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Franco Corbisiero – Nuovo Realismo
Il pittore crea una superficie fortemente espressiva, attraverso la stratificazione di carta velina, colla, olio e acrilico, completata dalla stesura di bitume liquido, funzionale alla realizzazione di quegli effetti chiaroscurali che compongono il timbro terroso della sua tavolozza.
Comunicato stampa
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Franco Corbisiero è nato a Calvello (Pz) nel 1949 ma vive a Potenza sin da bambino. Ha iniziato a disegnare giovanissimo, dopo le scuole dell’obbligo infatti scelse l’Istituto d’Arte.
Fiorella Fiore scrive:
Franco Corbisiero si è fatto testimone della lezione di Maria Padula “fondatrice della scuola potentina con Giuseppe Antonello Leone”, personalità poliedrica che spazia dalla prosa alla pittura, stringendo rapporti intellettuali con personaggi di spicco della scena culturale del tempo quali Luigi Guerricchio, Carlo Levi, Rocco Scotellaro, Manlio Rossi Doria e Leonardo Sinisgalli. Franco Corbisiero appartiene infatti alla prima tornata di allievi (che vede tra gli altri: Gerardo Cosenza, Rita Olivieri, Angela Padula, Felice Lovisco, Achille De Gregorio e Anna Faraone) che a Potenza, alla metà degli anni Sessanta, si formarono nel primo Istituto d’Arte, in una Basilicata investita da una rivoluzione culturale e antropologica, nel boom dello spopolamento dei centri rurali. Maria Padula, artista di matrice “leviana”, e i giovani della sua scuola, hanno plasmato la loro poetica sul racconto di un mondo che cambiava; hanno creato, così, un archivio, lirico e storico, di immagini, sapori, colori, appartenenti ad una cultura destinata inesorabilmente a scomparire.
Franco Corbisiero si è fatto testimone di questa lezione, trasformando, però, nel tempo, la sua poetica e commisurandola ad un’evoluzione continua che non si manifesta solo nella pratica tecnica, ma anche nel linguaggio artistico. Dal 2007 in poi, infatti, le sue opere hanno subito un lento ma progressivo cambiamento, restando ancorate, però, ad una dimensione lirica ed emotiva di grande impatto che mescola ai ricordi dell’infanzia, le esperienze di vita e i sogni vissuti, creando così un’atmosfera che si immerge in una sorta di "realismo magico". I paesaggi, protagonisti della prima produzione pittorica, ma che pure continuano a far parte del corpus artistico del pittore, descrivono una terra collocata più in un contesto emotivo, che non meramente geografico: riconosciamo negli scorci rappresentati i borghi lucani, incastonati tra le montagne dell’Appennino della nostra meravigliosa regione, Calvello in primis, ma non solo. Ad uno sguardo più attento, scopriamo che sono luoghi appartenenti al regno della memoria: lo rivelano i colori, in cui alle nuances terrose che caratterizzano i calcinacci delle case, si sostituiscono tonalità pastello che non descrivono, ma raccontano un sentimento di matrice proustiana legato alla nostalgia e all’affetto.
Se questa è la componente più legata alla "lucanità", è nella figura che Corbisiero esprime il lato lirico e più propriamente intimistico che pervade la sua poetica. In primo luogo, la passione per l’universo musicale, nei disegni prima, e ora nelle grandi tele della produzione più recente. I primi, messi gli uni accanto agli altri, creano un universo di brulicanti musicanti che suonano, si muovono e catturano lo sguardo della spettatore, per intrappolarlo inesorabilmente nei ghirigori del ricciolo di una chitarra o nel fiato di un sassofonista, che si materializza nel guizzo dell’inchiostro di una Bic che tiene le linee legate l’una all’altra. Ebbene, questo pullulante mondo musicale si è trasformato negli ultimi anni in qualcosa di diverso. Al gruppo si è sostituito la figura in primo piano, colta nel momento in cui si realizza l’estro creativo, isolata dal contesto che la circonda, unita in un connubio indissolubile con il proprio strumento. Alla frenesia si è sostituita una calma pacata, solitaria, che riempie di poesia l’opera, e che è il segnale di un’indubbia maturità dell’artista, alla ricerca di una dimensione maggiormente intimista e meditativa. Ma, più di tutto, è alla donna che Corbisiero ha affidato negli anni il suo messaggio, creando ritratti di muse che ci conducono all’interno della trame del linguaggio dell’artista. Con i loro occhi grandi, predominanti su tutto, intensi e vivi, esse rappresentano le diverse sfaccettature del concetto stesso di femminilità, che diventa in un certo senso anche la rappresentazione dell’umanità intera.
