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Franco Ottavianelli – Merci Annona
una installazione di quadrati con ombre, torri, punti di osservazione e di avvistamento, frantumazioni, in cui Ottavianelli indaga l’archetipo della torre.
Comunicato stampa
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Merci Annona è una installazione di quadrati con ombre, torri, punti di osservazione e di avvistamento, frantumazioni, in cui Ottavianelli indaga l’archetipo della torre. Se ne intravedono le sue strutture fondanti e le ombre proiettive. La torre come punto di osservazione e di avvistamento, incrocio simbolico tra cardo e decumano della città impiantata sul quadrato pandiagonale. Nella torre vengono accumulate e catalogate le merci dell’Annona. Accumuli di oggetti e di concetti, di collezioni e di merci.
Stefano Levi Della Torre suggerisce che “l’opera di Ottavianelli sta sondando momenti di formazione, gli inizi – reversibili – del prender forma; l’impatto mai conclusivo tra l’ordine matematico (i quadrati, i numeri , i rapporti armonici) e il flusso informe degli eventi e del tempo non scandito; il percorso iniziatico che ciascuno di noi attraversa nel diventare se stesso in quanto individuo, o società, o civiltà o specie, sprofondando ed emergendo, scendendo o risalendo (o viceversa). E’ a nudo, in queste opere nuove, l’antica battaglia tra la geometria e ciò che non ha misura.
Per Paolo Thea, nelle installazioni di Ottavianelli "la forza del vissuto è esemplificata dai blocchetti di caratteri di piombo tipografici divenuti residui inerti, una realtà risalente alla metà del Quattrocento e a Gutenberg, superata dalla fotocomposizione e dai nuovi procedimenti che l’hanno estromessa dal processo di stampa. Il gioco e il calembour permettono di valutare utilmente l’accumulo concepito anche come lavoro passato, riunendo formazioni organiche e forme assolute. È come se l’artista si ponesse il problema di ricostituire quell’unità del sapere, caro ai cultori d'alchimia e scienze occulte dei secoli scorsi, concepito questa volta però in quanto manifestazione visiva, a partire dalla propria elaborazione formale”.
Luciana Iannaco evidenzia il concetto di frantumazione e di eclissi. “Ekleipsis o della possibilità della propria scomparsa. Aglaia la splendente ci stringe nell’abbraccio, ci insegna il cammino per volare e con la nostra leggerezza percorriamo il viaggio di Ottavianelli tra scrittura e rappresentazione, ombre e luci. ... Ci troviamo dinanzi ad una eccedenza di domande e non nella sfera consolatoria delle risposte, nel consolatorio esercizio del dubbio. Le nostre domande ci scuotono fino dalla fondamenta fino ad ammettere la possibilità della nostra scomparsa".
Stefano Levi Della Torre suggerisce che “l’opera di Ottavianelli sta sondando momenti di formazione, gli inizi – reversibili – del prender forma; l’impatto mai conclusivo tra l’ordine matematico (i quadrati, i numeri , i rapporti armonici) e il flusso informe degli eventi e del tempo non scandito; il percorso iniziatico che ciascuno di noi attraversa nel diventare se stesso in quanto individuo, o società, o civiltà o specie, sprofondando ed emergendo, scendendo o risalendo (o viceversa). E’ a nudo, in queste opere nuove, l’antica battaglia tra la geometria e ciò che non ha misura.
Per Paolo Thea, nelle installazioni di Ottavianelli "la forza del vissuto è esemplificata dai blocchetti di caratteri di piombo tipografici divenuti residui inerti, una realtà risalente alla metà del Quattrocento e a Gutenberg, superata dalla fotocomposizione e dai nuovi procedimenti che l’hanno estromessa dal processo di stampa. Il gioco e il calembour permettono di valutare utilmente l’accumulo concepito anche come lavoro passato, riunendo formazioni organiche e forme assolute. È come se l’artista si ponesse il problema di ricostituire quell’unità del sapere, caro ai cultori d'alchimia e scienze occulte dei secoli scorsi, concepito questa volta però in quanto manifestazione visiva, a partire dalla propria elaborazione formale”.
Luciana Iannaco evidenzia il concetto di frantumazione e di eclissi. “Ekleipsis o della possibilità della propria scomparsa. Aglaia la splendente ci stringe nell’abbraccio, ci insegna il cammino per volare e con la nostra leggerezza percorriamo il viaggio di Ottavianelli tra scrittura e rappresentazione, ombre e luci. ... Ci troviamo dinanzi ad una eccedenza di domande e non nella sfera consolatoria delle risposte, nel consolatorio esercizio del dubbio. Le nostre domande ci scuotono fino dalla fondamenta fino ad ammettere la possibilità della nostra scomparsa".
27
marzo 2004
Franco Ottavianelli – Merci Annona
Dal 27 marzo al 25 aprile 2004
arte contemporanea
Location
ESQUILINO DOMANI
Roma, Via Galilei, 53, (Roma)
Roma, Via Galilei, 53, (Roma)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 18.00 alle 20.00. Chiusura pasquale 8 – 14 aprile
Vernissage
27 Marzo 2004, ore 18.00