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Franco Bemporad – Dalla materia al segno
Lo Studio Gariboldi di Milano, la Galleria Bergamo di Bergamo, la galleria Montrasio Arte di Monza inaugurano contemporaneamente “Dalla materia al segno”, la personale di Franco Bemporad per celebrare l’opera di un maestro che ha saputo trasformare la materia in un’esperienza visiva e tattile.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Giovedì 7 aprile, alle ore 18.30, tre gallerie, lo Studio Gariboldi di Milano, la Galleria Bergamo di Bergamo, la galleria Montrasio Arte di Monza inaugurano contemporaneamente “Dalla materia al segno”, la personale di Franco Bemporad per celebrare l’opera di un maestro che ha saputo trasformare la materia in un’esperienza visiva e tattile.
Il progetto nasce da Giovanni Gariboldi, Ruggero Montrasio e Corrado Rota, titolari delle tre gallerie diverse per storia e vicende, ma simili nell’intenzione di riscoprire e dare visibilità agli artisti italiani che iniziarono a lavorare negli anni ’50. L’obiettivo di questa mostra è di proporre al grande pubblico un’antologica che riassuma l’insieme dell’intera attività artistica di Franco Bemporad. Sessanta opere, equamente distribuite fra i tre spazi espositivi, estremamente rappresentative del percorso artistico compiuto dal 1954 al 1989: dai "catrami" neri e argentati alle ricerche segniche e cromatiche dell' ultimo periodo.
Franco Bemporad raggiunge risultati stupefacenti quando, lavorando con la bocca del tubetto, lascia sulle tele 5000 e più chiodi di colore con punte di qualche centimetro perfettamente allineate. Coloratissimi “puntini sulle i” di materia, che compongono quadri nei toni caldi del giallo, dell’arancione, del rosso e del corallo.
La mostra rappresenta un’occasione unica per il pubblico che avrà la possibilità fino al 7 maggio di visionare non solo il già conosciuto, ma anche l’inedito con opere esposte per la prima volta.
Le mostre sono accompagnate da una monografia di 128 pagine con 95 riproduzioni a colori e una ricca antologia critica.
Bemporad nasce a Firenze nel 1926, da una ricca famiglia di industriali tessili. Iscrittosi alla facoltà di medicina abbandona gli studi per dedicarsi al cinema. Trasferitosi a Roma all’inizio degli anni ’50, scrive la sceneggiatura di "La donna del giorno" insieme a Cesare Zavattini per la regia di Francesco Maselli. Parallelamente entra in contatto con Alberto Burri, che influenzerà la sua decisione di dedicarsi alla pittura. E’ tra i firmatari del Movimento Nucleare insieme tra gli altri a Klein, Manzoni e Jorn. Nel 1957 espone alla mostra dell’Arte Nucleare alla Galleria San Fedele di Milano, città nella quale si era nel frattempo trasferito. Nel 1958 espone alla Galerie Iris Clert di Parigi con un saggio di Tapiè. Nel 1960 Franco Russoli presenta in catalogo la sua prima personale alla Galleria del Milione di Milano. Risale all’anno successivo l’adesione al gruppo "Continuità" insieme a Fontana, Dorazio, Dangelo, Novelli, Perilli, Arnaldo e Giò Pomodoro, Tancredi e Turcato, con i quali espone in Italia e all’estero (New York 1961, San Francisco 1961, Parigi 1961, Pittsburg 1961, Bochum 1962, Trier 1963, Parigi 1963). E’ datata 1966 la partecipazione alla XXXIII Biennale di Venezia. Negli anni settanta intesse un proficuo rapporto espositivo con il Salone Annunciata di Milano (1971, 1974, 1979). La personale alla Galleria del Naviglio di Milano è del 1989, anno della sua scomparsa. Nel 1998 le sue opere sono esposte alla mostra Art Nucleare a cura di Martina Corgnati a Palazzo Sertoli a Sondrio; nel 2002 lo Studio Gariboldi a Milano lo inserisce nella collettiva Ricognizione sugli Anni Cinquanta parte quinta; nel 2003 alla Galleria d’Arte Bergamo di Bergamo sono esposti dipinti nel contesto di Art Nuclèaire. Nel 2005, infine, ad Artefiera Bologna Montrasio Arte gli dedica una personale con testi in catalogo di Astrologo e Montrasio.
