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Francisco Sobrino
Maestro cinetista, spagnolo di nascita e argentino per formazione, protagonista innovativo dell’arte contemporanea, artista di grande esperienza, dalla grande creatività, di grandi vedute
Comunicato stampa
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Martedì 15 marzo 2005 alle ore 18,30 presso Archivio di Stato di Milano, Palazzo del Senato, si inaugurerà un’importante mostra intitolata “Francisco Sobrino”, dal nome del Maestro cinetista, spagnolo di nascita e argentino per formazione, protagonista innovativo dell’arte contemporanea, artista di grande esperienza, dalla grande creatività, di grandi vedute.
La mostra, curata da Giovanni Granzotto, attento studioso cui si devono anche altre rassegne di rilievo dedicate al Cinetismo, è la prima esposizione di questo artista in Italia, ed essa viene allestita negli ambienti suggestivi dell’Archivio di Stato di Milano, il che testimonia ancora una volta l’attenzione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali per l’arte contemporanea non solo italiana ma anche internazionale.
La valorizzazione dei “luoghi della cultura”, così felicemente definiti dal nuovo Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio rientra, ormai, tra i compiti primari dell’Amministrazione chiamata a garantire la tutela e la fruizione del nostro patrimonio.
Palazzo del Senato è certamente la sede ideale per ammirare i lavori di Sobrino: quasi 50 anni di un percorso umano e artistico di grande significato, costellato di successi e di riconoscimenti critici unanimi.
Nella mostra figurano opere realizzate dal ’58 in poi. Quando Sobrino dipingeva le prime di esse stava per concludersi un decennio denso di promesse per l’arte argentina e sudamericana, che vedeva convivere senza attriti linguaggi diversissimi (figurativo, tradizionale di ascendenza popolare, astratto, geometrico) e affermarsi il linguaggio cinetico: una poetica nuova nel modo in cui veniva enunciata e nelle modalità operative, un’arte nuova nei criteri di ideazione e di produzione.
Ed è per questo che nelle sue opere l’uomo entra, sicuramente con la propria immagine riflessa, frazionata, modificata, ma anche fisicamente, quando le strutture sono ambienti, labirinti, diventando parte determinante, integrante e anima, vale a dire l’elemento che concretamente mette in moto la struttura.
La diversa dimensione non fa la differenza tra le opere, i materiali e le forme. Le geometrie piane o solide, poste in progressione, sovrapposte, intersecanti, realizzate con materiali specchianti, trasparenti, riflettenti od opachi, determinano in maniera sempre diversa la vita dell’opera attraverso l’organizzazione della modularità che definisce il modo di governare la luce, lo spazio, le immagini dell’ambiente circostante.
Più evidente di quanto lo sia nei dipinti, l’illimitatezza dello spazio nelle sculture, è anche fisica e pluridimensionale, prismatica. La scultura di Francisco Sobrino è un aspetto della ricerca artistica che impegna, ed ha impegnato, il Maestro spagnolo nell’approfondimento dei valori matematici su un fronte estetico intuito dalle tendenze storiche del Novecento e inesplorato fino all’avvento del Cinetismo.
Così che le opere sono un insieme, una unità di elementi che interagiscono tra loro e con le azioni esterne; sono un tutt’uno con l’ambiente e con l’uomo; agiscono e si assoggettano; catturano e trasmettono; sono presenze reali, concrete, fisiche, comunicanti che si adattano e si integrano o, viceversa, sono esse ad integrare in sé un nuovo spazio dove si muove l’uomo.
Sono quarantasette gli anni dell’operare del Maestro Sobrino rappresentati in questa mostra, ed è straordinaria l’impressione di freschezza e attualità che contraddistingue i lavori esposti: è netta in essi l’impronta che il suo spirito imprime, in un continuo rinnovarsi e cercare con indefettibile e assoluto rigore di conseguire la massima politezza formale e la plenitudine della poesia.
La mostra, curata da Giovanni Granzotto, attento studioso cui si devono anche altre rassegne di rilievo dedicate al Cinetismo, è la prima esposizione di questo artista in Italia, ed essa viene allestita negli ambienti suggestivi dell’Archivio di Stato di Milano, il che testimonia ancora una volta l’attenzione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali per l’arte contemporanea non solo italiana ma anche internazionale.
La valorizzazione dei “luoghi della cultura”, così felicemente definiti dal nuovo Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio rientra, ormai, tra i compiti primari dell’Amministrazione chiamata a garantire la tutela e la fruizione del nostro patrimonio.
Palazzo del Senato è certamente la sede ideale per ammirare i lavori di Sobrino: quasi 50 anni di un percorso umano e artistico di grande significato, costellato di successi e di riconoscimenti critici unanimi.
Nella mostra figurano opere realizzate dal ’58 in poi. Quando Sobrino dipingeva le prime di esse stava per concludersi un decennio denso di promesse per l’arte argentina e sudamericana, che vedeva convivere senza attriti linguaggi diversissimi (figurativo, tradizionale di ascendenza popolare, astratto, geometrico) e affermarsi il linguaggio cinetico: una poetica nuova nel modo in cui veniva enunciata e nelle modalità operative, un’arte nuova nei criteri di ideazione e di produzione.
Ed è per questo che nelle sue opere l’uomo entra, sicuramente con la propria immagine riflessa, frazionata, modificata, ma anche fisicamente, quando le strutture sono ambienti, labirinti, diventando parte determinante, integrante e anima, vale a dire l’elemento che concretamente mette in moto la struttura.
La diversa dimensione non fa la differenza tra le opere, i materiali e le forme. Le geometrie piane o solide, poste in progressione, sovrapposte, intersecanti, realizzate con materiali specchianti, trasparenti, riflettenti od opachi, determinano in maniera sempre diversa la vita dell’opera attraverso l’organizzazione della modularità che definisce il modo di governare la luce, lo spazio, le immagini dell’ambiente circostante.
Più evidente di quanto lo sia nei dipinti, l’illimitatezza dello spazio nelle sculture, è anche fisica e pluridimensionale, prismatica. La scultura di Francisco Sobrino è un aspetto della ricerca artistica che impegna, ed ha impegnato, il Maestro spagnolo nell’approfondimento dei valori matematici su un fronte estetico intuito dalle tendenze storiche del Novecento e inesplorato fino all’avvento del Cinetismo.
Così che le opere sono un insieme, una unità di elementi che interagiscono tra loro e con le azioni esterne; sono un tutt’uno con l’ambiente e con l’uomo; agiscono e si assoggettano; catturano e trasmettono; sono presenze reali, concrete, fisiche, comunicanti che si adattano e si integrano o, viceversa, sono esse ad integrare in sé un nuovo spazio dove si muove l’uomo.
Sono quarantasette gli anni dell’operare del Maestro Sobrino rappresentati in questa mostra, ed è straordinaria l’impressione di freschezza e attualità che contraddistingue i lavori esposti: è netta in essi l’impronta che il suo spirito imprime, in un continuo rinnovarsi e cercare con indefettibile e assoluto rigore di conseguire la massima politezza formale e la plenitudine della poesia.
15
marzo 2005
Francisco Sobrino
Dal 15 marzo al 16 aprile 2005
arte contemporanea
Location
PALAZZO DEL SENATO E ARCHIVIO DI STATO
Milano, Via Senato, 10, (Milano)
Milano, Via Senato, 10, (Milano)
Orario di apertura
lunedì e venerdì 10-15. Da martedì a giovedì 10-18. Sabato 10-14
Vernissage
15 Marzo 2005, ore 18,30
Autore
Curatore