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Franco Guerzoni – Impossibili Restauri
“La sua maniera di intervenire sulla superficie, discende per un verso da
un’idea di paesaggio, dall’altro da un’esigenza di racconto – scrive Martina Corgnati (Carte Segrete, ed. Baldini e Castoldi) – è il muro, infatti, la
parete, il primo cantastorie dell’arte occidentale, dalle caverne del neo
Comunicato stampa
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comunicato stampa
“Impossibili restauri” è il titolo di un ciclo di opere realizzate da Franco Guerzoni per questa occasione espositiva. Sono lavori che affrontano un
tema caro all’artista da sempre: l’alterazione che il tempo produce sugli oggetti e il conseguente loro nascondimento, l’usura delle pareti,
depositarie di tracce del passato, una sorta di archeologia senza restauro. “La sua maniera di intervenire sulla superficie, discende per un verso da
un’idea di paesaggio, dall’altro da un’esigenza di racconto – scrive Martina Corgnati (Carte Segrete, ed. Baldini e Castoldi) - è il muro, infatti, la
parete, il primo cantastorie dell’arte occidentale, dalle caverne del neolitico a quel medioevo preromanico che colorava tutto, istoriava tutto, non
lasciava illeso nemmeno un frammento di superficie: alla stessa stregua di un bellissimo libro illustrato. Poi la pittura si deteriora, scompare, viene
strappata, lacerata, coperta. Nelle tracce di pigmento, magari disperse nel bianco sporco e come polverizzato del gesso affiorante, Guerzoni
rinviene ed evoca questo paesaggio ripetutosi innumerevoli volte, su infinite pareti diverse, tracce salienti dell’arte occidentale, di quel cammino
delle cose che è disceso sino al suo, al nostro presente, e che, per quanto lo riguarda, è stato recuperato, è emerso, come una profonda esigenza
nel bel mezzo di un percorso di anni tutti, assolutamente, all’insegna del concettuale”. La ricerca dell’artista procede, da sempre, in costante
equilibrio tra il piacere della rovina e il fascino del restauro, in cui coesistono in armonia, aspetti formali e cromatici, che ricordano culture lontane,
simboli, frammenti e riflessi ispirati al passato. Nei lavori degli ultimi anni Guerzoni elabora una sorta di bassorilievo che consente letture da più
punti di osservazione: l’architettura dell’opera presenta forme concave e convesse, ottenute per addizione e sottrazione su superfici gessose che si
sviluppano attraverso tonalità monocrome. A questo ciclo appartengono opere di grande formato che appaiono velate da un manto bianco che ne
occulta i segreti. Ad esse si affianca un gruppo di piccole metope in scagliola che inneggiano al tema di racconti perduti. Ancora una volta, quindi,
la traccia, lo scavo, la fenditura, sempre avvolta da una larga misura di vuoto e di silenzi. Espressione della sua essenzialità, meraviglia della
scoperta e fascino del recupero.
Cenni biografici
Franco Guerzoni è nato nel 1948 a Modena, dove vive e lavora. Fin dai primi anni Settanta si dedica alla ricerca dei sistemi di rappresentazione
dell’immagine attraverso l’uso del mezzo fotografico, in un contesto di forte influenza concettuale e di un intenso scambio di idee con giovani artisti
modenesi quali Vaccari, Parmiggiani, Della Casa, Cremaschi, Ghirri. Appartengono a questo periodo Archeologia, la prima personale a Bologna
allo Studio G7, curata da Renato Barilli (1973), la collettiva milanese Blow-Up (1976) e la collettiva Foto-Grafia (1977). Negli stessi anni l’artista
presta grande attenzione al mondo archeologico; elabora parallelamente libri-opera che affrontano i temi del viaggio, della riproduzione
dell’immagine e delle sue molteplici letture. Nei primi anni ‘80 è la svolta artistica che lo vede impegnato nella realizzazione di grandi carte parietali
gessose. Sono di questo periodo la mostra milanese Che cosa fanno oggi i concettuali? realizzata alla Rotonda della Besana e Scavi
superficiali alla Galleria Civica di Modena. Dopo numerose collettive e personali, verso la fine degli anni Ottanta ecco la ricerca sulla superficie
intesa come profondità, che dà luogo a grandi cicli di opere quali Decorazioni e rovine, presentato alla Biennale di Venezia del 1990, e Restauri