Dal catalogo:
"... questi suoi quadri non ci propongono un piacevole gioco formale e cromatico, ma quasi il simbolo figurale di una continua trasformazione dell'inerte in vivo, dell'assoluto immobile (il "segno neutro", dice Tapié) in aperto variabile e transeunte.” Franco Russoli, 1959
Bemporad sviluppa “il tema, già proposto da Capogrossi, della ripetibilità e della variazione ugualmente infinita del segno. L'aspetto nuovo della sua ricerca, spiegabile con la precedente esperienza della pittura di materia. E’ la ‘oggettività’ del segno, privato d'ogni implicazione simbolica, valido soltanto nella testualità della propria evidenza fenomenica.” Giulio Carlo Argan, 1961
Scrive Elisabetta Bucciarelli dello Studio Gariboldi: “Sappiamo però come per Bemporad l'arte fosse qualcosa che ‘implicava l'interpretazione globale del mondo’ e come egli per questo si ponesse spettatore del mondo intorno a lui. Ecco perché i risultati delle sue straordinarie tele non appartengono esclusivamente al suo tempo e possono definirsi a tutti gli effetti un prodotto contemporaneo. Forse, come l’artista sosteneva, perché la mente ‘è unica e sempre uguale’. [...] Continuiamo quindi a confidare nel "Tempo della Storia", come abbiamo sempre fatto per tutto il nostro lavoro di ricognizione sugli artisti degli anni Cinquanta, che potrà scrivere o riscrivere (perché no?) alcune pagine ancora in sospeso del secolo scorso e che sicuramente non tralascerà questo artista come tale senza tempo, capace di coniugare il ‘piglio razionale’ come nelle ossessive superfici sensoriali alla ‘logica istintiva’ come nel magma infinito dei catrami.”
Il progetto nasce da Giovanni Gariboldi, Ruggero Montrasio e Corrado Rota, titolari delle tre gallerie diverse per storia e vicende, ma simili nell’intenzione di riscoprire e dare visibilità agli artisti italiani che iniziarono a lavorare negli anni ’50. L’obiettivo di questa mostra è di proporre al grande pubblico un’antologica che riassuma l’insieme dell’intera attività artistica di Franco Bemporad. Sessanta opere, equamente distribuite fra i tre spazi espositivi, estremamente rappresentative del percorso artistico compiuto dal 1954 al 1989: dai "catrami" neri e argentati alle ricerche segniche e cromatiche dell' ultimo periodo.
Franco Bemporad raggiunge risultati stupefacenti quando, lavorando con la bocca del tubetto, lascia sulle tele 5000 e più chiodi di colore con punte di qualche centimetro perfettamente allineate. Coloratissimi “puntini sulle i” di materia, che compongono quadri nei toni caldi del giallo, dell’arancione, del rosso e del corallo.
La mostra rappresenta un’occasione unica per il pubblico che avrà la possibilità fino al 7 maggio di visionare non solo il già conosciuto, ma anche l’inedito con opere esposte per la prima volta.
Le mostre sono accompagnate da una monografia di 128 pagine con 95 riproduzioni a colori e una ricca antologia critica.
