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Franco Viola – Ideal Colours
La pittura di Franco Viola appare discendere dalla sperimentazione espressionista del Cavaliere Azzurro, nel primo decennio del secolo scorso.
Comunicato stampa
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L´artista è stato selezionato per "Le scelte di Sgarbi" - Editoriale Giorgio Mondadori - all´interno del quale il noto critico ha scritto così di lui:
La pittura di Franco Viola appare discendere dalla sperimentazione espressionista del Cavaliere Azzurro, nel primo decennio del secolo scorso. Ma a differenza di quei pittori che lo hanno preceduto, questo artista non azzera la dimensione spaziale, anzi la esalta nella superficie bidimensionale del quadro, analizzando il corpo figurale secondo una flusso pittorico dall'andamento informale, che guarda esclusivamente alla qualità della sostanza pittorica. Attraversando la tela in larghe campiture, il colore è l'unica materia di supporto per narrare senza mediazioni la temporalità indefinita delle sue composizioni. L'itinerario seguito da Viola è quello di una significazione orizzontale, in una sorta di metafora paesaggistica che rappresenta, attraverso tonalità cromatiche fortemente contrastate, la concentrazione figurale, ritagliata in fasce ordinate secondo sequenze acutamente definite. La verticalità vive invece in termini di evidenza allusiva a un naturalismo che si afferma senza vincoli veristici, colmando piuttosto il quadro di presenze e di assenze, che si propongono come elementi funzionali all'ingranaggio linguistico di una poetica profondamente meditata. Il dipinto a olio, per questo artista, è anche la rappresentazione di una sensualità persistente che, curiosamente, gli deriva proprio da quella natura che egli evita di rappresentare, in una concisione di linguaggio che tende piuttosto ad affermare lo spazio attraverso scansioni solo parzialmente afferrabili dall'occhio dell'osservatore.(.)
Franco Viola nasce a Gaeta il 12 marzo del 1953. Fin dalla giovinezza avverte che i caratteri peculiari della sua terra, la luminosità e la mobilità dell'elemento marino così come l'asprezza del territorio roccioso e verde, si impongono alla sua attenzione ispirando la creazione artistica come organismo e struttura. Egli cerca quindi di affermare con l'atto stesso del dipingere il suo essere partecipe di un impulso creativo che lo circonda e lo nutre, e che al tempo stesso chiede esercizio di attenzione, capacità di "intuire" la regola più che imporla.
Gli studi universitari lo portano a laurearsi in Ingegneria Elettrotecnica nel 1977.
Col volgere degli anni la sua pittura sembra avvicinarsi al cosiddetto Neoespressionismo. Va tuttavia tenuto conto che strategia semeiotica adottata è intimamente necessitata e non deriva da reazioni ad altre correnti pittoriche. La sua ricerca mira a rafforzare il suo fare arte radicando nell'esperienza e nella razionalità che per lui, in quanto scienziato, vi è inscindibilmente sottesa e, solo dopo molti rinvii, comincia ad esporre le sue opere.
L'incontro con la critica ed il pubblico gli è subito favorevole e lo sollecita a spingersi oltre inaugurando altri cicli pittorici che, pur nel loro evidente riferirsi alla tradizione paesaggistica, sono sempre più tesi alla fusione di colore e forma, verso la ricerca dell'energia e della luce assoluta, del "plasma" che purifica e rigenera incessantemente la materia. Egli non è l'uomo di scienza che applica un metodo anche nel campo artistico più di quanto non sia il poeta che segue gli impulsi della propria umanità anche nel campo della ricerca scientifica. Le parti per lui si scambiano continuamente in quanto al centro del suo sentire vi è una concezione della classicità per cui il Sublime è la voce stessa della natura.
Dopo le prime esperienze in Italia si moltiplicano le mostre all'estero, soprattutto negli Stati Uniti ed in Germania dove riceve sempre una attenzione particolarmente sollecita, tesa a verificare le convergenze che vengono dall'approccio culturale radicato nella storia europea intesa come poderoso rimescolamento delle energie conoscitive al di la di tute le barriere.
