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Franco Fasoli / Timm Blandin / Jean Bosphore – Ordinary Perspectives
Le differenti narrazioni di Fasoli, Blandin e Bosphore si intrecciano qui in una conversazione a tre che fa dell’arte figurativa il mezzo di comunicazione prescelto; colori forti, decisi, talvolta in contrasto tra loro, per veicolare visioni del mondo altrettanto definite
Comunicato stampa
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MAGMA gallery è lieta di presentare “Ordinary Perspectives”, con gli artisti Franco Fasoli (Argentina, 1981), Timm Blandin (Francia, 1987) e Jean Bosphore (Francia, 1995), dal 2 febbraio al 30 marzo 2024.
Le differenti narrazioni di Fasoli, Blandin e Bosphore si intrecciano qui in una conversazione a tre che fa dell’arte figurativa il mezzo di comunicazione prescelto; messaggi che sfruttano la potenza ed il richiamo di colori forti, decisi, talvolta in contrasto tra loro, per veicolare visioni del mondo altrettanto definite. Da un lato, infatti, Bosphore ci trasmette, attraverso la sua produzione artistica, una visione del mondo distopica, futuristica, un’indagine dell’umanità e al contempo una critica della società contemporanea; uno stesso filone di denuncia è presente anche nell’opera di Fasoli, che mette in arte il confronto-scontro tra culture diverse, le contraddizioni che le società si portano dietro, così come riflessioni portanti sul concetto di identità individuale e collettiva. Infine, la visione di Timm Blandin offre un’ulteriore prospettiva da cui osservare il mondo che ci circonda, un punto di vista che eleva a status di arte la banalità del quotidiano e ci ricorda quanto preziose siano le cose più semplici.
In questo dialogo, i tre artisti comunicano tramite il linguaggio dell’onirico, tramite immagini di paesaggi sospesi e sognanti, in una dimensione indefinita posta tra sogno e realtà, che ha bisogno, in ultima analisi, di un osservatore esterno per essere completata e letta: lo spettatore entra infatti come quarto elemento in questa conversazione artistica e offre i propri sensi come vero e proprio supporto nel processo di creazione delle opere, contribuendo in prima persona a costruirne il significato.
Jean Bosphore è un artista francese nato nel 1995; attualmente vive e lavora a Parigi. Definendo se stesso come artista “multidisciplinare”, Bosphore porta avanti una carriera di successo che vanta collaborazioni con note gallerie e musei, in particolare a Parigi e in Belgio, così come importanti risultati in asta.
Combinando disegno, scultura e oggetti d'arte, le opere di Bosphore esplorano il concetto di bellezza attraverso l'esplorazione del corpo e del suo fascino. L'immagine dell'uomo moderno è messa alla prova dall'ambiente distopico e futuristico che lo circonda, e l'opera si arricchisce di un'altra lettura, quella della critica alla società contemporanea che sembra danzare immutabilmente in una notte artificiale. In assenza di narrazione, lo spettatore cerca di offrire una trama immaginaria ai personaggi e agli oggetti, e l'opera trova così il suo completamento nella mente dello spettatore.
Il talento di Bosphore sta nel conciliare contrasti come profondità e piattezza e nel creare giochi di prospettiva attraverso l'uso di colori forti e di inquadrature singolari. Le opere di Bosphore sono inoltre caratterizzate da un formato ridotto che introduce una nozione di "pittura-oggetto", esaltata dalla scelta dei materiali, e che permette allo spettatore di vivere in maniera più diretta l’opera. La sua produzione artistica rimanda alle avanguardie russe e la scuola Bauhaus, che enfatizzavano l'integrazione tra arte e design, così come preponderante nel suo lavoro è il richiamo all’universo fantascientifico e all’architettura costruttivista sovietica.
Franco Fasoli (noto anche come Jaz - Buenos Aires, 1981) è uno degli artisti più noti e più talentuosi della scena argentina, tra i primi a passare dal writing alla Street Art. Dopo gli studi in ceramica, pittura e disegno presso lo IUNA (Instituto Universitario Naciónal de Arte), si è concentrato sulla scenografia presso l’istituto di Theatre Colón, iniziando, nelle vesti di muralista, ad immaginare le strade come una tale alla fine degli anni ’90.
A partire da queste prime esperienze formative, il suo stile si è evoluto nel corso degli anni allontanandosi dal writing più tradizionale, introducendo nel suo lavoro la rappresentazione delle vere contraddizioni delle società latinoamericane, i loro rituali e la loro apparentemente perenne instabilità. La tensione tra la cultura globale dominante e le sottoculture come spazi di resistenza lo ha influenzato sia a livello concettuale che nelle sue azioni nel corso della sua carriera. Molteplici forme di identità individuale e collettiva - così come il loro continuo mutamento - costituiscono la spina dorsale sociologica della sua opera. Il conflitto, lo scontro, la destrutturazione della scena ritratta sono alcuni degli elementi utilizzati da Fasoli per stimolare la visione e la percezione del pubblico. Il concetto di identità è infatti uno dei cardini fondanti del suo lavoro, sia nei murales che nei dipinti su tela o nelle sculture.
