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Frédéric Léglise
I suoi soggetti sono nudi di modelle conosciute e fotografate in momenti conviviali e in ambienti familiari, rappresentate pittoricamente in un secondo momento
nella solitudine dello studio.
Comunicato stampa
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E' questa la prima personale in Italia di Frédéric Léglise ( Nantes, 1972).
I suoi soggetti sono nudi di modelle conosciute e fotografate in momenti conviviali e in ambienti familiari, rappresentate pittoricamente in un secondo momento
nella solitudine dello studio.
Sulla tela, la pittura veloce, liquida, "facile" restituisce soggetti sospesi nel tempo e nello spazio dentro uno sfondo di lacca bianca, in una dimensione fantasmatica
e nello stesso tempo sentimentale.
E' una pittura che ricorda quella leggera e luminosa di Elizabeth Peyton, ma rimanda anche agli stilemi non proprio convenzionali dello statunitense Billy Sullivan, al filone della Bad Painting che contesta la supremazia dell'idea dell'arte concettuale.
Oltre ai nudi, Léglise ama rappresentare se stesso in autoritratti disseminati di occhi che comunicano come il desiderio di guardare l'altro, il fuori, coincida con la necessità di guardarsi dentro.
" Si instaura così una conversazione segreta tra l'inconscio del pittore, della modella, dell'apparecchio fotografico. La realtà femminile viene riscritta dall'obbiettivo, dalla
pittura, dall'immaginario di entrambi" ( Viana Conti in cat.) in una dimensione simbolica, immaginaria e reale insieme.
"Leggere queste opere come una metafora sessuale è un po' troppo facile, e, a dire il vero, troppo malinconicamente convenzionale, per descrivere questo lavoro:
non basta l'equazione semplicistica dello sguardo maschile sul corpo femminile...
La ripetizione seriale della figura femminile è, in definitiva, un desiderio di astrazione: dimenticare il soggetto per concentrarsi su altro, sulla pittura e su una forma di socievolezza liberata e felice" (Jill Gasparina in cat.
I suoi soggetti sono nudi di modelle conosciute e fotografate in momenti conviviali e in ambienti familiari, rappresentate pittoricamente in un secondo momento
nella solitudine dello studio.
Sulla tela, la pittura veloce, liquida, "facile" restituisce soggetti sospesi nel tempo e nello spazio dentro uno sfondo di lacca bianca, in una dimensione fantasmatica
e nello stesso tempo sentimentale.
E' una pittura che ricorda quella leggera e luminosa di Elizabeth Peyton, ma rimanda anche agli stilemi non proprio convenzionali dello statunitense Billy Sullivan, al filone della Bad Painting che contesta la supremazia dell'idea dell'arte concettuale.
Oltre ai nudi, Léglise ama rappresentare se stesso in autoritratti disseminati di occhi che comunicano come il desiderio di guardare l'altro, il fuori, coincida con la necessità di guardarsi dentro.
" Si instaura così una conversazione segreta tra l'inconscio del pittore, della modella, dell'apparecchio fotografico. La realtà femminile viene riscritta dall'obbiettivo, dalla
pittura, dall'immaginario di entrambi" ( Viana Conti in cat.) in una dimensione simbolica, immaginaria e reale insieme.
"Leggere queste opere come una metafora sessuale è un po' troppo facile, e, a dire il vero, troppo malinconicamente convenzionale, per descrivere questo lavoro:
non basta l'equazione semplicistica dello sguardo maschile sul corpo femminile...
La ripetizione seriale della figura femminile è, in definitiva, un desiderio di astrazione: dimenticare il soggetto per concentrarsi su altro, sulla pittura e su una forma di socievolezza liberata e felice" (Jill Gasparina in cat.
30
maggio 2009
Frédéric Léglise
Dal 30 maggio al 26 settembre 2009
arte contemporanea
Location
GALLERIA ARTBUG DIEDA
Bassano Del Grappa, Via Roma, 98, (Vicenza)
Bassano Del Grappa, Via Roma, 98, (Vicenza)
Vernissage
30 Maggio 2009, ore 18
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