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Fratelli d’Italia 1861-2011
In mostra opere di importanti artisti italiani e stranieri che, ciascuno con il proprio linguaggio ha reso omaggio all’Italia restituendoci interessanti opere e installazioni.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
“Nuovo atlante delle arti” è un progetto-festival appositamente ideato per Borgo Cardigliano nel Salento, nel centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia. Esso vive nobilmente sulle arti che riprogrammano il mondo, si campiona ad essere uno spettacolare archivio decentralizzato ove le diverse discipline si nutrono di arte-mondo, mira a rappresentare come si abita la cultura globale, ovvero l’altramodernità, che altro non è che una sorta di costellazione, una specie di arcipelago di singoli mondi e singoli artisti le cui isole interconnesse non costituiscono un continente unico di pensiero, ma lo specchio di un’arte postproduttiva e frontaliera, mobile, ipermoderna, ipertesa, ipercolta, mente e cuore, ma anche progetto e destino della comunicazione estetica. E’ con questo progetto, ideato e diretto dall’illustre Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea Prof. Carlo Franza, intellettuale di piano internazionale, che si vuole indicare e sorreggere un'Europa Creativa Festival e, dunque, protagonisti e bandiere, bandendo ogni culto del transitorio per porgere a tutti il culto dell'eterno. Il terzo millennio che fa vivere i processi creativi nel clima di abitare stili e forme storicizzate, perchè il futuro è ora, fra rappresentazioni e interpretazioni, ci porta a cogliere il nuovo destino della bellezza. Con l'arte vogliamo aprire finestre sul mondo, con l'arte vogliamo aprire stagioni eroiche, con l'arte vogliamo inaugurare una nuova civiltà. Con “Nuovo atlante delle arti” si porgono intanto due “rassegne” (“Capolavori tra Novecento e nuovo millennio” e “Fratelli d'Italia” unitamente a sei mostre personali di sei artisti di chiara fama (Fiorella Iori, Giorgio Cutini, Pasquale Petrucci, Eugenio Galli, Marisa Settembrini e Chiara Silva).
Scrive Carlo Franza nel testo: “Il Senato e la Camera dei Deputati hanno approvato; noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue: Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e i suoi Successori il titolo di Re d'Italia. Ordiniamo che la presente, munita del Sigillo dello Stato, sia inserita nella raccolta degli Atti del Governo, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato. Da Torino addì 17 marzo 1861”. Sono queste le parole che si possono leggere nel documento della legge n.4671 del Regno di Sardegna e valgono come proclamazione ufficiale del Regno d'Italia che fa seguito alla seduta del 14 marzo 1861 del Parlamento, nella quale fu votato il relativo disegno di legge. Il 21 aprile 1861 quella legge divenne la n.1 del Regno d'Italia. Fu così che da un' Italia divisa in sette Stati nacque il nuovo Regno D'Italia. L'Italia unificata d'allora era un Regno di 22 milioni di abitanti. Da allora tre giubilei hanno celebrato l'evento fondativo (1911- 1961-2011) e soprattutto si è sempre insistito oltrechè su Roma capitale anche sulle capitali culturali (Roma, Firenze, Torino, Milano,Venezia, Bologna, Napoli e Palermo) con le diverse identità e le differenze dei popoli d'Italia ormai riuniti in un' unica nazione. Quanta storia in questi centocinquant' anni italiani che hanno raccolto culture, tradizioni, ricchezze storico artistiche, l'intero passato dei grandi artisti da Giotto a Leonardo, Raffaello, Michelangelo, Caravaggio, Canova, Marinetti, Balla, Boccioni, Sironi, e altri ancora. Non poteva passare inosservata una celebrazione così cara alla cultura italiana, letteraria e artistica. L'arte contemporanea e tanti artisti che in essa hanno operato e operano, hanno veicolato il tricolore e il disegno dell'Italia nelle loro opere. Basti pensare a Salvo (1947) che nel 1971 ha realizzato “Tricolore”, una superficie dove il nome Salvo è scritto nei tre colori; o ancora alla serie “Sicilie” e dei “Pittori italiani”(1975-76) ove l'artista ha dipinto i profili dello Stivale italiano e della Sicilia, attraverso i nomi di uomini illustri, ponendo il suo al fondo del lungo elenco. Memorabili le “Italie” di Luciano Fabro, con lo Stivale italiano in diverse posizioni e vari materiali e la sua “Italia capovolta”. Merita un cenno il recente lavoro di Gaetano Pesce, dal titolo “Sessantuno Table” (2010), ovvero sessantuno tavoli di resina del colore della Bandiera italiana, per il 150° dell'Unità d'Italia.