Una delle caratteristiche principali della sua più recente produzione artistica è l’esplorazione di scale e materiali diversi per i suoi pezzi. Dai dipinti di grande formato negli spazi pubblici alle piccole opere su bronzo o carta, il mutamento dei contesti e delle risorse sono state il carburante della sua arte.
Nel corso degli anni Fasoli ha esposto in numerosi paesi in tutto il mondo, partecipando a festival internazionali e lavorando costantemente per la produzione di interventi murali. Alcune delle partecipazioni al festival degli artisti includono: Tou Camp Festival a Stavanger (Norvegia, 2012), Open Walls Festival (USA, 2011) e il Festival Internacional de Muralismo, Strade del Paessaggio, Cosenza (Italia, 2008). Nel 2011 espone al Museo de Arte Contemporáneo a Rosario in Argentina e nel 2010 al Museo Mube di Sao Paulo; nel 2016 ha partecipato ad importanti collettive presso il Museo di Arte Contemporanea di Lione, al Museo Emilio Caraffa di Córdoba (Argentina) e all’importante Artmossphere Biennale di Mosca
Timm Blandin (1987) è un artista francese che ha scelto paesaggi e ritratti colorati e onirici come fulcro della sua arte. Attualmente vive e lavora in Alta Savoia, nell'est della Francia.
Ispirato dalla fotografia e dagli schizzi della vita quotidiana, si è concentrato sulla pittura acrilica figurativa su tela, che gli offre infinite possibilità di sperimentare con i colori, i giochi di luce e le ombre.
Laureatosi nel 2012 in Graphic design, l'artista ha mantenuto il suo interesse per l'ambiente digitale. Partendo dagli scatti di Google Street View, nei suoi dipinti Blandin trasforma le scene quotidiane con la sua visione artistica e la sua tavolozza vibrante. Questa nuova realtà immersiva e meditativa fa riferimento agli effetti visivi digitali con tendenza alla pixelizzazione e alla levigazione dei dettagli.
Le sue opere sono state presentate in mostre individuali e collettive, soprattutto a Parigi e Hong Kong.
Le differenti narrazioni di Fasoli, Blandin e Bosphore si intrecciano qui in una conversazione a tre che fa dell’arte figurativa il mezzo di comunicazione prescelto; messaggi che sfruttano la potenza ed il richiamo di colori forti, decisi, talvolta in contrasto tra loro, per veicolare visioni del mondo altrettanto definite. Da un lato, infatti, Bosphore ci trasmette, attraverso la sua produzione artistica, una visione del mondo distopica, futuristica, un’indagine dell’umanità e al contempo una critica della società contemporanea; uno stesso filone di denuncia è presente anche nell’opera di Fasoli, che mette in arte il confronto-scontro tra culture diverse, le contraddizioni che le società si portano dietro, così come riflessioni portanti sul concetto di identità individuale e collettiva. Infine, la visione di Timm Blandin offre un’ulteriore prospettiva da cui osservare il mondo che ci circonda, un punto di vista che eleva a status di arte la banalità del quotidiano e ci ricorda quanto preziose siano le cose più semplici.
In questo dialogo, i tre artisti comunicano tramite il linguaggio dell’onirico, tramite immagini di paesaggi sospesi e sognanti, in una dimensione indefinita posta tra sogno e realtà, che ha bisogno, in ultima analisi, di un osservatore esterno per essere completata e letta: lo spettatore entra infatti come quarto elemento in questa conversazione artistica e offre i propri sensi come vero e proprio supporto nel processo di creazione delle opere, contribuendo in prima persona a costruirne il significato.
Jean Bosphore è un artista francese nato nel 1995; attualmente vive e lavora a Parigi. Definendo se stesso come artista “multidisciplinare”, Bosphore porta avanti una carriera di successo che vanta collaborazioni con note gallerie e musei, in particolare a Parigi e in Belgio, così come importanti risultati in asta.
Combinando disegno, scultura e oggetti d'arte, le opere di Bosphore esplorano il concetto di bellezza attraverso l'esplorazione del corpo e del suo fascino. L'immagine dell'uomo moderno è messa alla prova dall'ambiente distopico e futuristico che lo circonda, e l'opera si arricchisce di un'altra lettura, quella della critica alla società contemporanea che sembra danzare immutabilmente in una notte artificiale. In assenza di narrazione, lo spettatore cerca di offrire una trama immaginaria ai personaggi e agli oggetti, e l'opera trova così il suo completamento nella mente dello spettatore.