provvisori, alla Galleria Comunale d’arte Moderna di Bologna. Negli anni ’90 tiene importanti mostre in Italia e all’estero tra cui un ampia
retrospettiva nel 1996 in occasione della mostra personale presso la Galleria Civica di Arte Contemporanea a Trento, mentre è del 1999 la
personale Orienti a Palazzo Massari di Ferrara, a cura di Pier Giovanni Castagnoli. Nel 2004 presenta le mostre Sipari a Palazzo Forti di Verona e
Pitture Volanti alla Casa dell’Ariosto, con un'istallazione nel loggiato del Broletto, a Reggio Emilia Sono del 2005 l’installazione Pagine Furiose
realizzata all’Istituto Italo Francese di Bologna e la mostra Nero Fumo, con un testo di Alberto Fiz, alla Galleria Spirale Arte di Milano. Nel 2006
dieci opere di Guerzoni vengono acquisite dalla Gam di Torino. Nel 2007 l’artista partecipa a Genova all’imponente collettiva Linee all’orizzonte,
curata da Maurizio Sciaccaluga nelle sedi del Polo Museale di Nervi e allestisce un’imponente mostra personale alle Scuderie di Palazzo Moroni di
Padova curata da Annamaria Sandonà, intitolata Antichi Tracciati. Nel 2007, tiene un’altra personale per Spirale Arte, questa volta a Verona, dal
titolo Ritrovamenti a Pompei. All’inizio del 2009, in occasione di ArteFiera ArtFirst, realizza nel cortile del Palazzo Sanuti Bevilacqua di Bologna
un’installazionesite-specific intitolata Pitture Volanti. Inoltre, Fotografia Italiana arte contemporanea gli dedica la personale La luce nuda del
giorno in cui vengono raccolti ed esposti suoi lavori fotografici degli anni Settanta. Nello stesso anno partecipa alla rassegna curata da Milovan
Farronato a Ca’ Pesaro Non voltarti adesso/Don’t look now. Nel 2010 allestisce le personali Pagine Furiose alla galleria Eventinove di Torino e
Impossibili restauri presso MARCOROSSI artecontemporanea di Verona.
Per informazioni: Valentina Infante Tel. 045 59 77 53 verona@marcorossiartecontemporanea.com
“Impossibili restauri” è il titolo di un ciclo di opere realizzate da Franco Guerzoni per questa occasione espositiva. Sono lavori che affrontano un
tema caro all’artista da sempre: l’alterazione che il tempo produce sugli oggetti e il conseguente loro nascondimento, l’usura delle pareti,
depositarie di tracce del passato, una sorta di archeologia senza restauro. “La sua maniera di intervenire sulla superficie, discende per un verso da
un’idea di paesaggio, dall’altro da un’esigenza di racconto – scrive Martina Corgnati (Carte Segrete, ed. Baldini e Castoldi) - è il muro, infatti, la
parete, il primo cantastorie dell’arte occidentale, dalle caverne del neolitico a quel medioevo preromanico che colorava tutto, istoriava tutto, non
lasciava illeso nemmeno un frammento di superficie: alla stessa stregua di un bellissimo libro illustrato. Poi la pittura si deteriora, scompare, viene
strappata, lacerata, coperta. Nelle tracce di pigmento, magari disperse nel bianco sporco e come polverizzato del gesso affiorante, Guerzoni
rinviene ed evoca questo paesaggio ripetutosi innumerevoli volte, su infinite pareti diverse, tracce salienti dell’arte occidentale, di quel cammino
delle cose che è disceso sino al suo, al nostro presente, e che, per quanto lo riguarda, è stato recuperato, è emerso, come una profonda esigenza
nel bel mezzo di un percorso di anni tutti, assolutamente, all’insegna del concettuale”. La ricerca dell’artista procede, da sempre, in costante
equilibrio tra il piacere della rovina e il fascino del restauro, in cui coesistono in armonia, aspetti formali e cromatici, che ricordano culture lontane,
simboli, frammenti e riflessi ispirati al passato. Nei lavori degli ultimi anni Guerzoni elabora una sorta di bassorilievo che consente letture da più
punti di osservazione: l’architettura dell’opera presenta forme concave e convesse, ottenute per addizione e sottrazione su superfici gessose che si
sviluppano attraverso tonalità monocrome. A questo ciclo appartengono opere di grande formato che appaiono velate da un manto bianco che ne
occulta i segreti. Ad esse si affianca un gruppo di piccole metope in scagliola che inneggiano al tema di racconti perduti. Ancora una volta, quindi,
la traccia, lo scavo, la fenditura, sempre avvolta da una larga misura di vuoto e di silenzi. Espressione della sua essenzialità, meraviglia della
scoperta e fascino del recupero.