Fiorella Fiore scrive:
Franco Corbisiero si è fatto testimone della lezione di Maria Padula “fondatrice della scuola potentina con Giuseppe Antonello Leone”, personalità poliedrica che spazia dalla prosa alla pittura, stringendo rapporti intellettuali con personaggi di spicco della scena culturale del tempo quali Luigi Guerricchio, Carlo Levi, Rocco Scotellaro, Manlio Rossi Doria e Leonardo Sinisgalli. Franco Corbisiero appartiene infatti alla prima tornata di allievi (che vede tra gli altri: Gerardo Cosenza, Rita Olivieri, Angela Padula, Felice Lovisco, Achille De Gregorio e Anna Faraone) che a Potenza, alla metà degli anni Sessanta, si formarono nel primo Istituto d’Arte, in una Basilicata investita da una rivoluzione culturale e antropologica, nel boom dello spopolamento dei centri rurali. Maria Padula, artista di matrice “leviana”, e i giovani della sua scuola, hanno plasmato la loro poetica sul racconto di un mondo che cambiava; hanno creato, così, un archivio, lirico e storico, di immagini, sapori, colori, appartenenti ad una cultura destinata inesorabilmente a scomparire.
Franco Corbisiero si è fatto testimone di questa lezione, trasformando, però, nel tempo, la sua poetica e commisurandola ad un’evoluzione continua che non si manifesta solo nella pratica tecnica, ma anche nel linguaggio artistico. Dal 2007 in poi, infatti, le sue opere hanno subito un lento ma progressivo cambiamento, restando ancorate, però, ad una dimensione lirica ed emotiva di grande impatto che mescola ai ricordi dell’infanzia, le esperienze di vita e i sogni vissuti, creando così un’atmosfera che si immerge in una sorta di "realismo magico". I paesaggi, protagonisti della prima produzione pittorica, ma che pure continuano a far parte del corpus artistico del pittore, descrivono una terra collocata più in un contesto emotivo, che non meramente geografico: riconosciamo negli scorci rappresentati i borghi lucani, incastonati tra le montagne dell’Appennino della nostra meravigliosa regione, Calvello in primis, ma non solo. Ad uno sguardo più attento, scopriamo che sono luoghi appartenenti al regno della memoria: lo rivelano i colori, in cui alle nuances terrose che caratterizzano i calcinacci delle case, si sostituiscono tonalità pastello che non descrivono, ma raccontano un sentimento di matrice proustiana legato alla nostalgia e all’affetto.
Se questa è la componente più legata alla "lucanità", è nella figura che Corbisiero esprime il lato lirico e più propriamente intimistico che pervade la sua poetica. In primo luogo, la passione per l’universo musicale, nei disegni prima, e ora nelle grandi tele della produzione più recente. I primi, messi gli uni accanto agli altri, creano un universo di brulicanti musicanti che suonano, si muovono e catturano lo sguardo della spettatore, per intrappolarlo inesorabilmente nei ghirigori del ricciolo di una chitarra o nel fiato di un sassofonista, che si materializza nel guizzo dell’inchiostro di una Bic che tiene le linee legate l’una all’altra. Ebbene, questo pullulante mondo musicale si è trasformato negli ultimi anni in qualcosa di diverso. Al gruppo si è sostituito la figura in primo piano, colta nel momento in cui si realizza l’estro creativo, isolata dal contesto che la circonda, unita in un connubio indissolubile con il proprio strumento. Alla frenesia si è sostituita una calma pacata, solitaria, che riempie di poesia l’opera, e che è il segnale di un’indubbia maturità dell’artista, alla ricerca di una dimensione maggiormente intimista e meditativa. Ma, più di tutto, è alla donna che Corbisiero ha affidato negli anni il suo messaggio, creando ritratti di muse che ci conducono all’interno della trame del linguaggio dell’artista. Con i loro occhi grandi, predominanti su tutto, intensi e vivi, esse rappresentano le diverse sfaccettature del concetto stesso di femminilità, che diventa in un certo senso anche la rappresentazione dell’umanità intera.
04
febbraio 2012
Franco Corbisiero – Nuovo Realismo
Dal 04 al 19 febbraio 2012
arte moderna e contemporanea
Location
SPAZIO ROCCO SCOTELLARO
Vigevano, Via Cesarea, 49, (Pavia)
Vigevano, Via Cesarea, 49, (Pavia)
Orario di apertura
giovedì sabato e domenica ore 17 - 19
Vernissage
4 Febbraio 2012, ore 17,30
Autore