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Franco Rognoni – Opere
circa trenta opere del maestro milanese scomparso nel 1999
Comunicato stampa
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Dal 19 maggio al 17 giugno 2007 la Galleria La Roggia di Palazzolo sull’Oglio (Brescia) ospita la mostra Franco Rognoni. Opere , che presenta al pubblico una pregevole selezione di circa trenta opere del maestro milanese scomparso nel 1999; si tratta di dipinti che offrono una significativa panoramica intorno ai temi principali sui cui si è concentrato il maestro, che è stato protagonista di una lunga e intensa stagione creativa all’insegna di una pittura fuori dagli schemi e dalle mode, intrisa di richiami verso la più alta cultura europea del Novecento, con suggestioni che affiorano da interessi poliedrici tra letteratura, musica e teatro.
“I riferimenti di Rognoni vanno cercati nel segno di Sironi e, ancora più intensamente, nella cultura figurativa di Daumier, Goya, Grosz, senza dimenticare la passione per Picasso e Kandinskij. Una chiave di lettura che conduce alla dominante del segno (e del bianco e nero) e alla progressiva acquisizione cromatica che segue le tracce dell'Espressionismo tedesco e dei drammatici esiti di Rouault. ... Come i grandi romanzieri d'avventura, ha trovato nei libri e nella cultura i migliori mezzi di esplorazione dell'universo dell'animo umano ... Non abbiamo potuto sottrarci alla suggestione di rintracciare gli elementi di questo "teatro del mondo”. Abbiamo identificato gli attori di queste rappresentazioni: sono donne, uomini,... talvolta amanti, talvolta semplici passanti le cui esistenze si sfiorano. E poi gli ambienti: gli interni domestici, le città sognanti e la contaminazione delle due dimensioni. Infine la musica: rappresentata nella sua esecuzione da menestrelli e pianisti, accompagnamento della danza. ... “ (Paola Artoni)
BIOGRAFIA
Franco Rognoni è nato a Milano nel 1913 da una famiglia della piccola borghesia. Il precocissimo interesse per il disegno e la pittura lo conducono a frequentare, dopo le scuole tecniche di tessitura, la Scuola superiore d’Arte applicata del Castello Sforzesco. Negli anni della formazione fondamentale è il sostegno del critico Raffello Giolli, insieme con l’esempio dei grandi maestri come Sironi, de Pisis, Modigliani. Negli anni della guerra si stabilisce a Luino, sul Lago Maggiore, dove la sua produzione si arricchisce di incisioni e illustrazioni, riuscendo a mantenere un’importante collaborazione con molti periodici, oltre a fondamentali contatti con editori e collezionisti. Nel dopoguerra torna a Milano. Nello studio di Lambrate inizia a sviluppare un personalissimo linguaggio antiaccademico e a lavorare alle tematiche che diventeranno il filo conduttore di tutta la sua attività successiva. Importanti sono le collaborazioni come scenografo-costumista svolte per la Rai, la Piccola Scala e La Fenice di Venezia. Il pubblico e la critica apprezzano l’originalità di interpretazione degli spazi teatrali, aspetti che confluiscono nella pittura tramite l’utilizzo di una commistione tra decorazione, illustrazione, grafica e scenografia. Una contaminazione che si riflette anche nella mescolanza di ironia e dramma. Negli anni Cinquanta è legato in esclusiva alla Galleria dell’Annunciata di Milano, mentre espone in tutta Europa. Il decennio successivo lo vede impegnato in numerose esposizioni e nell’attività editoriale. Tra gli anni Settanta e Ottanta il suo interesse volge ad un’analisi disincantata della figura umana, e sulla città, rappresentata sempre più come contesto straniante a cui si sovrappone un a dimensione onirica, legata alla memoria. Il lago, altro luogo privilegiato della sua rappresentazione e della sua esistenza che si alterna tra Milano e Luino, esalta questa dimensione pittorica che fissa dei protagonisti sospesi tra realtà e immaginazione. Gli anni Novanta vedono l’artista impegnato nella rappresentazione della vitalità, e quindi concentrato sulle soluzioni cromatiche in una direzione pittorica sempre più mitteleuropea, nel segno del Simbolismo e dell’Espressionismo. Il pittore è morto a Milano, l’11 marzo 1999.