Cenni biografici
Franco Guerzoni è nato nel 1948 a Modena, dove vive e lavora. Fin dai primi anni Settanta si dedica alla ricerca dei sistemi di rappresentazione
dell’immagine attraverso l’uso del mezzo fotografico, in un contesto di forte influenza concettuale e di un intenso scambio di idee con giovani artisti
modenesi quali Vaccari, Parmiggiani, Della Casa, Cremaschi, Ghirri. Appartengono a questo periodo Archeologia, la prima personale a Bologna
allo Studio G7, curata da Renato Barilli (1973), la collettiva milanese Blow-Up (1976) e la collettiva Foto-Grafia (1977). Negli stessi anni l’artista
presta grande attenzione al mondo archeologico; elabora parallelamente libri-opera che affrontano i temi del viaggio, della riproduzione
dell’immagine e delle sue molteplici letture. Nei primi anni ‘80 è la svolta artistica che lo vede impegnato nella realizzazione di grandi carte parietali
gessose. Sono di questo periodo la mostra milanese Che cosa fanno oggi i concettuali? realizzata alla Rotonda della Besana e Scavi
superficiali alla Galleria Civica di Modena. Dopo numerose collettive e personali, verso la fine degli anni Ottanta ecco la ricerca sulla superficie
intesa come profondità, che dà luogo a grandi cicli di opere quali Decorazioni e rovine, presentato alla Biennale di Venezia del 1990, e Restauri
provvisori, alla Galleria Comunale d’arte Moderna di Bologna. Negli anni ’90 tiene importanti mostre in Italia e all’estero tra cui un ampia
retrospettiva nel 1996 in occasione della mostra personale presso la Galleria Civica di Arte Contemporanea a Trento, mentre è del 1999 la
personale Orienti a Palazzo Massari di Ferrara, a cura di Pier Giovanni Castagnoli. Nel 2004 presenta le mostre Sipari a Palazzo Forti di Verona e
Pitture Volanti alla Casa dell’Ariosto, con un'istallazione nel loggiato del Broletto, a Reggio Emilia Sono del 2005 l’installazione Pagine Furiose
realizzata all’Istituto Italo Francese di Bologna e la mostra Nero Fumo, con un testo di Alberto Fiz, alla Galleria Spirale Arte di Milano. Nel 2006
dieci opere di Guerzoni vengono acquisite dalla Gam di Torino. Nel 2007 l’artista partecipa a Genova all’imponente collettiva Linee all’orizzonte,
curata da Maurizio Sciaccaluga nelle sedi del Polo Museale di Nervi e allestisce un’imponente mostra personale alle Scuderie di Palazzo Moroni di
Padova curata da Annamaria Sandonà, intitolata Antichi Tracciati. Nel 2007, tiene un’altra personale per Spirale Arte, questa volta a Verona, dal
titolo Ritrovamenti a Pompei. All’inizio del 2009, in occasione di ArteFiera ArtFirst, realizza nel cortile del Palazzo Sanuti Bevilacqua di Bologna
un’installazionesite-specific intitolata Pitture Volanti. Inoltre, Fotografia Italiana arte contemporanea gli dedica la personale La luce nuda del
giorno in cui vengono raccolti ed esposti suoi lavori fotografici degli anni Settanta. Nello stesso anno partecipa alla rassegna curata da Milovan
Farronato a Ca’ Pesaro Non voltarti adesso/Don’t look now. Nel 2010 allestisce le personali Pagine Furiose alla galleria Eventinove di Torino e
Impossibili restauri presso MARCOROSSI artecontemporanea di Verona.
Per informazioni: Valentina Infante Tel. 045 59 77 53 verona@marcorossiartecontemporanea.com
13
novembre 2010
Franco Guerzoni – Impossibili Restauri
Dal 13 novembre al 24 dicembre 2010
arte contemporanea
Location
MARCOROSSI ARTECONTEMPORANEA
Verona, Via Giuseppe Garibaldi, 18a, (Verona)
Verona, Via Giuseppe Garibaldi, 18a, (Verona)
Orario di apertura
da martedì a sabato
10.00-12.30/15.00-19.00
domenica
11.00-13.00/15.00-19.00
Vernissage
13 Novembre 2010, ore 18.30-22.00
Autore