la notte
Piccoli urli di note e di colore che lacerano la quiete della notte, creando eleganti armonie
Comunicato stampa
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Jazz,poi la notte prende spunto da una serie di mostre a cui ho partecipato, svoltesi a Roma nel il 2007, presso il teatro Eliseo. Serate in cui l'idea predominante era il connubio tra arte e musica, è, da queste serate romane che prende il via questa serie di nuovi lavori; piccoli urli di note e di colore che lacerano la quiete della notte, creando eleganti armonie. Tutto è provvisorio, equilibri pronti a vacillare, gestualità imprigionate in piccoli scrigni di ricercata eleganza.
La materia massa evolutiva che permea un'opera e la dissacrante spinta propulsiva che ne contraddistingue la connotazione e la poetica, è un fattore naturale e connaturato all'artista.
Tale poetica mal si adatta a scuole e a pensieri, pur avendone assorbito coscientemente le tematiche. Solo liberandosi da esse, l'artista può seguire un filo prettamente ed egoisticamente individuale, fatto di esperienza e sperimentazione dell'atto emotivo e gestuale, attivando una serie di atti espressivi e di codici decodificabili da determinate sensibilità, mettendo quindi il fruitore dell'opera nelle condizioni di farne parte integrante.
Al di fuori dell'opera tutto cambia , tutto assume un nuovo significato e una nuova emozionalità. Il fruitore assume soggettività e ne diventa al tempo stesso rigeneratore emozionale.
L'opera diventa mezzo veicolare attraverso la quale chi guarda è costretto suo malgrado a confrontarsi con le proprie emozioni,, a volte remote spesso momentaneamente sopite.
Spesso mi chiedo, quale sia il codice , se mai ce ne fosse uno seguendo il quale una porzione di spazio assume sul supporto pittorico , una forma, un colore e quali siano le leggi intrinseche che regolano tale equilibrio, così effimero, così volutamente e poeticamente instabile. La percezione che abbiamo ad opera finita muterà col tempo ed è giusto che ciò avvenga, perché solo attraverso questa metamorfosi emozionale e temporale che l'opera sarà in grado di sopravvivere e di assorbire le mutevoli percezioni emozionali della nostra società.
La materia massa evolutiva che permea un'opera e la dissacrante spinta propulsiva che ne contraddistingue la connotazione e la poetica, è un fattore naturale e connaturato all'artista.
Tale poetica mal si adatta a scuole e a pensieri, pur avendone assorbito coscientemente le tematiche. Solo liberandosi da esse, l'artista può seguire un filo prettamente ed egoisticamente individuale, fatto di esperienza e sperimentazione dell'atto emotivo e gestuale, attivando una serie di atti espressivi e di codici decodificabili da determinate sensibilità, mettendo quindi il fruitore dell'opera nelle condizioni di farne parte integrante.
Al di fuori dell'opera tutto cambia , tutto assume un nuovo significato e una nuova emozionalità. Il fruitore assume soggettività e ne diventa al tempo stesso rigeneratore emozionale.
L'opera diventa mezzo veicolare attraverso la quale chi guarda è costretto suo malgrado a confrontarsi con le proprie emozioni,, a volte remote spesso momentaneamente sopite.
Spesso mi chiedo, quale sia il codice , se mai ce ne fosse uno seguendo il quale una porzione di spazio assume sul supporto pittorico , una forma, un colore e quali siano le leggi intrinseche che regolano tale equilibrio, così effimero, così volutamente e poeticamente instabile. La percezione che abbiamo ad opera finita muterà col tempo ed è giusto che ciò avvenga, perché solo attraverso questa metamorfosi emozionale e temporale che l'opera sarà in grado di sopravvivere e di assorbire le mutevoli percezioni emozionali della nostra società.
04
ottobre 2008
Francesco Seccia – Jazz , poi la notte
Dal 04 ottobre al 03 novembre 2008
arte contemporanea
Location
LIBRERIA DEL BARBIERE
Pesaro, Via Gioacchino Rossini, 38, (Pesaro E Urbino)
Pesaro, Via Gioacchino Rossini, 38, (Pesaro E Urbino)
Vernissage
4 Ottobre 2008, ore 17
Autore