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Franco Vecchiet – …è la stessa cosa… Mostra di libri d’artista
Mostra di libri d’artista realizzata dall’Associazione Culturale “la roggia” – in collaborazione con la Biblioteca Civica e con il pagtrocinio del Comune di Pordenone – nell’ambito della manifestazione “pordenonelegge.it”
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Si narra che quello indiano fosse il primo rinoceronte ad essere largamente conosciuto al di fuori dell'area di origine. Arrivò a Lisbona nel 1515, offerto al re del Portogallo Manuele I che progettò di inviarlo in omaggio a papa Leone X; ma il rinoceronte morì in un naufragio. Prima che morisse, un artista sconosciuto eseguì degli schizzi dell’animale. Albrecht Dürer udì le descrizioni, vide gli schizzi e creò un'incisione su legno, nota in seguito come “il Rinoceronte di Dürer”. Nonostante il disegno presentasse alcune inesattezze anatomiche (ad esempio il piccolo corno sulla schiena), il suo schizzo divenne per secoli, nella cultura occidentale, l'immagine del rinoceronte.
Si potrebbe cominciare da qui a rendere conto del rapporto tra la rappresentazione grafica e quella verbale, come cioè la descrizione narrativa e quella rappresentata figurativamente possano essere "la stessa cosa", almeno nelle intenzioni (e nelle mani) di un artista.
D'altronde, in tutta la cultura del Settecento e dell'Ottocento abbondano largamente erbari, bestiari e paesaggi che raccontavano iconograficamente quello che altri autori, con la parola, cercavano di illustrare.
Inutile aggiungere anche che questo era altrettanto vero nei secoli precedenti (a cominciare dall'invenzione della stampa) e che sarebbe stato ancora altrettanto vero nei secoli successivi fino a noi.
E' chiaro che, dopo l'invenzione della fotografia, l'interesse è stato assai maggiore per gli illustratori e per gli incisori, i primi perchè pongono il disegno "al servizio" (ma neanche tanto, per lo più) della narrazione; i secondi perche si sforzano di sostituire la narrazione con l'immagine fino al limite del libro di incisioni o del libro di artista.
Franco Vecchiet ha trascorso una vita tra lastre (di legno, di metallo, di pietra o di qualsiasi altra natura), i torchi e i colori per incisione; e da sempre ha usato la grafica in sostituzione, in alternativa o a supporto della parola scritta. Per questo, la sua convinzione che siano "la stessa cosa" è difficilmente contestabile. La sua attività è molteplice e svaria abbastanza indifferentemente dalla pittura alla scultura a tutte le forme possibili di espressione: l'unica costante è un intenzione ludica delle realizzazioni che dà l'idea di un fanciullino immortale che scalpita dentro l'individuo e si esalta quando manipola tele e colori, pezzi di carta e lastre di piombo, insomma quando viene messo nelle condizioni di esprimere al meglio le sue pulsioni.
Nella grafica, però, scattano inevitabilmente i paletti delle "regole" che nascono dalla stessa natura del procedimento: è impossibile dare sfogo alla creatività se non si sono addomesticati fino a renderli docilissimi tutti gli strumenti indispensabili per il genere, dai bulini agli inchiostri, dagli acidi al torchio. In questo, Vecchiet è da decenni un autentico maestro, dispensatore di cultura tecnica e sapienzialità incisoria nelle Accademie e nelle Università di mezzo mondo.
Per questo, la parte maggiore della sua produzione si rivolge all'incisione, attraverso la quale ha anche l'enorme vantaggio di dialogare a distanza con intellettuali di altra formazione e cultura, con i quali realizza arditi ed ambiziosi progetti di costruzioni liriche (quasi sempre su sollecitazione dell'eterno fanciullino) fino a dare vita ad un genere del tutto nuovo e inusitato di produzione artistica.
In una ricognizione sui protagonisti di un "genere" come il libro d'artista, la sua presenza diventa in qualche modo paradigmatica anche delle precedenti, realizzate tutte da personalità con cui Vecchiet si è relazionato nel corso della sua lunga esperienza di artista e di docente; e ripropone, quasi come in catalogo sinottico, tutti i modi e i percorsi attraverso cui un libro d'artista si va delineando come intuizione per articolarsi come progetto, arricchirsi di contributi e scambi e diventare alla fine materiale vivo da ammirare o manipolare con la sensualità con cui si può maneggiare un libro prezioso o un'opera d'arte.
Enzo di Grazia
Franco VECCHIET
Nato a Trieste nel 1941, ha studiato Arte a Urbino, Venezia e Lubiana, occupandosi principalmente di Incisione. Ha compiuto molti viaggi di studio in Europa; dal 1980 comincia a realizzare oggetti in legno e grandi installazioni. Insegna xilografia alla Scuola Internazionale di Grafica di Venezia. Ha pubblicato numerose edizioni d’arte (Mediterraneo, Ludens, Suite, Flux, Petali ecc.); nel 1989 gli è stato conferito il Premio del Fondo Preseren a Lubiana. Ha partecipato a tutte le più importanti rassegne di grafica internazionale, con esposizioni in tutte le città capitali del Mondo (Montreal, Toronto, Spalato, Reykjavik, Rjeka, Beograd, Trieste, Madrid, Siviglia, Valladolid, Gubbio, Halle, Lubiana, Tallin, Genova, Bruxelles, Bitola ecc.) Ha tenuto personali nelle più rappresentative Gallerie d’Arte, Musei e Centri Culturali d’Europa (Trieste, Lubiana, Sezana, Rosseg, Skopje, Pordenone ecc.) Svolge intensa attività didattica, di conferenziere e di coordinatore di attività incisoria nelle sedi più prestigiose del settore.