“I riferimenti di Rognoni vanno cercati nel segno di Sironi e, ancora più intensamente, nella cultura figurativa di Daumier, Goya, Grosz, senza dimenticare la passione per Picasso e Kandinskij. Una chiave di lettura che conduce alla dominante del segno (e del bianco e nero) e alla progressiva acquisizione cromatica che segue le tracce dell'Espressionismo tedesco e dei drammatici esiti di Rouault. ... Come i grandi romanzieri d'avventura, ha trovato nei libri e nella cultura i migliori mezzi di esplorazione dell'universo dell'animo umano ... Non abbiamo potuto sottrarci alla suggestione di rintracciare gli elementi di questo "teatro del mondo”. Abbiamo identificato gli attori di queste rappresentazioni: sono donne, uomini,... talvolta amanti, talvolta semplici passanti le cui esistenze si sfiorano. E poi gli ambienti: gli interni domestici, le città sognanti e la contaminazione delle due dimensioni. Infine la musica: rappresentata nella sua esecuzione da menestrelli e pianisti, accompagnamento della danza. ... “ (Paola Artoni)
BIOGRAFIA
Franco Rognoni è nato a Milano nel 1913 da una famiglia della piccola borghesia. Il precocissimo interesse per il disegno e la pittura lo conducono a frequentare, dopo le scuole tecniche di tessitura, la Scuola superiore d’Arte applicata del Castello Sforzesco. Negli anni della formazione fondamentale è il sostegno del critico Raffello Giolli, insieme con l’esempio dei grandi maestri come Sironi, de Pisis, Modigliani. Negli anni della guerra si stabilisce a Luino, sul Lago Maggiore, dove la sua produzione si arricchisce di incisioni e illustrazioni, riuscendo a mantenere un’importante collaborazione con molti periodici, oltre a fondamentali contatti con editori e collezionisti. Nel dopoguerra torna a Milano. Nello studio di Lambrate inizia a sviluppare un personalissimo linguaggio antiaccademico e a lavorare alle tematiche che diventeranno il filo conduttore di tutta la sua attività successiva. Importanti sono le collaborazioni come scenografo-costumista svolte per la Rai, la Piccola Scala e La Fenice di Venezia. Il pubblico e la critica apprezzano l’originalità di interpretazione degli spazi teatrali, aspetti che confluiscono nella pittura tramite l’utilizzo di una commistione tra decorazione, illustrazione, grafica e scenografia. Una contaminazione che si riflette anche nella mescolanza di ironia e dramma. Negli anni Cinquanta è legato in esclusiva alla Galleria dell’Annunciata di Milano, mentre espone in tutta Europa. Il decennio successivo lo vede impegnato in numerose esposizioni e nell’attività editoriale. Tra gli anni Settanta e Ottanta il suo interesse volge ad un’analisi disincantata della figura umana, e sulla città, rappresentata sempre più come contesto straniante a cui si sovrappone un a dimensione onirica, legata alla memoria. Il lago, altro luogo privilegiato della sua rappresentazione e della sua esistenza che si alterna tra Milano e Luino, esalta questa dimensione pittorica che fissa dei protagonisti sospesi tra realtà e immaginazione. Gli anni Novanta vedono l’artista impegnato nella rappresentazione della vitalità, e quindi concentrato sulle soluzioni cromatiche in una direzione pittorica sempre più mitteleuropea, nel segno del Simbolismo e dell’Espressionismo. Il pittore è morto a Milano, l’11 marzo 1999.
19
maggio 2007
Franco Rognoni – Opere
Dal 19 maggio al 17 giugno 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA LA ROGGIA
Palazzolo Sull'oglio, Via Torre Del Popolo, 11, (Brescia)
Palazzolo Sull'oglio, Via Torre Del Popolo, 11, (Brescia)
Orario di apertura
dal mercoledì al venerdì 16-19; sabato e domenica 10-12 e 16-19; lunedì e martedì chiuso
Vernissage
19 Maggio 2007, ore 17
Autore