Il talento di Bosphore sta nel conciliare contrasti come profondità e piattezza e nel creare giochi di prospettiva attraverso l'uso di colori forti e di inquadrature singolari. Le opere di Bosphore sono inoltre caratterizzate da un formato ridotto che introduce una nozione di "pittura-oggetto", esaltata dalla scelta dei materiali, e che permette allo spettatore di vivere in maniera più diretta l’opera. La sua produzione artistica rimanda alle avanguardie russe e la scuola Bauhaus, che enfatizzavano l'integrazione tra arte e design, così come preponderante nel suo lavoro è il richiamo all’universo fantascientifico e all’architettura costruttivista sovietica.
Franco Fasoli (noto anche come Jaz - Buenos Aires, 1981) è uno degli artisti più noti e più talentuosi della scena argentina, tra i primi a passare dal writing alla Street Art. Dopo gli studi in ceramica, pittura e disegno presso lo IUNA (Instituto Universitario Naciónal de Arte), si è concentrato sulla scenografia presso l’istituto di Theatre Colón, iniziando, nelle vesti di muralista, ad immaginare le strade come una tale alla fine degli anni ’90.
A partire da queste prime esperienze formative, il suo stile si è evoluto nel corso degli anni allontanandosi dal writing più tradizionale, introducendo nel suo lavoro la rappresentazione delle vere contraddizioni delle società latinoamericane, i loro rituali e la loro apparentemente perenne instabilità. La tensione tra la cultura globale dominante e le sottoculture come spazi di resistenza lo ha influenzato sia a livello concettuale che nelle sue azioni nel corso della sua carriera. Molteplici forme di identità individuale e collettiva - così come il loro continuo mutamento - costituiscono la spina dorsale sociologica della sua opera. Il conflitto, lo scontro, la destrutturazione della scena ritratta sono alcuni degli elementi utilizzati da Fasoli per stimolare la visione e la percezione del pubblico. Il concetto di identità è infatti uno dei cardini fondanti del suo lavoro, sia nei murales che nei dipinti su tela o nelle sculture.
Una delle caratteristiche principali della sua più recente produzione artistica è l’esplorazione di scale e materiali diversi per i suoi pezzi. Dai dipinti di grande formato negli spazi pubblici alle piccole opere su bronzo o carta, il mutamento dei contesti e delle risorse sono state il carburante della sua arte.
Nel corso degli anni Fasoli ha esposto in numerosi paesi in tutto il mondo, partecipando a festival internazionali e lavorando costantemente per la produzione di interventi murali. Alcune delle partecipazioni al festival degli artisti includono: Tou Camp Festival a Stavanger (Norvegia, 2012), Open Walls Festival (USA, 2011) e il Festival Internacional de Muralismo, Strade del Paessaggio, Cosenza (Italia, 2008). Nel 2011 espone al Museo de Arte Contemporáneo a Rosario in Argentina e nel 2010 al Museo Mube di Sao Paulo; nel 2016 ha partecipato ad importanti collettive presso il Museo di Arte Contemporanea di Lione, al Museo Emilio Caraffa di Córdoba (Argentina) e all’importante Artmossphere Biennale di Mosca
Timm Blandin (1987) è un artista francese che ha scelto paesaggi e ritratti colorati e onirici come fulcro della sua arte. Attualmente vive e lavora in Alta Savoia, nell'est della Francia.
Ispirato dalla fotografia e dagli schizzi della vita quotidiana, si è concentrato sulla pittura acrilica figurativa su tela, che gli offre infinite possibilità di sperimentare con i colori, i giochi di luce e le ombre.
Laureatosi nel 2012 in Graphic design, l'artista ha mantenuto il suo interesse per l'ambiente digitale. Partendo dagli scatti di Google Street View, nei suoi dipinti Blandin trasforma le scene quotidiane con la sua visione artistica e la sua tavolozza vibrante. Questa nuova realtà immersiva e meditativa fa riferimento agli effetti visivi digitali con tendenza alla pixelizzazione e alla levigazione dei dettagli.
Le sue opere sono state presentate in mostre individuali e collettive, soprattutto a Parigi e Hong Kong.
02
febbraio 2024
Franco Fasoli / Timm Blandin / Jean Bosphore – Ordinary Perspectives
Dal 02 febbraio al 30 marzo 2024
arte contemporanea
Location
MAGMA GALLERY
Bologna, Via Santo Stefano, 164, (Bologna)
Bologna, Via Santo Stefano, 164, (Bologna)
Orario di apertura
da giovedì a sabato ore 15.30-19
Vernissage
2 Febbraio 2024, 18-20
Sito web
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