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Francesco Simeti – Uncinata
All’interno del percorso con gli artisti contemporanei, l’ospite 2018 del Museo Carlo Zauli è Francesco Simeti. Durante la sua permanenza a Faenza ha realizzato due totem in terra nera, la stessa utilizzata da Zauli. Nello stesso weekend Simeti incontrerà i ceramisti in un workshop ideato con AiCC.
Comunicato stampa
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Dal 2003 il Museo Carlo Zauli rende possibile l’incontro fra gli artisti e gli artigiani in un dialogo ceramico attraverso le residenze d’artista e i workshop di ceramica nell'arte contemporanea, in un progetto in cui hanno creduto fin dalla prima edizione Comune di Faenza e Fondazione Banca del Monte e Cassa di Risparmio Faenza, e a cui si sono affiancati in questa occasione Regione Emilia Romagna, AiCC e Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.
Salvatore Arancio, Alberto Garutti, Francesco Gennari, Emma Hart, Jonathan Monk, Ornaghi & Prestinari, Sislej Xhafa sono solo alcuni degli artisti invitati in questi anni in un progetto curatoriale che ha voluto avvicinare il loro percorso artistico, non ancora attivo sulla ceramica, al materiale della tradizione locale, creando cortocircuiti fra il linguaggio contemporaneo e le regole della produzione con esiti sempre sorprendenti e innovativi.
Parallelamente il museo ha sostenuto e incentivato la presenza di artisti contemporanei già attivi nel versante ceramico all’interno dell’atelier di Carlo Zauli, per misurarsi con i suoi spazi, il suo lavoro, i materiali che utilizzava.
È il caso di Francesco Simeti, coinvolto dal Museo Zauli per un progetto dedicato non solo alla produzione ma anche alla formazione, rivolto sia agli studenti che e ai professionisti della ceramica.
Simeti, nato in Sicilia ma residente a New York da oltre vent’anni, è uno degli artisti italiani più noti a livello internazionale. E’ conosciuto per le sue installazioni site specific realizzate attraverso un approccio multidisciplinare, utilizzando wall paper, sculture e collage tridimensionali: nelle sue opere presenta scene esteticamente affascinanti che ad uno sguardo più attento rivelano contesti più cupi, profondi e spiazzanti. Sulla base del proprio stile espressivo e di alcune precedenti esperienze ceramiche, Matteo Zauli lo ha invitato in residenza nel 2017 a Montelupo Fiorentino per Materia Montelupo, e successivamente a Faenza per un progetto di produzione e formazione.
Nel corso della sua permanenza faentina Francesco Simeti, coadiuvato dalla ceramista Aida Bertozzi, ha realizzato proprio con la terra nera utilizzata da Carlo Zauli per le sue steli più celebri, due sculture totem, alcuni collage tridimensionali, unendo fra loro foglie modellate per l’occasione ad altre ottenute da stampi preesistenti realizzate da diversi artigiani locali.
La forma di un determinato fogliame dà il titolo all’installazione: uncinata, è infatti un termine di morfologia botanica che descrive la forma ad uncino di alcune foglie, e si ricollega anche al lavoro sulle alabarde che l’artista porta avanti da qualche anno.
I due lavori presentati al Museo Zauli vogliono essere il punto di partenza per Heirloom, un progetto ceramico più ampio e in divenire. Heirloom /ˈɛəɹ.lum/, dall’inglese medio heirlome, letteralmente significa “strumento o oggetto tramandato agli eredi”. In un’altra accezione - heirloom plants - fa riferimento anche a varietà di ortaggi e più in generale di piante antiche, pure, coltivate di generazione in generazione avendo cura di preservarle in modo da sfuggire ai processi di ibridazione. Con l’apertura di questa mostra, Francesco Simeti e il Museo Carlo Zauli pongono le prime basi per una call che nasce con l’intento di partecipare a un’opera collettiva che contribuisca a raccogliere, preservare e rendere fruibili frammenti di tradizione ceramica, quasi dei cimeli di famiglia svelati dalla scultura.
Francesco Simeti durante la sua permanenza estiva è stato affiancato dagli studenti delle Accademie di Bologna e Ravenna partecipanti al Corso per Curatori 2018 che, come ogni anno, supportano artisti e ceramisti nella produzione, ma contemporaneamente conquistano importanti esperienze formative sul campo dal punto di vista pratico, misurandosi con le esigenze dell’artista e della produzione, ma anche teorico, approfondendone la poetica e realizzando lavori curatoriali che ne sintetizzino l’incontro. Tali lavori finali degli studenti Caterina D’Ancona, Nina Bovio, Eleonora Schianchi e Anna Bottoli saranno esposti durante l’opening.
La valenza formativa della presenza di Simeti si allarga in questa occasione anche a ceramisti professionisti a cui, in concomitanza con l’opening della mostra di dicembre, è destinato il workshop organizzato da Museo Zauli e AiCC: “Decorazione ceramica: tradizione e contemporaneità” è infatti tenuto dall’artista insieme ai due ceramisti del territorio montelupino con cui ha collaborato lo scorso anno, Luca Vanni e Sergio Pilastri, a Matteo Zauli e a Viola Emaldi, curatrice esperta in ceramica e in percorsi di formazione, e vuole fornire agli artigiani italiani uno sguardo inedito volto a riattualizzare la tradizionale attività della decorazione.
