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Franco Rognoni
Un’importante esposizione antologica dedicata a Rognoni che vuole concentrarsi sui temi più significativi affrontati dall’artista milanese, scomparso nel 1999. Un itinerario che diventa selezione attenta del mondo onirico dell’artista.
Comunicato stampa
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LA MOSTRA:
La galleria B&B Arte compie vent’anni e festeggia questo importante traguardo con un ciclo di iniziative di prestigio dedicate ai grandi maestri del Novecento. Nell’arco del 2004 saranno infatti organizzate le mostre dedicate a Franco Rognoni, Trento Longaretti e Renato Birolli. Si parte con un’importante esposizione antologica dedicata a Rognoni che vuole concentrarsi sui temi più significativi affrontati dall’artista milanese, scomparso nel 1999. Un itinerario che diventa selezione attenta del mondo onirico dell’artista, narrazione affascinante delle città e degli interni. Seguendo la suggestione teatrale la mostra e il catalogo sono stati progettati come una rappresentazione che vede in scena gli attori (interpreti femminili, maschili, siano essi amanti o semplici passanti), l’ambientazione (gli interni, le città e i luoghi “misti” di interni/esterni), con la presenza della musica (tra menestrelli, pianisti e danzatrici).
Franco Rognoni
nasce a Milano il 20 settembre 1913 da Giuseppe e Giuseppina Carabelli in una famiglia della piccola borghesia.
Giovanissimo inizia a interessarsi del disegno e della pittura e, adolescente, frequenta le scuole tecniche di tessitura e quindi la Scuola superiore d’Arte applicata del Castello Sforzesco. Il critico Raffaello Giolli è il suo primo sostenitore, un importante riferimento culturale che consente a Rognoni di aprire nuovi orizzonti. Fin dal 1934 collabora come disegnatore a importanti riviste e quotidiani mentre nel ’38 espone per la prima volta. La sua formazione è influenzata da artisti come Sironi, de Pisis, Modigliani mentre la passione per i libri lo avvicina alle soluzioni grafiche e pittoriche dell’Espressionismo tedesco.
Luino, sul Lago Maggiore, lo accoglie durante la guerra e qui si concentra sulla sua produzione che si arricchisce di incisioni, illustrazioni, mantenendo così un’importante collaborazione con molti periodici e dei contatti fondamentali con gli editori e i collezionisti.
Nel primo dopoguerra torna a Milano e nello studio di Lambrate nascono nuovi disegni e dipinti che hanno già in sé le tematiche fondamentali dell’artista. In particolare egli sviluppa un personalissimo linguaggio antiaccademico.
Guido Ballo lo presenta a Milano nel 1953, in una personale che apre nuovi interessi nella critica. Quattro anni dopo la Rai gli propone un progetto di scenografo-costumista e la stessa attività viene svolta per la Piccola Scala e La Fenice di Venezia.
Il suo modo di intervenire con originalità negli spazi teatrali ottiene larghi consensi e successo di pubblico. Nella pittura Rognoni fa affluire quantità di materiali, scenografia, disegno decorativo, illustrazione, incisione, e in questa contaminazione sta anche la modernità dell’artista che non si vieta di usare insieme ironia e senso drammatico, come certi compositori di musica moderna che prelevano da ogni epoca e stile motivi per le loro partiture. Negli anni Cinquanta l’artista si lega in esclusiva alla Galleria dell’Annunciata di Milano che organizzerà sue mostre in Europa. Negli anni Sessanta si moltiplicano le esposizioni personali e si infittisce la saggistica sulla sua opera; sempre molto intenso il lavoro per l’editoria. Le sue amicizie si contano soprattutto fra i letterati e i musicisti: Riccardo Malipiero, Vittorio Sereni, Piero Chiara, Dante Isella.
Quattro grandi teleri con le gesta di Ulisse dipinge per la turbonave Michelangelo.
Negli anni Settanta e Ottanta le mostre personali sono altrettante antologie di un discorso che si fa incisivo sull’uomo e il suo ambiente, la città, che lo trasforma e lo fa sentire sempre più estraneo. Nei volti dei suoi personaggi, giocati sull’ambiguità, si legge critica morale e scetticismo. L’esistenza di Rognoni, come la sua opera, mantiene due poli privilegiati, Milano e Luino: dipinge la città e il lago, anche senza separare questi luoghi. Il sogno e la memoria si sovrappongono e modulano il carattere di una pittura che talvolta tenta la favola oppure inventa un’umanità ideale, ricrea i personaggi del nostro tempo come abitanti di un mondo sospeso fra realtà e fantasia, sul punto incerto di apparizione e sparizione. Gli interni/esterni portano il pittore a esplorare lo spirito contemporaneo sul filo di colori in equivalenza di sentimenti, di segni mossi come provocatori interventi musicali. Le tele degli anni Novanta hanno talvolta un andamento sinfonico; ciò che interessa il pittore è cogliere la vitalità delle immagini, far sentire quelle contaminazioni fra cose reali e inventate lasciando piena libertà al colore, alla luce, alla composizione. Se la sua opera non trova un’agevole collocazione nelle nostre vicende artistiche, è necessario allungare lo sguardo verso la Mitteleuropa, fra simbolismo ed espressionismo, per valutarne il percorso. L’artista muore a Milano l’11 marzo 1999.