Anche se, rileggendo gli scrittori civili che hanno denunciato la mancanza di virtù civica e politica degli italiani, da Dante a Leopardi, da D'Azeglio a Prezzolini ,gli italiani si sentono fratelli più per i vizi che per le virtù, grazie a corporazioni, elitè, controriforma, gesuiti e salesiani, risorgimento, famiglia e mamme. Non dimentichiamo che Klemens von Metternich diceva: “L'Italia è un'espressione geografica... E' una graziosa penisola purtroppo in gran parte rovinata dagli Italiani”. E nel saggio di Luca Sofri appena uscito con il titolo “Un grande paese” , lo scrittore sostiene: “un grande paese è la definizione che vorremmo poter dare dell'Italia, senza che ci scappi da ridere”. Vorrei aggiungere che il titolo “Fratelli d'Italia” dato alla mostra e preso a prestito dal nostro inno nazionale, vale in quanto il Bel Paese dal Rinascimento all'Unità era già un'entità ben definita assai prima di diventare nazione. Nella cartina tolemaica del 1478 che Niccolò Germano dà alle stampe, “la penisola si allunga tozza e quasi orizzontale verso l'Adriatico, la Liguria è drittissima, la Puglia e la Calabria sono due irriconoscibili lingue di terra”. Una cartina politico-amministrativa a firma di Giovanni Magini del 1608 e ancora un'altra olandese del 1606 fanno apparire chiari i “tipi” italiani con i costumi di veneziani, fiorentini e milanesi. E Ronchi editore nel 1861 pubblica il Panorama Italiano, ovvero l'Italia è fatta, in cornice gli eroi del Risorgimento, ma lo stivale è osservato da nord a sud, capovolto, quasi un anticipo della lezione iconica di Luciano Fabro. Anche su carta uniti, italiani forse, fratelli certamente, perchè ultimamente Leonardo Sciascia ha parlato di sicilianizzazione dell'Italia”. Una quadreria a tema che esorcizza positivamente l'evento, e fa credere ai valori di una nazione, quella italiana, costruita con sacrificio e idealità. Senza dimenticare che gli artisti del passato hanno misurato il loro lavoro sulla storia, mentre gli artisti contemporanei si fanno soprattutto veicolo del nuovo e delle progettualità che attendono la nazione.
Biografia del curatore
Carlo Franza, nato ad Alessano (LE) nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, critico d’arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli, oggi a Libero fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte, il Premio Città di Alassio nel 1980, il Premio Barocco-Città di Gallipoli nel 1990, il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 (di cui è presidente di giuria dal 2001) e il Premio Città di Tricase nel 2008.
Scrive Carlo Franza nel testo: “Il Senato e la Camera dei Deputati hanno approvato; noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue: Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e i suoi Successori il titolo di Re d'Italia. Ordiniamo che la presente, munita del Sigillo dello Stato, sia inserita nella raccolta degli Atti del Governo, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato. Da Torino addì 17 marzo 1861”. Sono queste le parole che si possono leggere nel documento della legge n.4671 del Regno di Sardegna e valgono come proclamazione ufficiale del Regno d'Italia che fa seguito alla seduta del 14 marzo 1861 del Parlamento, nella quale fu votato il relativo disegno di legge. Il 21 aprile 1861 quella legge divenne la n.1 del Regno d'Italia. Fu così che da un' Italia divisa in sette Stati nacque il nuovo Regno D'Italia. L'Italia unificata d'allora era un Regno di 22 milioni di abitanti. Da allora tre giubilei hanno celebrato l'evento fondativo (1911- 1961-2011) e soprattutto si è sempre insistito oltrechè su Roma capitale anche sulle capitali culturali (Roma, Firenze, Torino, Milano,Venezia, Bologna, Napoli e Palermo) con le diverse identità e le differenze dei popoli d'Italia ormai riuniti in un' unica nazione. Quanta storia in questi centocinquant' anni italiani che hanno raccolto culture, tradizioni, ricchezze storico artistiche, l'intero passato dei grandi artisti da Giotto a Leonardo, Raffaello, Michelangelo, Caravaggio, Canova, Marinetti, Balla, Boccioni, Sironi, e altri ancora. Non poteva passare inosservata una celebrazione così cara alla cultura italiana, letteraria e artistica. L'arte contemporanea e tanti artisti che in essa hanno operato e operano, hanno veicolato il tricolore e il disegno dell'Italia nelle loro opere. Basti pensare a Salvo (1947) che nel 1971 ha realizzato “Tricolore”, una superficie dove il nome Salvo è scritto nei tre colori; o ancora alla serie “Sicilie” e dei “Pittori italiani”(1975-76) ove l'artista ha dipinto i profili dello Stivale italiano e della Sicilia, attraverso i nomi di uomini illustri, ponendo il suo al fondo del lungo elenco. Memorabili le “Italie” di Luciano Fabro, con lo Stivale italiano in diverse posizioni e vari materiali e la sua “Italia capovolta”. Merita un cenno il recente lavoro di Gaetano Pesce, dal titolo “Sessantuno Table” (2010), ovvero sessantuno tavoli di resina del colore della Bandiera italiana, per il 150° dell'Unità d'Italia.
