Il lavoro di Franco Menolascina è caratterizzato da una tipologia variegata, egli spazia dalle opere pittoriche, a quelle scultoree, ai rilievi da cui fuoriescono figure a tutto tondo che ricordano quelli delle cattedrali medievali e s’impongono allo sguardo. L’elemento scultoreo è sempre presente anche nelle opere spiccatamente bidimensionali, sottoforma di parti metalliche che vengono utilizzate come una stesura pittorica. I materiali impiegati dall’artista sono anch’essi molto diversi tra loro come la ceramica, la terracotta, il bronzo, il legno e il rame che egli predilige per la capacità di “ vivere” e di cambiare colore dopo essere stato sottoposto a procedimenti antichi e laboriosi. Attraverso le sue opere Menolascina parla all’uomo dell’uomo, comunicando le angosce e le distorsioni del mondo in cui viviamo. Temi a lui particolarmente cari sono quelli legati alla dimensione tragica della quotidianità in cui si compie un destino di alienazione, che si esplicita nelle problematiche degli uteri in affitto, della maternità non responsabile, delle nascite non volute,della incomunicabilità. Da queste tematiche deriva l’ossessiva presenza della figura umana nelle opere. Particolare è anche il modo d’instaurare il rapporto comunicativo con il fruitore. In questa mostra, infatti, il visitatore viene attratto da un accumulo di opere d’arte non ancora liberate dal loro imballo e accatastate in un angolo della sala espositiva come in un deposito o in uno studio d’artista. E’ un gesto provocatorio che richiede una spiegazione: si tratta di mettere in scena qualcosa di provvisorio che oggi si accumula ma prevede una continuazione, un progresso… come nella vita. NON E’ UNA CATTIVA GIORNATA è un titolo qualunque ma prelude a qualcosa di buono. Il sentimento di drammaticità insito nelle opere esposte oggi, appare alleggerito e orientato alla positività rispetto al passato, come se l’artista volontariamente volga sguardo alla speranza. Così, accanto alle cinque opere che riprendono una tematica del 1992, quella delle “Falene” dalle grandi ali, che vivono la vita e la morte in un giorno solo, sorge un paesaggio di case scintillanti e bellissime, che sembrano appartenere a un mondo magico e poetico. Ma una domanda inquietante s’insinua in questo paesaggio fiabesco: Cosa accade dietro quelle porte dorate? Quali storie si vivono fra le mura domestiche? Qual è la normalità? La risposta a questa domanda è nella figura umana capovolta su uno specchio che riporta l’immagine alla visione “normale”, essa è poggiata su un groviglio di luci e metalli, è l’emblema dell’equilibrio instabile, come la piccola pittura posta su un cumulo di sedie a rappresentare la condizione di precarietà che l’uomo contemporaneo vive oggi nella vita e nelle idee.

Franco Menolascina nasce a Bari nel 1948. Nel 1975 fonda con Mimmo Conenna la “Cooperativa Esperienze Culturali”. Si sono interessati al suo lavoro studiosi come Enrico Crispolti, Miklos N. Varga, Lara Vinca Masini, Massimo Bignardi, Roberto Sanesi, Pietro Marino, Marcello Venturuoli, Marco Valsecchi, Renzo Margonari, Giovanni Testori. Nella sua carriera trentennale ha esposto le sue opere in Italia e all’estero e vinto diversi premi come il XIII premio Suzzara. Ha partecipato alla Quadriennale di Roma nel 1986, alla mostra Maestri del XX secolo presso la galleria Barbera Behan Contemporary Art di Londra e la galleria Annunciata di Milano e alla mostra itinerante 13x19 Progetto Esserci 51^ Biennale di Venezia Padiglione Italia – Venezia, Milano, Biella, Napoli, Palermo.

ANNA MARIA SERGIO