La pittura di Franco Viola appare discendere dalla sperimentazione espressionista del Cavaliere Azzurro, nel primo decennio del secolo scorso. Ma a differenza di quei pittori che lo hanno preceduto, questo artista non azzera la dimensione spaziale, anzi la esalta nella superficie bidimensionale del quadro, analizzando il corpo figurale secondo una flusso pittorico dall'andamento informale, che guarda esclusivamente alla qualità della sostanza pittorica. Attraversando la tela in larghe campiture, il colore è l'unica materia di supporto per narrare senza mediazioni la temporalità indefinita delle sue composizioni. L'itinerario seguito da Viola è quello di una significazione orizzontale, in una sorta di metafora paesaggistica che rappresenta, attraverso tonalità cromatiche fortemente contrastate, la concentrazione figurale, ritagliata in fasce ordinate secondo sequenze acutamente definite. La verticalità vive invece in termini di evidenza allusiva a un naturalismo che si afferma senza vincoli veristici, colmando piuttosto il quadro di presenze e di assenze, che si propongono come elementi funzionali all'ingranaggio linguistico di una poetica profondamente meditata. Il dipinto a olio, per questo artista, è anche la rappresentazione di una sensualità persistente che, curiosamente, gli deriva proprio da quella natura che egli evita di rappresentare, in una concisione di linguaggio che tende piuttosto ad affermare lo spazio attraverso scansioni solo parzialmente afferrabili dall'occhio dell'osservatore.(.)
Franco Viola nasce a Gaeta il 12 marzo del 1953. Fin dalla giovinezza avverte che i caratteri peculiari della sua terra, la luminosità e la mobilità dell'elemento marino così come l'asprezza del territorio roccioso e verde, si impongono alla sua attenzione ispirando la creazione artistica come organismo e struttura. Egli cerca quindi di affermare con l'atto stesso del dipingere il suo essere partecipe di un impulso creativo che lo circonda e lo nutre, e che al tempo stesso chiede esercizio di attenzione, capacità di "intuire" la regola più che imporla.
Gli studi universitari lo portano a laurearsi in Ingegneria Elettrotecnica nel 1977.
Col volgere degli anni la sua pittura sembra avvicinarsi al cosiddetto Neoespressionismo. Va tuttavia tenuto conto che strategia semeiotica adottata è intimamente necessitata e non deriva da reazioni ad altre correnti pittoriche. La sua ricerca mira a rafforzare il suo fare arte radicando nell'esperienza e nella razionalità che per lui, in quanto scienziato, vi è inscindibilmente sottesa e, solo dopo molti rinvii, comincia ad esporre le sue opere.
L'incontro con la critica ed il pubblico gli è subito favorevole e lo sollecita a spingersi oltre inaugurando altri cicli pittorici che, pur nel loro evidente riferirsi alla tradizione paesaggistica, sono sempre più tesi alla fusione di colore e forma, verso la ricerca dell'energia e della luce assoluta, del "plasma" che purifica e rigenera incessantemente la materia. Egli non è l'uomo di scienza che applica un metodo anche nel campo artistico più di quanto non sia il poeta che segue gli impulsi della propria umanità anche nel campo della ricerca scientifica. Le parti per lui si scambiano continuamente in quanto al centro del suo sentire vi è una concezione della classicità per cui il Sublime è la voce stessa della natura.
Dopo le prime esperienze in Italia si moltiplicano le mostre all'estero, soprattutto negli Stati Uniti ed in Germania dove riceve sempre una attenzione particolarmente sollecita, tesa a verificare le convergenze che vengono dall'approccio culturale radicato nella storia europea intesa come poderoso rimescolamento delle energie conoscitive al di la di tute le barriere.
15
gennaio 2005
Franco Viola – Ideal Colours
Dal 15 gennaio al 12 febbraio 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA ARTEINCORNICE
Torino, Corso Casale, 186, (Torino)
Torino, Corso Casale, 186, (Torino)
Orario di apertura
9,30-12,30 e 15,30-19,30. Chiuso festivi e lunedì mattina
Vernissage
15 Gennaio 2005, ore 17
Autore