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Franco Bratta / Vito de Leo – Colori
Inedito l’accostamento dei due artisti, delle due tecniche espressive e pittoriche, in una doppia personale dal sapore di una colorata fisarmonica.
Comunicato stampa
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I COLORI DELLA MENTE E DELL'ANIMA
In principio fu Van Gogh che nella sua follia visionaria caricò di accensione luminosa e materica il colore oltre il naturalismo degli impressionisti, poi in seguito la teorizzazione di Johannes Itten (1888- 1967). Pur svizzero di nascita fu docente nella Bauhaus della Germania, da cui fuggì nel 1934 per sottrarsi alle persecuzioni del regime nazista. Irrazionale ed ascetico insegnava a liberare l'energia creativa fisica e psichica delle persone e in particolare dei giovani sciogliendo l'ingorgo magmatico interiore tramite il colore. Non a caso il suo testo piu' famoso ha il titolo “Arte del colore. Esperienza soggettiva e conoscenza oggettiva come vie per l'arte''. Insomma il colore come comunicazione estetica pur non rinunciando a forme, luci e materiali vari. Sono, oggi, queste teorie ormai acquisite e diffuse in particolar modo nell'ambito del design, della pubblicita', della moda e del cinema.
Questa mostra ne e' un' esemplificativa manifestazione: due personalita', due diverse comunicazioni. I due artisti usano il colore non in funzione ludica e modaiola, come e' nell' abuso mediatico e commerciale, ma nella elaborazione di messaggi mentali e psichici.
Le opere di Bratta sono tematicamente e figurativamente varie: uno sguardo quindi aperto sul reale visibile che può essere naturale o geometricamente essenzializzato fino a divenire astrazione. Ma un filo unitario tiene insieme la diversa produzione: e' un colore-materia denso ed acceso fino ad una consistenza tattilo-visiva d' ascendenza pop-elettronica. E' qui presente la grande tradizione culturale del Meridione italiano: dai barocchi napoletani con le loro opere di 'nature morte', ma momentaneamente vive per la gioia dei sensi, alla pittura neorealistica postbellica che rifiutò le dissoluzioni informali per un discorso di 'cose' che, secondo la poetica del Verga ,'quagghiano', si solidificano, s'impongono senza ambiguità agli occhi e alla mente..e tra questi vale la pena citare il grande Renato Guttuso. E proprio alla lezione di quest'ultimo vanno ricondotti i ' Rossi cornetti' che girano vorticosamente in una decorazione da carretto siciliano, nonchè la strutturazione postcubista dei nostri paesi pugliesi ma partecipi di una unitaria cultura edificatoria mediterranea.
I lavori del De Leo costituiscono nelle sue diverse forme una rappresentazione iconica del non visibile ma esistente sia fisico che spirituale. Un bisogno cioè di rappresentare e quindi provare l'esistenza della genesi di forme di vita anche se pur non chiaramente e visivamente identificabili. Sono queste forme in 'nuce' che si tradurranno in seguito in 'organismi' di vita materiale e, o soprattutto, spirituale....e proprio percio' slegate da ogni rapporto di realta' fenomeniche e ridotte a 'puravisibilità'. Quest'ultima si realizza piu' che nelle forme geometriche o in quelle amebiche nei colori tenui di celeste -cielo o soprattutto verdi -pastello come i giovani fili d'erba della primavera che indicano appunto l''eterno ritorno' della vita della natura e/o di esperienze psichico- etiche come il germe del grano fecondato, allusivo della 'rinascita' sensitiva e religiosa dell' anima. La immagine acquisisce cosi' un' ambigua quanto multipla polisemanticità.
Luigi Dello Russo - critico e storico dell’arte
In principio fu Van Gogh che nella sua follia visionaria caricò di accensione luminosa e materica il colore oltre il naturalismo degli impressionisti, poi in seguito la teorizzazione di Johannes Itten (1888- 1967). Pur svizzero di nascita fu docente nella Bauhaus della Germania, da cui fuggì nel 1934 per sottrarsi alle persecuzioni del regime nazista. Irrazionale ed ascetico insegnava a liberare l'energia creativa fisica e psichica delle persone e in particolare dei giovani sciogliendo l'ingorgo magmatico interiore tramite il colore. Non a caso il suo testo piu' famoso ha il titolo “Arte del colore. Esperienza soggettiva e conoscenza oggettiva come vie per l'arte''. Insomma il colore come comunicazione estetica pur non rinunciando a forme, luci e materiali vari. Sono, oggi, queste teorie ormai acquisite e diffuse in particolar modo nell'ambito del design, della pubblicita', della moda e del cinema.
Questa mostra ne e' un' esemplificativa manifestazione: due personalita', due diverse comunicazioni. I due artisti usano il colore non in funzione ludica e modaiola, come e' nell' abuso mediatico e commerciale, ma nella elaborazione di messaggi mentali e psichici.
Le opere di Bratta sono tematicamente e figurativamente varie: uno sguardo quindi aperto sul reale visibile che può essere naturale o geometricamente essenzializzato fino a divenire astrazione. Ma un filo unitario tiene insieme la diversa produzione: e' un colore-materia denso ed acceso fino ad una consistenza tattilo-visiva d' ascendenza pop-elettronica. E' qui presente la grande tradizione culturale del Meridione italiano: dai barocchi napoletani con le loro opere di 'nature morte', ma momentaneamente vive per la gioia dei sensi, alla pittura neorealistica postbellica che rifiutò le dissoluzioni informali per un discorso di 'cose' che, secondo la poetica del Verga ,'quagghiano', si solidificano, s'impongono senza ambiguità agli occhi e alla mente..e tra questi vale la pena citare il grande Renato Guttuso. E proprio alla lezione di quest'ultimo vanno ricondotti i ' Rossi cornetti' che girano vorticosamente in una decorazione da carretto siciliano, nonchè la strutturazione postcubista dei nostri paesi pugliesi ma partecipi di una unitaria cultura edificatoria mediterranea.
I lavori del De Leo costituiscono nelle sue diverse forme una rappresentazione iconica del non visibile ma esistente sia fisico che spirituale. Un bisogno cioè di rappresentare e quindi provare l'esistenza della genesi di forme di vita anche se pur non chiaramente e visivamente identificabili. Sono queste forme in 'nuce' che si tradurranno in seguito in 'organismi' di vita materiale e, o soprattutto, spirituale....e proprio percio' slegate da ogni rapporto di realta' fenomeniche e ridotte a 'puravisibilità'. Quest'ultima si realizza piu' che nelle forme geometriche o in quelle amebiche nei colori tenui di celeste -cielo o soprattutto verdi -pastello come i giovani fili d'erba della primavera che indicano appunto l''eterno ritorno' della vita della natura e/o di esperienze psichico- etiche come il germe del grano fecondato, allusivo della 'rinascita' sensitiva e religiosa dell' anima. La immagine acquisisce cosi' un' ambigua quanto multipla polisemanticità.
Luigi Dello Russo - critico e storico dell’arte
12
maggio 2013
Franco Bratta / Vito de Leo – Colori
Dal 12 al 25 maggio 2013
arte contemporanea
Location
ADSUM ARTECONTEMPORANEA
Terlizzi, Via Guglielmo Marconi, 5, (Bari)
Terlizzi, Via Guglielmo Marconi, 5, (Bari)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato dalle ore 10.00-12.30 18.30- 20.30 chiusura giovedì pomeriggio e festivi
Vernissage
12 Maggio 2013, h 19,30
Autore
Curatore