Si potrebbe cominciare da qui a rendere conto del rapporto tra la rappresentazione grafica e quella verbale, come cioè la descrizione narrativa e quella rappresentata figurativamente possano essere "la stessa cosa", almeno nelle intenzioni (e nelle mani) di un artista.
D'altronde, in tutta la cultura del Settecento e dell'Ottocento abbondano largamente erbari, bestiari e paesaggi che raccontavano iconograficamente quello che altri autori, con la parola, cercavano di illustrare.
Inutile aggiungere anche che questo era altrettanto vero nei secoli precedenti (a cominciare dall'invenzione della stampa) e che sarebbe stato ancora altrettanto vero nei secoli successivi fino a noi.
E' chiaro che, dopo l'invenzione della fotografia, l'interesse è stato assai maggiore per gli illustratori e per gli incisori, i primi perchè pongono il disegno "al servizio" (ma neanche tanto, per lo più) della narrazione; i secondi perche si sforzano di sostituire la narrazione con l'immagine fino al limite del libro di incisioni o del libro di artista.
Franco Vecchiet ha trascorso una vita tra lastre (di legno, di metallo, di pietra o di qualsiasi altra natura), i torchi e i colori per incisione; e da sempre ha usato la grafica in sostituzione, in alternativa o a supporto della parola scritta. Per questo, la sua convinzione che siano "la stessa cosa" è difficilmente contestabile. La sua attività è molteplice e svaria abbastanza indifferentemente dalla pittura alla scultura a tutte le forme possibili di espressione: l'unica costante è un intenzione ludica delle realizzazioni che dà l'idea di un fanciullino immortale che scalpita dentro l'individuo e si esalta quando manipola tele e colori, pezzi di carta e lastre di piombo, insomma quando viene messo nelle condizioni di esprimere al meglio le sue pulsioni.
Nella grafica, però, scattano inevitabilmente i paletti delle "regole" che nascono dalla stessa natura del procedimento: è impossibile dare sfogo alla creatività se non si sono addomesticati fino a renderli docilissimi tutti gli strumenti indispensabili per il genere, dai bulini agli inchiostri, dagli acidi al torchio. In questo, Vecchiet è da decenni un autentico maestro, dispensatore di cultura tecnica e sapienzialità incisoria nelle Accademie e nelle Università di mezzo mondo.
Per questo, la parte maggiore della sua produzione si rivolge all'incisione, attraverso la quale ha anche l'enorme vantaggio di dialogare a distanza con intellettuali di altra formazione e cultura, con i quali realizza arditi ed ambiziosi progetti di costruzioni liriche (quasi sempre su sollecitazione dell'eterno fanciullino) fino a dare vita ad un genere del tutto nuovo e inusitato di produzione artistica.
In una ricognizione sui protagonisti di un "genere" come il libro d'artista, la sua presenza diventa in qualche modo paradigmatica anche delle precedenti, realizzate tutte da personalità con cui Vecchiet si è relazionato nel corso della sua lunga esperienza di artista e di docente; e ripropone, quasi come in catalogo sinottico, tutti i modi e i percorsi attraverso cui un libro d'artista si va delineando come intuizione per articolarsi come progetto, arricchirsi di contributi e scambi e diventare alla fine materiale vivo da ammirare o manipolare con la sensualità con cui si può maneggiare un libro prezioso o un'opera d'arte.
Enzo di Grazia
Franco VECCHIET
Nato a Trieste nel 1941, ha studiato Arte a Urbino, Venezia e Lubiana, occupandosi principalmente di Incisione. Ha compiuto molti viaggi di studio in Europa; dal 1980 comincia a realizzare oggetti in legno e grandi installazioni. Insegna xilografia alla Scuola Internazionale di Grafica di Venezia. Ha pubblicato numerose edizioni d’arte (Mediterraneo, Ludens, Suite, Flux, Petali ecc.); nel 1989 gli è stato conferito il Premio del Fondo Preseren a Lubiana. Ha partecipato a tutte le più importanti rassegne di grafica internazionale, con esposizioni in tutte le città capitali del Mondo (Montreal, Toronto, Spalato, Reykjavik, Rjeka, Beograd, Trieste, Madrid, Siviglia, Valladolid, Gubbio, Halle, Lubiana, Tallin, Genova, Bruxelles, Bitola ecc.) Ha tenuto personali nelle più rappresentative Gallerie d’Arte, Musei e Centri Culturali d’Europa (Trieste, Lubiana, Sezana, Rosseg, Skopje, Pordenone ecc.) Svolge intensa attività didattica, di conferenziere e di coordinatore di attività incisoria nelle sedi più prestigiose del settore.
15
settembre 2012
Franco Vecchiet – …è la stessa cosa… Mostra di libri d’artista
Dal 15 al 29 settembre 2012
arte contemporanea
Location
LA ROGGIA
Pordenone, Viale Trieste, 19, (Pordenone)
Pordenone, Viale Trieste, 19, (Pordenone)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 16 - 19,30
Vernissage
15 Settembre 2012, ore 11,30
Autore
Curatore