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Francisco Goya – Tauromachie ed altre battaglie
La mostra Francisco Goya. Tauromachie ed altre battaglie porta alla scoperta di una delle serie di incisioni più belle che Goya abbia creato: i fogli della Tauromachia, eseguiti tra il 1814 e il 1816, tra drammatici chiaroscuri e sorprendenti invenzioni scenografiche raccontano l’infinita lotta tra tori e toreri che, per l’artista spagnolo, diventa una grande allegoria delle vicende umane.
Comunicato stampa
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La mostra Francisco Goya. Tauromachie ed altre battaglie porta alla scoperta di una delle serie di incisioni più belle che Goya abbia creato: i fogli della Tauromachia, eseguiti tra il 1814 e il 1816, tra drammatici chiaroscuri e sorprendenti invenzioni scenografiche raccontano l’infinita lotta tra tori e toreri che, per l’artista spagnolo, diventa una grande allegoria delle vicende umane.
In questa serie, che rappresenta il nucleo principale della mostra, Goya dimostra tutta la sua sensibilità e abilità tecnica, esplorando le infinite possibilità dell’incisione.
Insieme alle tauromachie, che costituiscono il nucleo principale dell’esposizione, vengono presentate altre opere di Goya, tutte acqueforti originali, che ruotano attorno al tema della battaglia, intesa in senso sia metaforico che reale: meritano di essere ricordate le tragiche e sanguinarie composizioni dei Disastri della guerra, le grandi tavole dei Proverbi e la famosa serie dei Capricci fra cui spicca Il sonno della ragione genera mostri, una delle acqueforti più celebri dell’artista.
In mostra dunque uno straordinario corpus grafico in cui si ammirano importanti opere dei Capricci, prima importante serie di incisioni di Goya, pubblicata per la prima volta nel 1799, che raffigura immagini visionarie, incubi e allucinazioni, metafore di un mondo marcio e perduto, in cui l’abiezione umana sembra non avere limite.
Di grande pregio le opere appartenenti ai Disastri della guerra, forse il più sconvolgente tra i documenti artistici sulla ferocia dell’uomo. Nella serie, pubblicata per la prima volta postuma nel 1863, Goya racconta quanto ha visto e vissuto durante l’occupazione delle truppe napoleoniche in Spagna: esecuzioni sommarie, saccheggi, stupri e violenze di ogni tipo perpetrati da un esercito straniero contro la popolazione civile. Si tratta di una delle più dure e forti condanne alla guerra realizzate da un artista attraverso la sua opera. Molto significativa in questo senso Non si può sapere perché visibile in mostra.
Della serie dei Proverbi, composta da 22 incisioni rimaste incompiute alla morte dell’artista e stampate postume, spicca tra le altre Pioggia di Tori. In queste acqueforti la tecnica raffinatissima è paragonabile a quella della Tauromachia, mentre per quanto concerne i soggetti questi fogli costituiscono l’ideale prosecuzione dei Capricci.
L'esposizione, promossa dal Comune di Ponteranica, è accompagnata dalla proiezione di due cortometraggi d’arte sulle opere di Goya del noto regista, sceneggiatore e produttore Luciano Emmer (Milano 1918), con musiche eseguite da Andrés Segovia, dal titolo Goya. I disastri della guerra che narra il martirio del popolo spagnolo durante l’invasione napoleonica e La festa di Sant’Isidoro che rievoca il clima in Spagna nel XVIII secolo.
L’ esaustivo catalogo di Lubrina Editore contiene un DVD, prodotto da Lab 80, che propone il documentario di Luciano Emmer.
La mostra è allestita al Bopo - Bocciodromo di Ponteranica (Bergamo) uno spazio culturalmente vivace, dove si alternano mostre, concerti e presentazioni.
Cenni biografici
Francisco Goya y Lucientes (1746-1828)
A Madrid, il 1770 è un anno cruciale per la storia dell’arte: le sette tele dipinte da Giambattista Tiepolo per la chiesa di San Pasquale Baylon di Aranjuez, subito dopo la morte del maestro veneziano vengono sostituite con quelle di Anton Raphael Mengs, principale esponente della nuova pittura neoclassica. In questo momento di cambiamenti epocali si collocano gli esordi di Goya, che non aderirà mai a nessuna moda e sarà sempre troppo avanti rispetto ai suoi tempi, sebbene riesca a rappresentarli meglio di chiunque altro.
