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Franco Cimitan – Il cuore della civetta
I delicati veli di cera usati come finitura cristallizzano le vedute opalescenti, trasformando lagune e città in luoghi della mente vaghi ed immateriali
Comunicato stampa
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Dagli ultimi quadri di Franco Cimitan si liberano veri e propri lampi di luce. I suoi lavori più recenti si distinguono per la loro energia, intensa e vitale. I colori sono i più tradizionali: i verdi, i blu, i toni naturali delle terre, e i soggetti dipinti li sostengono con decisa gravità; ma Franco Cimitan ha la caratteristica di amare la luce, di cercarla ovunque, e di riuscire a dipingerla negli infiniti spechi e meandri dove essa penetra. Così nella descrizione di un paesaggio notturno senza luna entriamo nell’atmosfera di questa mostra, dedicata alla notte appunto. I delicati veli di cera usati come finitura cristallizzano poi le vedute opalescenti, trasformando lagune e città in luoghi della mente vaghi ed immateriali.
Ormai da anni questo artista veneziano si distingue infatti sia per i suoi paesaggi lagunari che per le sue figure che esistono in modo sfuggente ed ambiguo, ma soprattutto per le ombre che quasi annientano le architetture della Serenissima, rendendole irriconoscibili lirismi pittorici così sfocati da somigliare più a moschee e templi pagani che a simboli di cristianità. Le sue nubi e le nature scarne oscillano quindi tra presenza ed assenza, in un incessante altalenarsi di caos e necessità. Da un punto di vista tecnico il recupero dei linguaggi è tradizionale: l’utilizzo dell’encausto risale ai Greci ed era praticato anche presso i Romani; ma questo tecnicismo assume per Cimitan un valore aggiunto, come se lo stesso simbolismo non si potesse raggiungere altrimenti che operando un incantesimo destinato a perdurare solo grazie alla cera d’api. La cera infatti è un materiale difficile da lavorare, e si distingue per la sua indisponibilità a farsi stendere. E’ con pazienza e dopo lunga ricerca che Cimitan si è conquistato una particolare confidenza con questa materia, ed è grazie al suo utilizzo che i fondi neutri ed astratti emergono dal nulla, riverberandosi attraverso essa come fanno le note musicali attraverso l’aria.
Tutto ciò rende Franco Cimitan un artista discreto e rassicurante, ma decisamente al passo con la contemporaneità. Nei suoi lavori ci sono ben pochi elementi riconoscibili in grado di ricondurci alla nostra soglia esperenziale, e quasi nulla può distrarre l’attenzione dello spettatore dalle tematiche che premono all’artista. E come per la grande maggioranza delle opere contemporanee, anche i suoi esiti visionari vanno interpretati emozionalmente, in modo aperto, sentendosi a proprio agio nella libera vaghezza dell’interpretazione appunto, accedendovi secondo i propri codici di senso e di coraggio intellettuale. La libertà, infondo, non possiede proprio la capacità di non voler mai determinare nulla?
In mostra circa una ventina di pezzi, tutti dedicati al tema della civetta, simbolo di saggezza e sacra ad Atena secondo la mitologia greca, perché dotata di occhi capaci di scrutare l’oscurità e di scorgere ordine e chiarezza laddove invece sembra regnare il più illecito caos.
Ormai da anni questo artista veneziano si distingue infatti sia per i suoi paesaggi lagunari che per le sue figure che esistono in modo sfuggente ed ambiguo, ma soprattutto per le ombre che quasi annientano le architetture della Serenissima, rendendole irriconoscibili lirismi pittorici così sfocati da somigliare più a moschee e templi pagani che a simboli di cristianità. Le sue nubi e le nature scarne oscillano quindi tra presenza ed assenza, in un incessante altalenarsi di caos e necessità. Da un punto di vista tecnico il recupero dei linguaggi è tradizionale: l’utilizzo dell’encausto risale ai Greci ed era praticato anche presso i Romani; ma questo tecnicismo assume per Cimitan un valore aggiunto, come se lo stesso simbolismo non si potesse raggiungere altrimenti che operando un incantesimo destinato a perdurare solo grazie alla cera d’api. La cera infatti è un materiale difficile da lavorare, e si distingue per la sua indisponibilità a farsi stendere. E’ con pazienza e dopo lunga ricerca che Cimitan si è conquistato una particolare confidenza con questa materia, ed è grazie al suo utilizzo che i fondi neutri ed astratti emergono dal nulla, riverberandosi attraverso essa come fanno le note musicali attraverso l’aria.
Tutto ciò rende Franco Cimitan un artista discreto e rassicurante, ma decisamente al passo con la contemporaneità. Nei suoi lavori ci sono ben pochi elementi riconoscibili in grado di ricondurci alla nostra soglia esperenziale, e quasi nulla può distrarre l’attenzione dello spettatore dalle tematiche che premono all’artista. E come per la grande maggioranza delle opere contemporanee, anche i suoi esiti visionari vanno interpretati emozionalmente, in modo aperto, sentendosi a proprio agio nella libera vaghezza dell’interpretazione appunto, accedendovi secondo i propri codici di senso e di coraggio intellettuale. La libertà, infondo, non possiede proprio la capacità di non voler mai determinare nulla?
In mostra circa una ventina di pezzi, tutti dedicati al tema della civetta, simbolo di saggezza e sacra ad Atena secondo la mitologia greca, perché dotata di occhi capaci di scrutare l’oscurità e di scorgere ordine e chiarezza laddove invece sembra regnare il più illecito caos.
10
dicembre 2005
Franco Cimitan – Il cuore della civetta
Dal 10 dicembre 2005 al 31 gennaio 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA RADAR
Venezia, Via Caneve, 12, (Venezia)
Venezia, Via Caneve, 12, (Venezia)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 16-19.30
Vernissage
10 Dicembre 2005, ore 18
Autore