Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Franco Fontana / Mario De Biasi
mostra fotografica di due grandi maestri italiani
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Mario De Biasi
Il fascino del particolare 1950 - 2000
Non occorrono guerre, ammazzamenti, rivoluzioni, straordinari eventi di cronaca, alluvioni, itinerari lontani, vulcani in eruzione, reportage avventurosi, sfondi esotici, realtà esplosive per diventare un maestro della fotografia. Mario De Biasi ha inquadrato nel suo obiettivo tutto il meglio e tutto il peggio della vita in oltre mezzo secolo di professione, ha dato in pasto alle sue pellicole tutto quello che il mestiere di reporter nel mondo e del mondo gli ha messo e a volte scaraventato davanti agli occhi. Ma è quasi facile essere bravo quando la realtà ha una sua terribile, anche macabra forza o è sublime per portata
d ’immagini che al fotografo vengono “servite in tavola”. Più difficile è raccontare per immagini la quotidianità che si vede dalla propria finestra. Saperlo fare, come diceva Flaubert, è già essere veri scrittori. Saperlo fare, con l’obiettivo, è essere grandi fotografi.
De Biasi è uno fra i pochi ad esserlo anche sotto casa, anche quando non c’è evento o, meglio, l’evento lo devi far emergere dalla normalità.
Basterebbe a fare di lui un fotografo da proscenio del mestiere una foto di alcuni anni fa: l’effetto labirinto di piazza del Duomo di Milanovista dall’alto, dopo una grossa nevicata e dopo che erano già intervenuti gli spalatori ad aprire passaggi tra la neve, sentieri fra barriere bianche…
Guido Vergani
Ho ripreso parte dell’introduzione di Guido Vergani dal libro “I colori del verde a Mialano”
di Mario De Biasi uscito di recente perché è perfetta per introdurre questo libro, catalogo dell’omonima mostra al Museo Ken Damy di Brescia del febbraio – aprile 2002. Con il “Fascino del particolare” difatti, Mario De Biasi dimostra in pieno la tesi sopra enunciata.
Tra un reportage ed un altro o durante un reportage, il suo sguardo attento è andato per anni alla ricerca del particolare:di un particolare significante, anche se molte volte ai limiti dell’astrazione. Chi ama De Biasi e il suo reportage nudo e crudo forse rimarrà sconcertato, ma sono sicuro che se dedicherà un po’di attenzione alle pagine di questo libro potrà arricchirsi ulteriormente scoprendo una nuova ”visione” di questo grande fotografo italiano. Io voglio solo ricordare il momento magico, quando sceglievo con Mario le immagini; voglio sottolineare la lucidità e la (memoria) dell’autore che ricordava di ogni immagine, tra le centinaia perfettamente archiviate, tutto: il luogo; cosa aveva colpito la sua attenzione, il titolo che gli aveva attribuito, magari anni prima, e soprattutto il riferimento pittorico. Mari De Biasi dimostra con questo lavoro la sua conoscenza della storia dell’arte; dimostra una padronanza formale e compositiva assoluta; dimostra che il minimalismo se controllato con lucidità può significare anche altro..Estraniare dal contesto un frammento di vita, congelandolo con amore, significa per Mario ricreare dal nulla un’opera d’arte.
Per i pochi che non lo sapessero ricordo che Mario De Biasi quando non fotografa disegna e dipinge, e dipinge, secondo me, anche quando decide di usare la macchina fotografica in questo modo.
Ken Damy 2000
___________________________________________
Franco Fontana
Antologica – immagini inedite 1961 - 1990
La produzione fotografica di Franco Fontana è conosciuta in tutto il mondo, tant’è che alcune sue immagini sono diventate un patrimonio visivo a tutti…Resta il fatto che tutti sono convinti di avere già visto e digerito queste immagini fatte di linee, di ombre, di tagli netti, di campiture cromatiche precise.
La voglia di frugare nell’archivio di Franco Fontana alla scoperta di nuovi e dimenticati capolavori era un sogno che coltivavo da tempo.
L’attesa non è stata vana e in alcune ore febbrili Franco mi ha letteralmente inondato di colori, di ricordi, di citazioni. Dalla prima immagine del 1961 ” La casa di Bill” invasata di colore seppia, come si addice ad una vecchia diapositiva, fino agli ultimi nudi volutamente monocromi di quest’anno. Un viaggio attraverso il tempo visto con il colore di Franco, con gli occhi e le emozioni di Franco. La scelta non è stata facile: la fotografia di Franco Fontana è talmente precisa che i rimandi sono impossibili; la mia pretesa poi di percorrere a ritroso tutto l’arco produttivo si è dimostrata ancora più difficile. Alcuni dei più attenti conoscitori dell’opera di Franco diranno sicuramente che 5 o 6 immagini le hanno già viste pubblicate. Ma non è vero, questo è il fascino della fotografia, un mondo non solo di composizioni e di colori, ma anche di tempo, e pochi secondi a volte bastano per darci immagini completamente nuove.