Anche se, rileggendo gli scrittori civili che hanno denunciato la mancanza di virtù civica e politica degli italiani, da Dante a Leopardi, da D'Azeglio a Prezzolini ,gli italiani si sentono fratelli più per i vizi che per le virtù, grazie a corporazioni, elitè, controriforma, gesuiti e salesiani, risorgimento, famiglia e mamme. Non dimentichiamo che Klemens von Metternich diceva: “L'Italia è un'espressione geografica... E' una graziosa penisola purtroppo in gran parte rovinata dagli Italiani”. E nel saggio di Luca Sofri appena uscito con il titolo “Un grande paese” , lo scrittore sostiene: “un grande paese è la definizione che vorremmo poter dare dell'Italia, senza che ci scappi da ridere”. Vorrei aggiungere che il titolo “Fratelli d'Italia” dato alla mostra e preso a prestito dal nostro inno nazionale, vale in quanto il Bel Paese dal Rinascimento all'Unità era già un'entità ben definita assai prima di diventare nazione. Nella cartina tolemaica del 1478 che Niccolò Germano dà alle stampe, “la penisola si allunga tozza e quasi orizzontale verso l'Adriatico, la Liguria è drittissima, la Puglia e la Calabria sono due irriconoscibili lingue di terra”. Una cartina politico-amministrativa a firma di Giovanni Magini del 1608 e ancora un'altra olandese del 1606 fanno apparire chiari i “tipi” italiani con i costumi di veneziani, fiorentini e milanesi. E Ronchi editore nel 1861 pubblica il Panorama Italiano, ovvero l'Italia è fatta, in cornice gli eroi del Risorgimento, ma lo stivale è osservato da nord a sud, capovolto, quasi un anticipo della lezione iconica di Luciano Fabro. Anche su carta uniti, italiani forse, fratelli certamente, perchè ultimamente Leonardo Sciascia ha parlato di sicilianizzazione dell'Italia”. Una quadreria a tema che esorcizza positivamente l'evento, e fa credere ai valori di una nazione, quella italiana, costruita con sacrificio e idealità. Senza dimenticare che gli artisti del passato hanno misurato il loro lavoro sulla storia, mentre gli artisti contemporanei si fanno soprattutto veicolo del nuovo e delle progettualità che attendono la nazione.
Biografia del curatore
Carlo Franza, nato ad Alessano (LE) nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, critico d’arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli, oggi a Libero fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte, il Premio Città di Alassio nel 1980, il Premio Barocco-Città di Gallipoli nel 1990, il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 (di cui è presidente di giuria dal 2001) e il Premio Città di Tricase nel 2008.
09
luglio 2011
Fratelli d’Italia 1861-2011
Dal 09 al 25 luglio 2011
arte contemporanea
Location
BORGO CARDIGLIANO
Specchia, Contrada Cardigliano, (Lecce)
Specchia, Contrada Cardigliano, (Lecce)
Orario di apertura
Dalle 9.00 alle 13.00 – dalle 16.00 alle 22.00
Vernissage
9 Luglio 2011, ore 18.00
Autore
Curatore