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Franco Guarneri – Legno
Gli sfilacciamenti delle trame di una quercia o di un pioppo o la curvatura liscia compatta di un legno già lavorato appaiono come vene aperte ad una nuova vita, embrioni che già vecchi ritornano ad impossessarsi dello spazio e del tempo iniziando a respirare inconsapevoli e ignari del loro passato.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L'Associazione "A Est dell'Eden" presenta la mostra personale di Franco Guarneri “Legno”
Franco Guarneri, scultore e amico, l’ho conosciuto molto tempo fa all’interno di una chiesa in un silenzio sacrale, forte e intenso. In quel momento nessuno cantava, nessuno parlava, non c’era il solito chiacchiericcio della domenica tra i banchi della fede ma una quiete dolce quasi assoluta, profonda e autentica. Un caleidoscopio di sensazioni forti che rivivo ora, alla stesso modo, di fronte alle sue opere.
Emozioni emozionate perché lo scultore riesce a riportarti non solo di fronte alla sua opera ma di fronte alla primordialità del gesto nascosto in essa, racchiudendo in sé la storia di sé stessa, motivata certo dalle sue riflessioni, dalla sua semplice umiltà ma mostrando con orgoglio il disinteresse per la rappresentazione portando avanti solo l’anima e la sua natura primitiva. Cioè se stesso.
Usa solo legno vecchio, riciclato, lavorato, trovato dove capita.
Legni già con una storia legni che si buttano.
È ovvio dire che rivivono tra le sue mani portando alla luce forme e sguardi, ma non è solo così. Se potessimo parlare di espressionismo, Franco sarebbe all’avanguardia della neo-avanguardia perché l’espressività dei suoi animali, dei suoi oggetti, delle sue forme non hanno nulla a che fare con la versatilità dell’espressione, ma con la ricerca di un ignoto nel noto.
Un coccodrillo, un rinoceronte, una faccia, un pinocchio: archetipi riconoscibili, ma nel legno di Franco tutti i significati scompaiono per far posto ad un mondo ancora da venire. L’idea supera la forma e quando diventa forma quando si compone ecco che l’osservatore deve cercare da dove viene e dove collocarla.
La minuziosità degli incastri dei tasselli, gli sfilacciamenti delle trame di una quercia o di un pioppo o di un ulivo o la curvatura liscia compatta di un legno già lavorato appaiono come vene aperte ad una nuova vita, embrioni che già vecchi ritornano ad impossessarsi dello spazio e del tempo iniziando a respirare inconsapevoli e ignari del loro passato.
Franco Guarneri, scultore e amico, l’ho conosciuto molto tempo fa all’interno di una chiesa in un silenzio sacrale, forte e intenso. In quel momento nessuno cantava, nessuno parlava, non c’era il solito chiacchiericcio della domenica tra i banchi della fede ma una quiete dolce quasi assoluta, profonda e autentica. Un caleidoscopio di sensazioni forti che rivivo ora, alla stesso modo, di fronte alle sue opere.
Emozioni emozionate perché lo scultore riesce a riportarti non solo di fronte alla sua opera ma di fronte alla primordialità del gesto nascosto in essa, racchiudendo in sé la storia di sé stessa, motivata certo dalle sue riflessioni, dalla sua semplice umiltà ma mostrando con orgoglio il disinteresse per la rappresentazione portando avanti solo l’anima e la sua natura primitiva. Cioè se stesso.
Usa solo legno vecchio, riciclato, lavorato, trovato dove capita.
Legni già con una storia legni che si buttano.
È ovvio dire che rivivono tra le sue mani portando alla luce forme e sguardi, ma non è solo così. Se potessimo parlare di espressionismo, Franco sarebbe all’avanguardia della neo-avanguardia perché l’espressività dei suoi animali, dei suoi oggetti, delle sue forme non hanno nulla a che fare con la versatilità dell’espressione, ma con la ricerca di un ignoto nel noto.
Un coccodrillo, un rinoceronte, una faccia, un pinocchio: archetipi riconoscibili, ma nel legno di Franco tutti i significati scompaiono per far posto ad un mondo ancora da venire. L’idea supera la forma e quando diventa forma quando si compone ecco che l’osservatore deve cercare da dove viene e dove collocarla.
La minuziosità degli incastri dei tasselli, gli sfilacciamenti delle trame di una quercia o di un pioppo o di un ulivo o la curvatura liscia compatta di un legno già lavorato appaiono come vene aperte ad una nuova vita, embrioni che già vecchi ritornano ad impossessarsi dello spazio e del tempo iniziando a respirare inconsapevoli e ignari del loro passato.
15
marzo 2014
Franco Guarneri – Legno
Dal 15 al 28 marzo 2014
arte contemporanea
Location
VI.P. GALLERY MILANO
Milano, Alzaia Naviglio Grande, 4, (Milano)
Milano, Alzaia Naviglio Grande, 4, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 15-19, domenica ore 11-19
Vernissage
15 Marzo 2014, ore 17.00
Autore
Curatore