“ORBIS TERTIUS”
(IL COBRA NON E UN SERPENTE)

In un mondo ipotetico è possibile la definizione di un paese in cui la combinazione di elementi reali
produce senza limiti una popolazione di esseri dalle metamorfosi impreviste: lenta mutazione fantastica sollecitata come sempre da un cambiamento della concezione comune della vita. Non più mostri della letteratura classica e orientale ma la storia immaginaria di un pianeta sconosciuto con le sue città, i suoi paesaggi, i suoi abitanti. Invenzioni di un piano rigoroso e sistematico in cui un lucido ordine fa fondere insieme il linguaggio degli oggetti con quello delle necessità poetiche in un racconto infinito dove non ci sono repliche come in un processo mentale che non ammette lo svolgimento del tempo: un mondo visuale e tattile che comprende in se la sua tesi e la sua antitesi. L’immagine riflessa di un universo opera di
trasformazioni che sono il risultato della percezione e della traslazione delle paure e della nostra identità nascosta. Finora non abbiamo neppure un cucciolo di drago sotto formaldeide ma possiamo descrivere un giardino inventato che può diventare altrettanto vero come quelli reali che sono scomparsi ed ormai
esistono soltanto nelle loro descrizioni.