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Francis Offman
P420 è lieta di presentare la prima mostra personale dell’artista Francis Offman (1987,
Butare, Rwanda).
Comunicato stampa
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P420 è lieta di presentare la prima mostra personale in galleria di Francis Offman (1987, Butare, Ruanda).
Trasferitosi in Italia nel 1999, dopo aver studiato Scienze dell’Amministrazione all’Università degli Studi di Milano si è poi spostato a Bologna dove oggi vive e lavora dopo aver concluso l’Accademia di Belle Arti frequentando il corso di pittura di Luca Bertolo e aggiudicandosi nel 2018 il premio ArtUp della critica nell’ambito di OpenTour.
Come nota Davide Ferri, “la pratica di Francis Offman pare svolgersi attorno ad un’unica regola: non acquistare nulla, prendersi cura degli scarti”. Tutto quanto usa per la realizzazione delle sue opere - i supporti e le tele, la carta, la pittura stessa - è infatti recuperato o trovato, e anche la decisione a priori di non utilizzare un telaio appartiene a questa logica. “Inevitabilmente quindi - nota Simone Frangi nel testo che accompagna la mostra - ogni materiale che passa tra le mani del pittore ci mette di fronte alla sua storia di estrazione, più o meno violenta, alla sua trasformazione e consumazione”.
Offman recupera e conserva la polvere dalla moka dei suoi caffè, chiede agli amici di metterla da parte e portargliela, la setaccia, la asciuga e la impasta con colle per trasformarla in materia pittorica. “Un pacchetto di caffè rappresenta una mappa, mi ha spiegato una volta Jessica Sartriani, esperta di caffè” racconta Francis Offman, poiché caduto il mito della purezza del prodotto coloniale per eccellenza, ogni contenitore trasporta una miscela: la polvere è dunque una cartografia trans-coloniale che lega luoghi d’espropriazione e di appiattimento colturale e culturale.
Tra i suoi materiali privilegiati, sempre recuperati e mai veramente acquistati, il cemento e il gesso di Bologna raccontano la storia del suo rapporto con il paesaggio che lo ha accolto così diverso da quello di origine.
“Il risultato è un dipinto astratto, non c’è dubbio. - continua Davide Ferri - Ma può alludere vagamente ad un paesaggio (per certi gialli, marroni e verdi che evocano la vitalità della terra, o per certi azzurri che si incuneano tra le cose come frammenti e porzioni di cielo e corsi d’acqua), ma non c’è nulla – una linea d’orizzonte, il rimando a figure definite - che possa realmente configurarli come tali. Mettiamola così: i lavori di Offman sono astratti, ma mi sembrano richiamare, pur senza descriverla, l’immagine di un paesaggio esuberante e contrastato, un paesaggio di movimenti continui, di tremolii e sovvertimenti tellurici”.
Nel 2022 Francis Offman parteciperà alla mostra Espressioni. L’Epilogo, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli, IT.
Recentemente ha preso parte a: Herald St | Museum St, London, UK (solo, 2021); You might know, Museo MAGA, Gallarate, IT (solo, 2021); Painting Stone, Villa Lontana, Roma, IT (2021); Baleno International, Roma, IT (solo, 2021); Gettare il sasso e nascondere la mano, MAD, Le Murate, Firenze, IT (2021); Mediterranea 19 Young Artists Biennale, School of Waters, Repubblica di San Marino, SM (2021).
Trasferitosi in Italia nel 1999, dopo aver studiato Scienze dell’Amministrazione all’Università degli Studi di Milano si è poi spostato a Bologna dove oggi vive e lavora dopo aver concluso l’Accademia di Belle Arti frequentando il corso di pittura di Luca Bertolo e aggiudicandosi nel 2018 il premio ArtUp della critica nell’ambito di OpenTour.
Come nota Davide Ferri, “la pratica di Francis Offman pare svolgersi attorno ad un’unica regola: non acquistare nulla, prendersi cura degli scarti”. Tutto quanto usa per la realizzazione delle sue opere - i supporti e le tele, la carta, la pittura stessa - è infatti recuperato o trovato, e anche la decisione a priori di non utilizzare un telaio appartiene a questa logica. “Inevitabilmente quindi - nota Simone Frangi nel testo che accompagna la mostra - ogni materiale che passa tra le mani del pittore ci mette di fronte alla sua storia di estrazione, più o meno violenta, alla sua trasformazione e consumazione”.
Offman recupera e conserva la polvere dalla moka dei suoi caffè, chiede agli amici di metterla da parte e portargliela, la setaccia, la asciuga e la impasta con colle per trasformarla in materia pittorica. “Un pacchetto di caffè rappresenta una mappa, mi ha spiegato una volta Jessica Sartriani, esperta di caffè” racconta Francis Offman, poiché caduto il mito della purezza del prodotto coloniale per eccellenza, ogni contenitore trasporta una miscela: la polvere è dunque una cartografia trans-coloniale che lega luoghi d’espropriazione e di appiattimento colturale e culturale.
Tra i suoi materiali privilegiati, sempre recuperati e mai veramente acquistati, il cemento e il gesso di Bologna raccontano la storia del suo rapporto con il paesaggio che lo ha accolto così diverso da quello di origine.
“Il risultato è un dipinto astratto, non c’è dubbio. - continua Davide Ferri - Ma può alludere vagamente ad un paesaggio (per certi gialli, marroni e verdi che evocano la vitalità della terra, o per certi azzurri che si incuneano tra le cose come frammenti e porzioni di cielo e corsi d’acqua), ma non c’è nulla – una linea d’orizzonte, il rimando a figure definite - che possa realmente configurarli come tali. Mettiamola così: i lavori di Offman sono astratti, ma mi sembrano richiamare, pur senza descriverla, l’immagine di un paesaggio esuberante e contrastato, un paesaggio di movimenti continui, di tremolii e sovvertimenti tellurici”.
Nel 2022 Francis Offman parteciperà alla mostra Espressioni. L’Epilogo, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli, IT.
Recentemente ha preso parte a: Herald St | Museum St, London, UK (solo, 2021); You might know, Museo MAGA, Gallarate, IT (solo, 2021); Painting Stone, Villa Lontana, Roma, IT (2021); Baleno International, Roma, IT (solo, 2021); Gettare il sasso e nascondere la mano, MAD, Le Murate, Firenze, IT (2021); Mediterranea 19 Young Artists Biennale, School of Waters, Repubblica di San Marino, SM (2021).
09
ottobre 2021
Francis Offman
Dal 09 ottobre 2021 all'otto gennaio 2022
arte contemporanea
Location
P420 ART GALLERY
Bologna, Via Azzo Gardino, 9, (Bologna)
Bologna, Via Azzo Gardino, 9, (Bologna)
Orario di apertura
Inaugurazione:
sabato 9 ottobre 2021, ore 10.30 - 20.00
Orari di apertura:
martedì-sabato: 10.30-13.30 e 15-19.30
Sito web
Ufficio stampa
P420 srl
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