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Franz Borghese – Cinque lustri di ironia graffiante
L’esposizione vuole rappresentare un doveroso omaggio a Franz Borghese, un Maestro che ha lasciato un segno importantissimo nel panorama artistico europeo e non solo.
Comunicato stampa
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La cosa più interessante per me rimane il volto dell’uomo, la sua faccia. Trovo gli uomini la cosa più interessante da guardare, vivendo in mezzo a loro e me stesso, ed è questo che racconto in pittura.Ho scoperto quand’ero ragazzo che la persona anziana più noiosa che potessi conoscere, apparentemente inutile, aveva in sé valori che erano per me di estremo interesse, si trattava soltanto di andare in profondità. Mi piaceva, quand’ero ragazzo – può sembrare strano – trovandomi in autobus o tram, far parlare una persona anziana, seduta accanto a me, della sua vita. Ognuno di noi crede la propria vita un romanzo ed il mio provvisorio vicino cominciava a raccontare il suo romanzo. Franz Borghese
Verrà inaugurata sabato 9 gennaio 2010, alle ore 16.00, in Galleria d’Arte Moderna “A. Bonzagni” di Cento la mostra “Borghese, cinque lustri di ironia graffiante - Antologia di opere 1970-2005”, curata da Francesco Pasini di Arstudio di Portomaggiore, alla presenza dell'Assessore alla Cultura Daniele Biancardi, del curatore e di Andrea Maranini, critico, saggista.
L'esposizione vuole rappresentare un doveroso omaggio a Franz Borghese, un Maestro che ha lasciato un segno importantissimo nel panorama artistico europeo e non solo.
Homo sum, nihil humani a me alienum puto: l’assunto di Publio Terenzio Afro che si può banalmente tradurre con Nulla che sia umano è a me estraneo, potrebbe ben riassumere sinteticamente il credo e, a seguire, esistenzialmente ed artisticamente, la cifra stilistica di Franz Borghese.
E' l’umanità con i suoi difetti, i suoi pregi, le sue grandezze, le sue miserie che fa da padrona nelle sue opere, di stile il più vario espresso visivamente, delicatamente e matericamente, tra dipinti, disegni, e multipli in bronzo.
Un iter artistico completo che percorre il lavoro dell’artista dal 1970 all’anno della sua scomparsa, il 2005. Dopo la sua morte le opere hanno raggiunto quotazioni molto elevate mentre è ormai praticamente impossibile reperire pezzi unici da esitare sul mercato pur essendo stato un artista molto prolifico.
Era nato a Roma nel 1941. Vi morì, improvvisamente, una sera di dicembre del 2005, nel suo studio di via della Seggiola. Nel 1957, dopo l’esame di ammissione preparato insieme con l’architetto Maurizio Sacripanti, si iscrive al Liceo Artistico di va Ripetta. Tra i suoi insegnanti ci sono Domenico Purificato, Giuseppe Capogrossi, Giulio Turcato.
Comincia a dipingere. Scopre su una bancarella il Dizionario Filosofico di Voltaire. Ed il corso della sua vita prosegue e si dipana tra conoscenze di vita e di arte, riviste, esposizioni sempre più numerose, in Italia ed all’estero, tra personali ed antologiche. Ma, forse, è nel 1969 che si avvicina alla forma satirica ed ironica forse a lui più consona, quella che si rifà all’Espressionismo; ed allora facile quasi automatico diviene il raffrontarlo con quello di George Grosz, James Ensor, Otto Dix , del nostro Mino Maccari, in una sorta di idea neo-espressionistica che trova in lui un calore umano-artistico che facilmente riporta alle sue parole in apertura sull’Uomo, sul suo viso, su ciò che simbolicamente e metaforicamente esso rappresenta, un riferimento che fa pensare a Dante quando scrive che nel volto umano, tra gli occhi e la linea che percorre sinuosamente le sopracciglia il naso e la bocca, si può leggere la parola OMO.
La mostra si compone di settanta opere fra oli, disegni, guaches e sculture attentamente selezionate, che racchiudono un percorso di alto valore artistico e sociale.