Ken Damy 1990
Il fascino del particolare 1950 - 2000
Non occorrono guerre, ammazzamenti, rivoluzioni, straordinari eventi di cronaca, alluvioni, itinerari lontani, vulcani in eruzione, reportage avventurosi, sfondi esotici, realtà esplosive per diventare un maestro della fotografia. Mario De Biasi ha inquadrato nel suo obiettivo tutto il meglio e tutto il peggio della vita in oltre mezzo secolo di professione, ha dato in pasto alle sue pellicole tutto quello che il mestiere di reporter nel mondo e del mondo gli ha messo e a volte scaraventato davanti agli occhi. Ma è quasi facile essere bravo quando la realtà ha una sua terribile, anche macabra forza o è sublime per portata
d ’immagini che al fotografo vengono “servite in tavola”. Più difficile è raccontare per immagini la quotidianità che si vede dalla propria finestra. Saperlo fare, come diceva Flaubert, è già essere veri scrittori. Saperlo fare, con l’obiettivo, è essere grandi fotografi.
De Biasi è uno fra i pochi ad esserlo anche sotto casa, anche quando non c’è evento o, meglio, l’evento lo devi far emergere dalla normalità.
Basterebbe a fare di lui un fotografo da proscenio del mestiere una foto di alcuni anni fa: l’effetto labirinto di piazza del Duomo di Milanovista dall’alto, dopo una grossa nevicata e dopo che erano già intervenuti gli spalatori ad aprire passaggi tra la neve, sentieri fra barriere bianche…
Guido Vergani
Ho ripreso parte dell’introduzione di Guido Vergani dal libro “I colori del verde a Mialano”
di Mario De Biasi uscito di recente perché è perfetta per introdurre questo libro, catalogo dell’omonima mostra al Museo Ken Damy di Brescia del febbraio – aprile 2002. Con il “Fascino del particolare” difatti, Mario De Biasi dimostra in pieno la tesi sopra enunciata.
Tra un reportage ed un altro o durante un reportage, il suo sguardo attento è andato per anni alla ricerca del particolare:di un particolare significante, anche se molte volte ai limiti dell’astrazione. Chi ama De Biasi e il suo reportage nudo e crudo forse rimarrà sconcertato, ma sono sicuro che se dedicherà un po’di attenzione alle pagine di questo libro potrà arricchirsi ulteriormente scoprendo una nuova ”visione” di questo grande fotografo italiano. Io voglio solo ricordare il momento magico, quando sceglievo con Mario le immagini; voglio sottolineare la lucidità e la (memoria) dell’autore che ricordava di ogni immagine, tra le centinaia perfettamente archiviate, tutto: il luogo; cosa aveva colpito la sua attenzione, il titolo che gli aveva attribuito, magari anni prima, e soprattutto il riferimento pittorico. Mari De Biasi dimostra con questo lavoro la sua conoscenza della storia dell’arte; dimostra una padronanza formale e compositiva assoluta; dimostra che il minimalismo se controllato con lucidità può significare anche altro..Estraniare dal contesto un frammento di vita, congelandolo con amore, significa per Mario ricreare dal nulla un’opera d’arte.
Per i pochi che non lo sapessero ricordo che Mario De Biasi quando non fotografa disegna e dipinge, e dipinge, secondo me, anche quando decide di usare la macchina fotografica in questo modo.
Ken Damy 2000
___________________________________________
Franco Fontana
Antologica – immagini inedite 1961 - 1990
La produzione fotografica di Franco Fontana è conosciuta in tutto il mondo, tant’è che alcune sue immagini sono diventate un patrimonio visivo a tutti…Resta il fatto che tutti sono convinti di avere già visto e digerito queste immagini fatte di linee, di ombre, di tagli netti, di campiture cromatiche precise.
La voglia di frugare nell’archivio di Franco Fontana alla scoperta di nuovi e dimenticati capolavori era un sogno che coltivavo da tempo.
L’attesa non è stata vana e in alcune ore febbrili Franco mi ha letteralmente inondato di colori, di ricordi, di citazioni. Dalla prima immagine del 1961 ” La casa di Bill” invasata di colore seppia, come si addice ad una vecchia diapositiva, fino agli ultimi nudi volutamente monocromi di quest’anno. Un viaggio attraverso il tempo visto con il colore di Franco, con gli occhi e le emozioni di Franco. La scelta non è stata facile: la fotografia di Franco Fontana è talmente precisa che i rimandi sono impossibili; la mia pretesa poi di percorrere a ritroso tutto l’arco produttivo si è dimostrata ancora più difficile. Alcuni dei più attenti conoscitori dell’opera di Franco diranno sicuramente che 5 o 6 immagini le hanno già viste pubblicate. Ma non è vero, questo è il fascino della fotografia, un mondo non solo di composizioni e di colori, ma anche di tempo, e pochi secondi a volte bastano per darci immagini completamente nuove.
Ken Damy 1990
29
luglio 2006
Franco Fontana / Mario De Biasi
Dal 29 luglio al 03 settembre 2006
fotografia
Location
MUSEO CIVICO
Colonnella, Via Dell'indipendenza, (Teramo)
Colonnella, Via Dell'indipendenza, (Teramo)
Orario di apertura
dalle ore 18 alle ore 24 – tutti i giorni
Autore