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Franco Vaccari – le tracce occultate | storie di codici a barre e di sciamani
Dopo cinque anni, Franco VACCARI, tra i più originali e autentici artisti contemporanei, ritorna alla Galleria TRANSARTE con una mostra che, attingendo ad una collezione privata, ripercorre in 40 opere alcune delle tappe fondamentali della sua produzione
Comunicato stampa
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La Mostra
«Le opere - scrive Franco VACCARI - sono oggetti strani che rivelano solo a poco a poco i significati che le motivano. Le opere che si rivelano immediatamente, che soddisfano subito il gusto di chi le osserva, non possono essere di grande qualità. Le opere devono essere come il cibo che, quando è veramente naturale, più lo si mastica più viene a piacere». Dopo cinque anni, Franco VACCARI, tra i più originali e autentici artisti contemporanei, ritorna alla Galleria TRANSARTE con una mostra che, attingendo ad una collezione privata, ripercorre in 40 opere alcune delle tappe fondamentali della sua produzione (i libri dʼartista degli esordi con la Poesia Visiva, i Sogni o Palestre notturne, i Codici a barre, lʼesperienza del Buio), anche attraverso due preziosi documenti inediti: il taccuino di appunti e studi sul Codice a barre a preparazione della mostra “Ossessioni” alla Tour Fromage di Aosta nel 1990 e le tracce fotografiche di “Transiberianarte”, evento proposto proprio alla Transarte nel 2005. «Così è nata lʼidea di una mostra di tracce occultate, o forse solo disperse - spiega Sergio POGGIANELLA -, ovvero la traccia progettuale di un meraviglioso taccuino, esempio raro quanto emblematico di come la cosiddetta “teoria” di Franco Vaccari sia da considerarsi non un “a priori” né un “a posteriori” della pratica artistica, del processo creativo, piuttosto la sostanza costitutiva; e la traccia fotografica di una “esperienza del buio”, memento a non rinunciare alla curiosità della scoperta».
La mostra è accompagnata dal volume monografico “Franco Vaccari. Le tracce occultate. Storie di codici a barre e di sciamani”: testi di Sergio Poggianella, Micaela Sposito ed un intervento di Franco Vaccari; apparati biobiliografici di Marta Salari; antologia critica con scritti di Achille Bonito Oliva, Claudio Cerritelli e Flaminio Gualdoni; stampato per i tipi di Alcione Edizioni, Lavis (Trento), 2010, f.to 21x21, 108 pagine, catalogo delle opere in mostra a colori.
LʼArtista
Franco VACCARI, vive e lavora a Modena, dove è nato nel 1936. Compie studi scientifici ed esordisce come poeta visivo nel 1965 (“Pop esie” a cui seguono “Entropico”, “Le tracce”, “Strip-Street”) per poi intraprendere, sin dalla fine degli anni Sessanta, un percorso di tipo concettuale, orientato a una riflessione profonda sui nuovi mezzi di comunicazione. Negli stessi anni nasce il suo interesse per la costruzione di eventi tra i quali ricordiamo “La scultura buia”, un ambiente da cui è eliminata ogni radiazione visibile e che si qualifica per assenza piuttosto che per presenza. Da questo momento il tema della traccia fotografica rimarrà costante e attraverserà tutta la sua produzione artistica, con una dovuta precisazione: la fotografia non produce immagini mimetiche, ma è impronta, sintomo, segnale di una presenza. Emblematica rimane in tal senso la sua partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1972, con sala personale, partecipazione con la quale gli viene riconosciuuta la paternità del concetto di “esposizione in tempo reale”. La collocazione del suo lavoro artistico risulta tangente a diverse aree, ma quella che forse ne esprime meglio il senso potrebbe essere definita “realismo concettuale”. Anche il concetto di “feed-back” è alla base del suo modo
Per informazioni o per richieste di immagini e/o catalogo scrivere a p.sergio@email.it oppure telefonare al 335.6474797
di lavorare, sempre aperto a una controreazione capace di innescare meccanismi di verifica e riaggiustamento. Numerosissime le occasioni di importanti personali in Italia e allʼestero; ancora due sale personali alla Biennale di Venezia (1980 e 1993), poi, tra lʼaltro, alla Neue Galerie di Graz in Austria e al Kunstmuseum di Hannover (1980), al Centre Pompidou di Parigi (1981), al Museum Moderner Kunst di Vienna (1984), alla XI Quadriennale di Roma (1986), al Palazzo delle Esposizioni di Mosca (1988), al Museum of Art di Taiwan (1990), al PS1 di New York (1999), al Centro per lʼArte Contemporanea di Varsavia (2001), al Festival del Cinema di Locarno (2003), allʼIstituto Italiano di Cultura di Praga (2004), allo Spazio Oberdan di Milano (2007). Franco Vaccari ha sempre accompagnato la produzione artistica con la riflessione teorica: ricordiamo i tre testi fondamentali “Duchamp e lʼoccultamento del lavoro” (1978), “Fotografia e inconscio tecnologico” (1979) e il recentissimo “Duchamp messo a nudo. Dal ready-made alla finanza creativa” (2009). Ha tenuto corsi allʼEcole Supérieure des Arts Décoratives di Strasburgo e dal 2004 è docente di Arti Visive alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano.