Verrà inaugurata sabato 9 gennaio 2010, alle ore 16.00, in Galleria d’Arte Moderna “A. Bonzagni” di Cento la mostra “Borghese, cinque lustri di ironia graffiante - Antologia di opere 1970-2005”, curata da Francesco Pasini di Arstudio di Portomaggiore, alla presenza dell'Assessore alla Cultura Daniele Biancardi, del curatore e di Andrea Maranini, critico, saggista.
L'esposizione vuole rappresentare un doveroso omaggio a Franz Borghese, un Maestro che ha lasciato un segno importantissimo nel panorama artistico europeo e non solo.
Homo sum, nihil humani a me alienum puto: l’assunto di Publio Terenzio Afro che si può banalmente tradurre con Nulla che sia umano è a me estraneo, potrebbe ben riassumere sinteticamente il credo e, a seguire, esistenzialmente ed artisticamente, la cifra stilistica di Franz Borghese.
E' l’umanità con i suoi difetti, i suoi pregi, le sue grandezze, le sue miserie che fa da padrona nelle sue opere, di stile il più vario espresso visivamente, delicatamente e matericamente, tra dipinti, disegni, e multipli in bronzo.
Un iter artistico completo che percorre il lavoro dell’artista dal 1970 all’anno della sua scomparsa, il 2005. Dopo la sua morte le opere hanno raggiunto quotazioni molto elevate mentre è ormai praticamente impossibile reperire pezzi unici da esitare sul mercato pur essendo stato un artista molto prolifico.
Era nato a Roma nel 1941. Vi morì, improvvisamente, una sera di dicembre del 2005, nel suo studio di via della Seggiola. Nel 1957, dopo l’esame di ammissione preparato insieme con l’architetto Maurizio Sacripanti, si iscrive al Liceo Artistico di va Ripetta. Tra i suoi insegnanti ci sono Domenico Purificato, Giuseppe Capogrossi, Giulio Turcato.
Comincia a dipingere. Scopre su una bancarella il Dizionario Filosofico di Voltaire. Ed il corso della sua vita prosegue e si dipana tra conoscenze di vita e di arte, riviste, esposizioni sempre più numerose, in Italia ed all’estero, tra personali ed antologiche. Ma, forse, è nel 1969 che si avvicina alla forma satirica ed ironica forse a lui più consona, quella che si rifà all’Espressionismo; ed allora facile quasi automatico diviene il raffrontarlo con quello di George Grosz, James Ensor, Otto Dix , del nostro Mino Maccari, in una sorta di idea neo-espressionistica che trova in lui un calore umano-artistico che facilmente riporta alle sue parole in apertura sull’Uomo, sul suo viso, su ciò che simbolicamente e metaforicamente esso rappresenta, un riferimento che fa pensare a Dante quando scrive che nel volto umano, tra gli occhi e la linea che percorre sinuosamente le sopracciglia il naso e la bocca, si può leggere la parola OMO.
La mostra si compone di settanta opere fra oli, disegni, guaches e sculture attentamente selezionate, che racchiudono un percorso di alto valore artistico e sociale.
09
gennaio 2010
Franz Borghese – Cinque lustri di ironia graffiante
Dal 09 gennaio al 07 marzo 2010
arte contemporanea
Location
PINACOTECA CIVICA – CIVICA GALLERIA D’ARTE MODERNA ARNOLDO BONZAGNI – PALAZZO DEL GOVERNATORE
Cento, Piazza Del Guercino, 39, (Ferrara)
Cento, Piazza Del Guercino, 39, (Ferrara)
Orario di apertura
martedì e giovedì, dalle 9.30 – 12.30 e 15.00 – 17.00, apertura solo su prenotazione telefonando ai nn. 051-6843390 / 051-6843334;
venerdì, sabato, domenica e festivi: 10.00 – 13.00 e 15.30 – 18.30.
CHIUSA ogni lunedì e mercoledì.
Vernissage
9 Gennaio 2010, ore 16
Autore
Curatore