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Francesco Toraldo – Jazz, le vibrazioni dell’anima
Dall’Espressionismo all’Informale, Toraldo attraversa tutte quelle correnti che legano insieme la forza della gestualità con il soggetto delle opere, nel tentativo di generare un’arte fruibile a tutti, seguendo l’insegnamento di un grande maestro del Novecento, Renato Guttuso.
Comunicato stampa
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Francesco Toraldo
La formazione del maestro è avvenuta affiancando il padre Enzo nel suo mestiere di pittore. Di questa eccezionale esperienza, Francesco Toraldo, porta con sé, non solo le conosce tecniche, maturate attraverso lo studio ed il disegno, ma soprattutto l’atmosfera di scambio e confronto che si generavano nella vita degli artisti.
Cresciuto nella convinzione che la maturazione tecnica deve accompagnarsi con la condivisione e la discussione, quali momenti fondamentali per la definizione del linguaggio figurativo, oggi Francesco Toraldo si trova ad ammettere, non senza rammarico, che la pittura è diventata un «cammino solitario» che ogni artista intraprende e porta avanti confidando solo nelle proprie risorse.
L’idea di pittura, che il maestro è andata consolidando negli anni, è un’idea di racconto in continua evoluzione, che fa coincidere il gesto e l’uso del colore con il momento creativo. L’ispirazione diventa, per Toraldo, continuo stimolo al superamento della riproduzione meccanica di scene sedimentate nella memoria, e la sua pittura non è decisa a tavolino, ma nasce nel momento in cui la spatola comincia a definire le prime chiazze di colore sulla tavola e sulla tela. Attraverso l’uso magistrale della spatola, che rende visibili la forza dei movimenti e le vibrazioni del ritmo, l’artista accosta i colori primari l’un all’altro, raggiungendo capacità espressive di grande densità poetica, legata insieme ad un’enunciazione narrativa nitida e sintetica. Le chiazze di colore, che sostituiscono completamente il disegno, si uniscono al gesto creativo per rendere visibile e concreta l’energia, indagata nelle sue forme più pure. Toraldo compie un’operazione geniale nel momento in cui sceglie soggetti facilmente riconoscibili che diventano visualizzazione del movimento, del suono, del sentimento.
Dall’Espressionismo all’Informale, Toraldo attraversa tutte quelle correnti che legano insieme la forza della gestualità con il soggetto delle opere, nel tentativo di generare un’arte fruibile a tutti, seguendo l’insegnamento di un grande maestro del Novecento, Renato Guttuso. «Non sono le opere degli artisti ad essere difficili da leggere, ma tutte le parole che vi si scrivono sopra». Con questo monito, rivolto a quanti si sostituiscono all’arte, impedendole di dialogare con il pubblico, Francesco Toraldo invita a perdersi tra le onde del mare solcate dalla sue vele vigorose, e ad ascoltare le vibrazioni emanate dai suoi straordinari jazzisti.
La formazione del maestro è avvenuta affiancando il padre Enzo nel suo mestiere di pittore. Di questa eccezionale esperienza, Francesco Toraldo, porta con sé, non solo le conosce tecniche, maturate attraverso lo studio ed il disegno, ma soprattutto l’atmosfera di scambio e confronto che si generavano nella vita degli artisti.
Cresciuto nella convinzione che la maturazione tecnica deve accompagnarsi con la condivisione e la discussione, quali momenti fondamentali per la definizione del linguaggio figurativo, oggi Francesco Toraldo si trova ad ammettere, non senza rammarico, che la pittura è diventata un «cammino solitario» che ogni artista intraprende e porta avanti confidando solo nelle proprie risorse.
L’idea di pittura, che il maestro è andata consolidando negli anni, è un’idea di racconto in continua evoluzione, che fa coincidere il gesto e l’uso del colore con il momento creativo. L’ispirazione diventa, per Toraldo, continuo stimolo al superamento della riproduzione meccanica di scene sedimentate nella memoria, e la sua pittura non è decisa a tavolino, ma nasce nel momento in cui la spatola comincia a definire le prime chiazze di colore sulla tavola e sulla tela. Attraverso l’uso magistrale della spatola, che rende visibili la forza dei movimenti e le vibrazioni del ritmo, l’artista accosta i colori primari l’un all’altro, raggiungendo capacità espressive di grande densità poetica, legata insieme ad un’enunciazione narrativa nitida e sintetica. Le chiazze di colore, che sostituiscono completamente il disegno, si uniscono al gesto creativo per rendere visibile e concreta l’energia, indagata nelle sue forme più pure. Toraldo compie un’operazione geniale nel momento in cui sceglie soggetti facilmente riconoscibili che diventano visualizzazione del movimento, del suono, del sentimento.
Dall’Espressionismo all’Informale, Toraldo attraversa tutte quelle correnti che legano insieme la forza della gestualità con il soggetto delle opere, nel tentativo di generare un’arte fruibile a tutti, seguendo l’insegnamento di un grande maestro del Novecento, Renato Guttuso. «Non sono le opere degli artisti ad essere difficili da leggere, ma tutte le parole che vi si scrivono sopra». Con questo monito, rivolto a quanti si sostituiscono all’arte, impedendole di dialogare con il pubblico, Francesco Toraldo invita a perdersi tra le onde del mare solcate dalla sue vele vigorose, e ad ascoltare le vibrazioni emanate dai suoi straordinari jazzisti.
13
luglio 2009
Francesco Toraldo – Jazz, le vibrazioni dell’anima
Dal 13 al 19 luglio 2009
arte contemporanea
Location
TEATRO MONUMENTO GABRIELE D’ANNUNZIO
Pescara, Lungomare Cristoforo Colombo, 122, (Pescara)
Pescara, Lungomare Cristoforo Colombo, 122, (Pescara)
Biglietti
nei giorni 14, 15 e 16 luglio 2009
Autore