«Le opere - scrive Franco VACCARI - sono oggetti strani che rivelano solo a poco a poco i significati che le motivano. Le opere che si rivelano immediatamente, che soddisfano subito il gusto di chi le osserva, non possono essere di grande qualità. Le opere devono essere come il cibo che, quando è veramente naturale, più lo si mastica più viene a piacere». Dopo cinque anni, Franco VACCARI, tra i più originali e autentici artisti contemporanei, ritorna alla Galleria TRANSARTE con una mostra che, attingendo ad una collezione privata, ripercorre in 40 opere alcune delle tappe fondamentali della sua produzione (i libri dʼartista degli esordi con la Poesia Visiva, i Sogni o Palestre notturne, i Codici a barre, lʼesperienza del Buio), anche attraverso due preziosi documenti inediti: il taccuino di appunti e studi sul Codice a barre a preparazione della mostra “Ossessioni” alla Tour Fromage di Aosta nel 1990 e le tracce fotografiche di “Transiberianarte”, evento proposto proprio alla Transarte nel 2005. «Così è nata lʼidea di una mostra di tracce occultate, o forse solo disperse - spiega Sergio POGGIANELLA -, ovvero la traccia progettuale di un meraviglioso taccuino, esempio raro quanto emblematico di come la cosiddetta “teoria” di Franco Vaccari sia da considerarsi non un “a priori” né un “a posteriori” della pratica artistica, del processo creativo, piuttosto la sostanza costitutiva; e la traccia fotografica di una “esperienza del buio”, memento a non rinunciare alla curiosità della scoperta».
La mostra è accompagnata dal volume monografico “Franco Vaccari. Le tracce occultate. Storie di codici a barre e di sciamani”: testi di Sergio Poggianella, Micaela Sposito ed un intervento di Franco Vaccari; apparati biobiliografici di Marta Salari; antologia critica con scritti di Achille Bonito Oliva, Claudio Cerritelli e Flaminio Gualdoni; stampato per i tipi di Alcione Edizioni, Lavis (Trento), 2010, f.to 21x21, 108 pagine, catalogo delle opere in mostra a colori.
LʼArtista
Franco VACCARI, vive e lavora a Modena, dove è nato nel 1936. Compie studi scientifici ed esordisce come poeta visivo nel 1965 (“Pop esie” a cui seguono “Entropico”, “Le tracce”, “Strip-Street”) per poi intraprendere, sin dalla fine degli anni Sessanta, un percorso di tipo concettuale, orientato a una riflessione profonda sui nuovi mezzi di comunicazione. Negli stessi anni nasce il suo interesse per la costruzione di eventi tra i quali ricordiamo “La scultura buia”, un ambiente da cui è eliminata ogni radiazione visibile e che si qualifica per assenza piuttosto che per presenza. Da questo momento il tema della traccia fotografica rimarrà costante e attraverserà tutta la sua produzione artistica, con una dovuta precisazione: la fotografia non produce immagini mimetiche, ma è impronta, sintomo, segnale di una presenza. Emblematica rimane in tal senso la sua partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1972, con sala personale, partecipazione con la quale gli viene riconosciuuta la paternità del concetto di “esposizione in tempo reale”. La collocazione del suo lavoro artistico risulta tangente a diverse aree, ma quella che forse ne esprime meglio il senso potrebbe essere definita “realismo concettuale”. Anche il concetto di “feed-back” è alla base del suo modo
Per informazioni o per richieste di immagini e/o catalogo scrivere a p.sergio@email.it oppure telefonare al 335.6474797
di lavorare, sempre aperto a una controreazione capace di innescare meccanismi di verifica e riaggiustamento. Numerosissime le occasioni di importanti personali in Italia e allʼestero; ancora due sale personali alla Biennale di Venezia (1980 e 1993), poi, tra lʼaltro, alla Neue Galerie di Graz in Austria e al Kunstmuseum di Hannover (1980), al Centre Pompidou di Parigi (1981), al Museum Moderner Kunst di Vienna (1984), alla XI Quadriennale di Roma (1986), al Palazzo delle Esposizioni di Mosca (1988), al Museum of Art di Taiwan (1990), al PS1 di New York (1999), al Centro per lʼArte Contemporanea di Varsavia (2001), al Festival del Cinema di Locarno (2003), allʼIstituto Italiano di Cultura di Praga (2004), allo Spazio Oberdan di Milano (2007). Franco Vaccari ha sempre accompagnato la produzione artistica con la riflessione teorica: ricordiamo i tre testi fondamentali “Duchamp e lʼoccultamento del lavoro” (1978), “Fotografia e inconscio tecnologico” (1979) e il recentissimo “Duchamp messo a nudo. Dal ready-made alla finanza creativa” (2009). Ha tenuto corsi allʼEcole Supérieure des Arts Décoratives di Strasburgo e dal 2004 è docente di Arti Visive alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano.
26
febbraio 2010
Franco Vaccari – le tracce occultate | storie di codici a barre e di sciamani
Dal 26 febbraio al 05 aprile 2010
arte contemporanea
Location
TRANSARTE
Rovereto, Via Valbusa Grande, 2, (Trento)
Rovereto, Via Valbusa Grande, 2, (Trento)
Orario di apertura
*eccetto che per eventi programmati, si riceve solo su appuntamento
Vernissage
26 Febbraio 2010, ore 18.30
Autore
Curatore