La galleria B&B Arte compie vent’anni e festeggia questo importante traguardo con un ciclo di iniziative di prestigio dedicate ai grandi maestri del Novecento. Nell’arco del 2004 saranno infatti organizzate le mostre dedicate a Franco Rognoni, Trento Longaretti e Renato Birolli. Si parte con un’importante esposizione antologica dedicata a Rognoni che vuole concentrarsi sui temi più significativi affrontati dall’artista milanese, scomparso nel 1999. Un itinerario che diventa selezione attenta del mondo onirico dell’artista, narrazione affascinante delle città e degli interni. Seguendo la suggestione teatrale la mostra e il catalogo sono stati progettati come una rappresentazione che vede in scena gli attori (interpreti femminili, maschili, siano essi amanti o semplici passanti), l’ambientazione (gli interni, le città e i luoghi “misti” di interni/esterni), con la presenza della musica (tra menestrelli, pianisti e danzatrici).
Franco Rognoni
nasce a Milano il 20 settembre 1913 da Giuseppe e Giuseppina Carabelli in una famiglia della piccola borghesia.
Giovanissimo inizia a interessarsi del disegno e della pittura e, adolescente, frequenta le scuole tecniche di tessitura e quindi la Scuola superiore d’Arte applicata del Castello Sforzesco. Il critico Raffaello Giolli è il suo primo sostenitore, un importante riferimento culturale che consente a Rognoni di aprire nuovi orizzonti. Fin dal 1934 collabora come disegnatore a importanti riviste e quotidiani mentre nel ’38 espone per la prima volta. La sua formazione è influenzata da artisti come Sironi, de Pisis, Modigliani mentre la passione per i libri lo avvicina alle soluzioni grafiche e pittoriche dell’Espressionismo tedesco.
Luino, sul Lago Maggiore, lo accoglie durante la guerra e qui si concentra sulla sua produzione che si arricchisce di incisioni, illustrazioni, mantenendo così un’importante collaborazione con molti periodici e dei contatti fondamentali con gli editori e i collezionisti.
Nel primo dopoguerra torna a Milano e nello studio di Lambrate nascono nuovi disegni e dipinti che hanno già in sé le tematiche fondamentali dell’artista. In particolare egli sviluppa un personalissimo linguaggio antiaccademico.
Guido Ballo lo presenta a Milano nel 1953, in una personale che apre nuovi interessi nella critica. Quattro anni dopo la Rai gli propone un progetto di scenografo-costumista e la stessa attività viene svolta per la Piccola Scala e La Fenice di Venezia.
Il suo modo di intervenire con originalità negli spazi teatrali ottiene larghi consensi e successo di pubblico. Nella pittura Rognoni fa affluire quantità di materiali, scenografia, disegno decorativo, illustrazione, incisione, e in questa contaminazione sta anche la modernità dell’artista che non si vieta di usare insieme ironia e senso drammatico, come certi compositori di musica moderna che prelevano da ogni epoca e stile motivi per le loro partiture. Negli anni Cinquanta l’artista si lega in esclusiva alla Galleria dell’Annunciata di Milano che organizzerà sue mostre in Europa. Negli anni Sessanta si moltiplicano le esposizioni personali e si infittisce la saggistica sulla sua opera; sempre molto intenso il lavoro per l’editoria. Le sue amicizie si contano soprattutto fra i letterati e i musicisti: Riccardo Malipiero, Vittorio Sereni, Piero Chiara, Dante Isella.
Quattro grandi teleri con le gesta di Ulisse dipinge per la turbonave Michelangelo.
Negli anni Settanta e Ottanta le mostre personali sono altrettante antologie di un discorso che si fa incisivo sull’uomo e il suo ambiente, la città, che lo trasforma e lo fa sentire sempre più estraneo. Nei volti dei suoi personaggi, giocati sull’ambiguità, si legge critica morale e scetticismo. L’esistenza di Rognoni, come la sua opera, mantiene due poli privilegiati, Milano e Luino: dipinge la città e il lago, anche senza separare questi luoghi. Il sogno e la memoria si sovrappongono e modulano il carattere di una pittura che talvolta tenta la favola oppure inventa un’umanità ideale, ricrea i personaggi del nostro tempo come abitanti di un mondo sospeso fra realtà e fantasia, sul punto incerto di apparizione e sparizione. Gli interni/esterni portano il pittore a esplorare lo spirito contemporaneo sul filo di colori in equivalenza di sentimenti, di segni mossi come provocatori interventi musicali. Le tele degli anni Novanta hanno talvolta un andamento sinfonico; ciò che interessa il pittore è cogliere la vitalità delle immagini, far sentire quelle contaminazioni fra cose reali e inventate lasciando piena libertà al colore, alla luce, alla composizione. Se la sua opera non trova un’agevole collocazione nelle nostre vicende artistiche, è necessario allungare lo sguardo verso la Mitteleuropa, fra simbolismo ed espressionismo, per valutarne il percorso. L’artista muore a Milano l’11 marzo 1999.
03
aprile 2004
Franco Rognoni
Dal 03 aprile al 30 maggio 2004
arte contemporanea
Location
B&B ARTE
Canneto Sull'oglio, Via Cavour , 29, (Mantova)
Canneto Sull'oglio, Via Cavour , 29, (Mantova)
Orario di apertura
dal martedì al sabato ore 16.00 – 19.30
Vernissage
3 Aprile 2004, ore 18
Autore