Salvatore Arancio, Alberto Garutti, Francesco Gennari, Emma Hart, Jonathan Monk, Ornaghi & Prestinari, Sislej Xhafa sono solo alcuni degli artisti invitati in questi anni in un progetto curatoriale che ha voluto avvicinare il loro percorso artistico, non ancora attivo sulla ceramica, al materiale della tradizione locale, creando cortocircuiti fra il linguaggio contemporaneo e le regole della produzione con esiti sempre sorprendenti e innovativi.
Parallelamente il museo ha sostenuto e incentivato la presenza di artisti contemporanei già attivi nel versante ceramico all’interno dell’atelier di Carlo Zauli, per misurarsi con i suoi spazi, il suo lavoro, i materiali che utilizzava.
È il caso di Francesco Simeti, coinvolto dal Museo Zauli per un progetto dedicato non solo alla produzione ma anche alla formazione, rivolto sia agli studenti che e ai professionisti della ceramica.
Simeti, nato in Sicilia ma residente a New York da oltre vent’anni, è uno degli artisti italiani più noti a livello internazionale. E’ conosciuto per le sue installazioni site specific realizzate attraverso un approccio multidisciplinare, utilizzando wall paper, sculture e collage tridimensionali: nelle sue opere presenta scene esteticamente affascinanti che ad uno sguardo più attento rivelano contesti più cupi, profondi e spiazzanti. Sulla base del proprio stile espressivo e di alcune precedenti esperienze ceramiche, Matteo Zauli lo ha invitato in residenza nel 2017 a Montelupo Fiorentino per Materia Montelupo, e successivamente a Faenza per un progetto di produzione e formazione.
Nel corso della sua permanenza faentina Francesco Simeti, coadiuvato dalla ceramista Aida Bertozzi, ha realizzato proprio con la terra nera utilizzata da Carlo Zauli per le sue steli più celebri, due sculture totem, alcuni collage tridimensionali, unendo fra loro foglie modellate per l’occasione ad altre ottenute da stampi preesistenti realizzate da diversi artigiani locali.
La forma di un determinato fogliame dà il titolo all’installazione: uncinata, è infatti un termine di morfologia botanica che descrive la forma ad uncino di alcune foglie, e si ricollega anche al lavoro sulle alabarde che l’artista porta avanti da qualche anno.
I due lavori presentati al Museo Zauli vogliono essere il punto di partenza per Heirloom, un progetto ceramico più ampio e in divenire. Heirloom /ˈɛəɹ.lum/, dall’inglese medio heirlome, letteralmente significa “strumento o oggetto tramandato agli eredi”. In un’altra accezione - heirloom plants - fa riferimento anche a varietà di ortaggi e più in generale di piante antiche, pure, coltivate di generazione in generazione avendo cura di preservarle in modo da sfuggire ai processi di ibridazione. Con l’apertura di questa mostra, Francesco Simeti e il Museo Carlo Zauli pongono le prime basi per una call che nasce con l’intento di partecipare a un’opera collettiva che contribuisca a raccogliere, preservare e rendere fruibili frammenti di tradizione ceramica, quasi dei cimeli di famiglia svelati dalla scultura.
Francesco Simeti durante la sua permanenza estiva è stato affiancato dagli studenti delle Accademie di Bologna e Ravenna partecipanti al Corso per Curatori 2018 che, come ogni anno, supportano artisti e ceramisti nella produzione, ma contemporaneamente conquistano importanti esperienze formative sul campo dal punto di vista pratico, misurandosi con le esigenze dell’artista e della produzione, ma anche teorico, approfondendone la poetica e realizzando lavori curatoriali che ne sintetizzino l’incontro. Tali lavori finali degli studenti Caterina D’Ancona, Nina Bovio, Eleonora Schianchi e Anna Bottoli saranno esposti durante l’opening.
La valenza formativa della presenza di Simeti si allarga in questa occasione anche a ceramisti professionisti a cui, in concomitanza con l’opening della mostra di dicembre, è destinato il workshop organizzato da Museo Zauli e AiCC: “Decorazione ceramica: tradizione e contemporaneità” è infatti tenuto dall’artista insieme ai due ceramisti del territorio montelupino con cui ha collaborato lo scorso anno, Luca Vanni e Sergio Pilastri, a Matteo Zauli e a Viola Emaldi, curatrice esperta in ceramica e in percorsi di formazione, e vuole fornire agli artigiani italiani uno sguardo inedito volto a riattualizzare la tradizionale attività della decorazione.
15
dicembre 2018
Francesco Simeti – Uncinata
Dal 15 dicembre 2018 al 15 febbraio 2019
arte contemporanea
Location
MUSEO CARLO ZAULI
Faenza, Via Della Croce, 6, (Ravenna)
Faenza, Via Della Croce, 6, (Ravenna)
Orario di apertura
mar – sab 10 / 13 e su appuntamento
per info e prenotazioni +39 333 8511042
Vernissage
15 Dicembre 2018, ore 21
Autore
Curatore