Nel 1774, proprio grazie a Mengs, gli vengono commissionati oltre sessanta cartoni per l’Arazzeria Reale, dipinti nell’arco di diciotto anni, in cui però si mostra più interessato alla vivace freschezza del Tiepolo che ai modi del suo benefattore. Nel 1789 la sua carriera è già all’apice: viene nominato “Pintor de camera del Rey e si afferma come impareggiabile ritrattista (La famiglia di Carlo IV, 1800). Alla fine del 1792, Goya attraversa un momento di grave crisi in seguito a una malattia che lo lascia inguaribilmente sordo.
Dalla fine degli anni Settanta inizia a dedicarsi all’incisione, eseguendo copie dai dipinti di Velázquez e, nel 1799, pubblica la sconvolgente serie dei Capricci, serie di ottanta scene di incisiva satira sociale, suo primo capolavoro nella nuova tecnica dell’acquaforte e acquatinta.
Al periodo in cui la Spagna venne invasa dalle truppe napoleoniche risalgono alcuni straordinari capolavori, quali la Fucilazione del 3 maggio 1808 e la serie di acqueforti intitolata i Disastri della guerra. Nel 1815 l’artista realizza la sua terza serie di incisioni ad acquaforte, la Tauromachia dedicato allo spettacolo nazionale spagnolo.
La pausa di serenità goduta dall’artista alla fine della guerra finisce quando Ferdinando VII avvia un regime di persecuzione contro chi coltiva ideali liberali. In questo rinnovato clima di violenza Goya inizia la sua quarta e ultima serie di incisioni, i Proverbi.
Dopo la restaurazione cade in disgrazia perché sospettato di essere antimonarchico, di conseguenza si ritira a lavorare in solitudine. Le sue angosce, le inquietudini e i tormenti interiori prendono forma nelle cosiddette “pitture nere”, allucinanti e tragiche visioni dipinte sulle pareti della sua dimora, la “Quinta de sordo”.
Nel 1824, perdurando il clima di politica reazionaria e persecutoria, parte per l’esilio volontario in Francia. A Bordeaux, malgrado l’età avanzata, Goya realizza nella nuova tecnica della litografia la splendida serie dei Tori di Bordeaux. La sua attività si interrompe con la morte all’età di ottantadue anni.
In questa serie, che rappresenta il nucleo principale della mostra, Goya dimostra tutta la sua sensibilità e abilità tecnica, esplorando le infinite possibilità dell’incisione.
Insieme alle tauromachie, che costituiscono il nucleo principale dell’esposizione, vengono presentate altre opere di Goya, tutte acqueforti originali, che ruotano attorno al tema della battaglia, intesa in senso sia metaforico che reale: meritano di essere ricordate le tragiche e sanguinarie composizioni dei Disastri della guerra, le grandi tavole dei Proverbi e la famosa serie dei Capricci fra cui spicca Il sonno della ragione genera mostri, una delle acqueforti più celebri dell’artista.
In mostra dunque uno straordinario corpus grafico in cui si ammirano importanti opere dei Capricci, prima importante serie di incisioni di Goya, pubblicata per la prima volta nel 1799, che raffigura immagini visionarie, incubi e allucinazioni, metafore di un mondo marcio e perduto, in cui l’abiezione umana sembra non avere limite.
Di grande pregio le opere appartenenti ai Disastri della guerra, forse il più sconvolgente tra i documenti artistici sulla ferocia dell’uomo. Nella serie, pubblicata per la prima volta postuma nel 1863, Goya racconta quanto ha visto e vissuto durante l’occupazione delle truppe napoleoniche in Spagna: esecuzioni sommarie, saccheggi, stupri e violenze di ogni tipo perpetrati da un esercito straniero contro la popolazione civile. Si tratta di una delle più dure e forti condanne alla guerra realizzate da un artista attraverso la sua opera. Molto significativa in questo senso Non si può sapere perché visibile in mostra.
Della serie dei Proverbi, composta da 22 incisioni rimaste incompiute alla morte dell’artista e stampate postume, spicca tra le altre Pioggia di Tori. In queste acqueforti la tecnica raffinatissima è paragonabile a quella della Tauromachia, mentre per quanto concerne i soggetti questi fogli costituiscono l’ideale prosecuzione dei Capricci.