Bemporad nasce a Firenze nel 1926, da una ricca famiglia di industriali tessili. Iscrittosi alla facoltà di medicina abbandona gli studi per dedicarsi al cinema. Trasferitosi a Roma all’inizio degli anni ’50, scrive la sceneggiatura di "La donna del giorno" insieme a Cesare Zavattini per la regia di Francesco Maselli. Parallelamente entra in contatto con Alberto Burri, che influenzerà la sua decisione di dedicarsi alla pittura. E’ tra i firmatari del Movimento Nucleare insieme tra gli altri a Klein, Manzoni e Jorn. Nel 1957 espone alla mostra dell’Arte Nucleare alla Galleria San Fedele di Milano, città nella quale si era nel frattempo trasferito. Nel 1958 espone alla Galerie Iris Clert di Parigi con un saggio di Tapiè. Nel 1960 Franco Russoli presenta in catalogo la sua prima personale alla Galleria del Milione di Milano. Risale all’anno successivo l’adesione al gruppo "Continuità" insieme a Fontana, Dorazio, Dangelo, Novelli, Perilli, Arnaldo e Giò Pomodoro, Tancredi e Turcato, con i quali espone in Italia e all’estero (New York 1961, San Francisco 1961, Parigi 1961, Pittsburg 1961, Bochum 1962, Trier 1963, Parigi 1963). E’ datata 1966 la partecipazione alla XXXIII Biennale di Venezia. Negli anni settanta intesse un proficuo rapporto espositivo con il Salone Annunciata di Milano (1971, 1974, 1979). La personale alla Galleria del Naviglio di Milano è del 1989, anno della sua scomparsa. Nel 1998 le sue opere sono esposte alla mostra Art Nucleare a cura di Martina Corgnati a Palazzo Sertoli a Sondrio; nel 2002 lo Studio Gariboldi a Milano lo inserisce nella collettiva Ricognizione sugli Anni Cinquanta parte quinta; nel 2003 alla Galleria d’Arte Bergamo di Bergamo sono esposti dipinti nel contesto di Art Nuclèaire. Nel 2005, infine, ad Artefiera Bologna Montrasio Arte gli dedica una personale con testi in catalogo di Astrologo e Montrasio.
Dal catalogo:
"... questi suoi quadri non ci propongono un piacevole gioco formale e cromatico, ma quasi il simbolo figurale di una continua trasformazione dell'inerte in vivo, dell'assoluto immobile (il "segno neutro", dice Tapié) in aperto variabile e transeunte.” Franco Russoli, 1959
Bemporad sviluppa “il tema, già proposto da Capogrossi, della ripetibilità e della variazione ugualmente infinita del segno. L'aspetto nuovo della sua ricerca, spiegabile con la precedente esperienza della pittura di materia. E’ la ‘oggettività’ del segno, privato d'ogni implicazione simbolica, valido soltanto nella testualità della propria evidenza fenomenica.” Giulio Carlo Argan, 1961
Scrive Elisabetta Bucciarelli dello Studio Gariboldi: “Sappiamo però come per Bemporad l'arte fosse qualcosa che ‘implicava l'interpretazione globale del mondo’ e come egli per questo si ponesse spettatore del mondo intorno a lui. Ecco perché i risultati delle sue straordinarie tele non appartengono esclusivamente al suo tempo e possono definirsi a tutti gli effetti un prodotto contemporaneo. Forse, come l’artista sosteneva, perché la mente ‘è unica e sempre uguale’. [...] Continuiamo quindi a confidare nel "Tempo della Storia", come abbiamo sempre fatto per tutto il nostro lavoro di ricognizione sugli artisti degli anni Cinquanta, che potrà scrivere o riscrivere (perché no?) alcune pagine ancora in sospeso del secolo scorso e che sicuramente non tralascerà questo artista come tale senza tempo, capace di coniugare il ‘piglio razionale’ come nelle ossessive superfici sensoriali alla ‘logica istintiva’ come nel magma infinito dei catrami.”
07
aprile 2005
Franco Bemporad – Dalla materia al segno
Dal 07 aprile al 07 maggio 2005
arte contemporanea
Location
STUDIO GARIBOLDI
Milano, Via Giovanni Ventura, 5, (Milano)
Milano, Via Giovanni Ventura, 5, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato 10.30– 12.30 e 15.30-19.30
Vernissage
7 Aprile 2005, ore 18,30
Autore