L'esposizione, promossa dal Comune di Ponteranica, è accompagnata dalla proiezione di due cortometraggi d’arte sulle opere di Goya del noto regista, sceneggiatore e produttore Luciano Emmer (Milano 1918), con musiche eseguite da Andrés Segovia, dal titolo Goya. I disastri della guerra che narra il martirio del popolo spagnolo durante l’invasione napoleonica e La festa di Sant’Isidoro che rievoca il clima in Spagna nel XVIII secolo.
L’ esaustivo catalogo di Lubrina Editore contiene un DVD, prodotto da Lab 80, che propone il documentario di Luciano Emmer.
La mostra è allestita al Bopo - Bocciodromo di Ponteranica (Bergamo) uno spazio culturalmente vivace, dove si alternano mostre, concerti e presentazioni.
Cenni biografici
Francisco Goya y Lucientes (1746-1828)
A Madrid, il 1770 è un anno cruciale per la storia dell’arte: le sette tele dipinte da Giambattista Tiepolo per la chiesa di San Pasquale Baylon di Aranjuez, subito dopo la morte del maestro veneziano vengono sostituite con quelle di Anton Raphael Mengs, principale esponente della nuova pittura neoclassica. In questo momento di cambiamenti epocali si collocano gli esordi di Goya, che non aderirà mai a nessuna moda e sarà sempre troppo avanti rispetto ai suoi tempi, sebbene riesca a rappresentarli meglio di chiunque altro.
Nel 1774, proprio grazie a Mengs, gli vengono commissionati oltre sessanta cartoni per l’Arazzeria Reale, dipinti nell’arco di diciotto anni, in cui però si mostra più interessato alla vivace freschezza del Tiepolo che ai modi del suo benefattore. Nel 1789 la sua carriera è già all’apice: viene nominato “Pintor de camera del Rey e si afferma come impareggiabile ritrattista (La famiglia di Carlo IV, 1800). Alla fine del 1792, Goya attraversa un momento di grave crisi in seguito a una malattia che lo lascia inguaribilmente sordo.
Dalla fine degli anni Settanta inizia a dedicarsi all’incisione, eseguendo copie dai dipinti di Velázquez e, nel 1799, pubblica la sconvolgente serie dei Capricci, serie di ottanta scene di incisiva satira sociale, suo primo capolavoro nella nuova tecnica dell’acquaforte e acquatinta.
Al periodo in cui la Spagna venne invasa dalle truppe napoleoniche risalgono alcuni straordinari capolavori, quali la Fucilazione del 3 maggio 1808 e la serie di acqueforti intitolata i Disastri della guerra. Nel 1815 l’artista realizza la sua terza serie di incisioni ad acquaforte, la Tauromachia dedicato allo spettacolo nazionale spagnolo.
La pausa di serenità goduta dall’artista alla fine della guerra finisce quando Ferdinando VII avvia un regime di persecuzione contro chi coltiva ideali liberali. In questo rinnovato clima di violenza Goya inizia la sua quarta e ultima serie di incisioni, i Proverbi.
Dopo la restaurazione cade in disgrazia perché sospettato di essere antimonarchico, di conseguenza si ritira a lavorare in solitudine. Le sue angosce, le inquietudini e i tormenti interiori prendono forma nelle cosiddette “pitture nere”, allucinanti e tragiche visioni dipinte sulle pareti della sua dimora, la “Quinta de sordo”.
Nel 1824, perdurando il clima di politica reazionaria e persecutoria, parte per l’esilio volontario in Francia. A Bordeaux, malgrado l’età avanzata, Goya realizza nella nuova tecnica della litografia la splendida serie dei Tori di Bordeaux. La sua attività si interrompe con la morte all’età di ottantadue anni.
19
giugno 2009
Francisco Goya – Tauromachie ed altre battaglie
Dal 19 giugno al 26 luglio 2009
disegno e grafica
asta
asta
Location
BOPO BOCCIODROMO
Ponteranica, Via Concordia, 6A, (Bergamo)
Ponteranica, Via Concordia, 6A, (Bergamo)
Orario di apertura
martedì, mercoledì, venerdì dalle 16 alle 20; giovedì dalle 16 alle 22; sabato e domenica dalle 10 alle 20. Lunedì chiuso. Visite guidate gratuite ogni fine settimana con prenotazione obbligatoria. Su richiesta è possibile prenotare altre visite.
Vernissage
19 Giugno 2009, ore 18
Editore
LUBRINA
Ufficio stampa
IRMA BIANCHI
Autore
Curatore