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Friedrich Eigner – Verso la superficie
Le opere di Eigner si personalizzano nel minimalismo del colore e della struttura. Questo implica essere lontani dalla Natura, ma allo stesso tempo, essere il più naturali possibili: si crea così un’ALTRA Natura, quella della Pittura
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 28 Ottobre alle ore 18.00, presso Padua Art Gallery - Via delle Piazze 28 Padova - inaugurazione della personale di Friedrich Eigner “Verso la superficie”.
Ad accompagnarci saranno le vibranti note jazz di Jacopo Jacopetti al sax e di Sandro Gibellini alla chitarra.
Le opere di Eigner si personalizzano nel minimalismo del colore e della struttura. Questo implica essere lontani dalla Natura, ma allo stesso tempo, essere il più naturali possibili: si crea così un’ALTRA Natura, quella della Pittura.
Nelle sue opere informali, il materiale cattura i segni e ne fa il proprio linguaggio: alfabeti sconosciuti e storie misteriose si dipanano davanti ai nostri occhi desiderosi di un significato.
Le soluzioni bidimensionali nei suoi lavori, olio su vetro, servono infatti a risaltare il pigmento puro. Il minimalismo monocromatico nei suoi toni ricorda invece che la pittura è uno specchio magico delle sfumature dell’anima.
Ecco per esempio un’opera come “Ido giallo sole” a creare una realtà interiore sciolta nei raggi della luce o “Dormiveglia Marrone” a farci entrare nel procedere onirico e ondulatorio dell’oscurità.
Nei confronti delle opere esposte nella Mostra “Verso la superficie” Friedrich Eigner commenta:
“Non utilizzo il materiale per riprodurre: colori ad olio e pigmenti non mi servono per dipingere ma esaltarne le caratteristiche. Il vocabolario diventa contenuto ed il contenuto diventa vocabolario, cosicché il materiale possa presentarsi da solo grazie al mio intervento”.
Se sapremo guardare le opere di Eigner senza la frenesia dei condizionamenti esterni, saremo trasportati in un mondo minimalista dove la mente è nuovamente libera e l’anima si accorda con l’armonia dei colori puri.
FRIEDRICH EIGNER, nasce a Salisburgo nel 1948. Iniziati gli studi filosofici, ben presto li lascia per la pittura.
Dal 1990, nel suo atelier di New York, inizia ad esporre quadri figurativi tendenti al minimalismo astratto. Dipinge ad olio e pigmenti le sue strutture cromatiche, i cosiddetti “Strukturschatten-Bilder”. E con la sua nuova tecnica, olio su lastre di vetro, riesce a rendere plastiche anche le semplici linee.
Vive e lavora a Zell am See, Salisburgo, New York e Venezia (quest’ultima considerata come sua seconda patria).
Attualmente però solo nel suo laboratorio di Salisburgo ha trovato la tranquillità e la continuità nel tempo necessaria alla creazione astratta.
A tutt’oggi ha allestito 119 mostre personali, a riprova della grande eco nazionale ed internazionale che la sua pittura ha suscitato. Le più importanti:
Galleria Hermes Lione; Porsche Congress Center Zell Am See; Tod’s Hall New York; Cartier Parigi; Canon Tokio.
_______________________________________________________________________
Jacopo Jacopetti, sassofonista e compositore, inizia negli anni ’70 e fonda negli anni ’80 con Marcello Tonolo e Gianni C***ola l’Italian Repertory, che lavora su repertorio nazionale. Collabora e suona con i migliori jazzisti e offre la sua voce anche a progetti pop (tourneè con Eros Ramazzotti, Matia Bazar, Ornella Vanoni).
A tutt’oggi fa parte del quintetto a suo nome, con Sandro Gibellini, Stefano Bagnoli, Franco Testa e David Boato.
Sandro Gibellini, dopo le prime esperienze legate al rock e al blues si dedica prevalentemente al jazz, partecipando al quintetto di Gianni C***ola.
Dal 1980 suona con molti musicisti italiani e americani: Gianni Basso, Massimo Urbani, Lee Konitz, Mel Lewis, Steve Grossmann e Jimmy Owens. Fa parte della big band della RAI, suona col quintetto “Reunion” con Danilo Rea e Roberto Gatto, incide vari cd e dal ‘99 collabora con Barbara Casini e Lee konitz. Come insegnante ha tenuto seminari a fianco di musicisti come Buster Williams e Ben Riley. Nel campo della musica leggera ha lavorato con Bruno Lauzi, Fabio Concato e Mina.
Ad accompagnarci saranno le vibranti note jazz di Jacopo Jacopetti al sax e di Sandro Gibellini alla chitarra.
Le opere di Eigner si personalizzano nel minimalismo del colore e della struttura. Questo implica essere lontani dalla Natura, ma allo stesso tempo, essere il più naturali possibili: si crea così un’ALTRA Natura, quella della Pittura.
Nelle sue opere informali, il materiale cattura i segni e ne fa il proprio linguaggio: alfabeti sconosciuti e storie misteriose si dipanano davanti ai nostri occhi desiderosi di un significato.
Le soluzioni bidimensionali nei suoi lavori, olio su vetro, servono infatti a risaltare il pigmento puro. Il minimalismo monocromatico nei suoi toni ricorda invece che la pittura è uno specchio magico delle sfumature dell’anima.
Ecco per esempio un’opera come “Ido giallo sole” a creare una realtà interiore sciolta nei raggi della luce o “Dormiveglia Marrone” a farci entrare nel procedere onirico e ondulatorio dell’oscurità.
Nei confronti delle opere esposte nella Mostra “Verso la superficie” Friedrich Eigner commenta:
“Non utilizzo il materiale per riprodurre: colori ad olio e pigmenti non mi servono per dipingere ma esaltarne le caratteristiche. Il vocabolario diventa contenuto ed il contenuto diventa vocabolario, cosicché il materiale possa presentarsi da solo grazie al mio intervento”.
Se sapremo guardare le opere di Eigner senza la frenesia dei condizionamenti esterni, saremo trasportati in un mondo minimalista dove la mente è nuovamente libera e l’anima si accorda con l’armonia dei colori puri.
FRIEDRICH EIGNER, nasce a Salisburgo nel 1948. Iniziati gli studi filosofici, ben presto li lascia per la pittura.
Dal 1990, nel suo atelier di New York, inizia ad esporre quadri figurativi tendenti al minimalismo astratto. Dipinge ad olio e pigmenti le sue strutture cromatiche, i cosiddetti “Strukturschatten-Bilder”. E con la sua nuova tecnica, olio su lastre di vetro, riesce a rendere plastiche anche le semplici linee.
Vive e lavora a Zell am See, Salisburgo, New York e Venezia (quest’ultima considerata come sua seconda patria).
Attualmente però solo nel suo laboratorio di Salisburgo ha trovato la tranquillità e la continuità nel tempo necessaria alla creazione astratta.
A tutt’oggi ha allestito 119 mostre personali, a riprova della grande eco nazionale ed internazionale che la sua pittura ha suscitato. Le più importanti:
Galleria Hermes Lione; Porsche Congress Center Zell Am See; Tod’s Hall New York; Cartier Parigi; Canon Tokio.
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Jacopo Jacopetti, sassofonista e compositore, inizia negli anni ’70 e fonda negli anni ’80 con Marcello Tonolo e Gianni C***ola l’Italian Repertory, che lavora su repertorio nazionale. Collabora e suona con i migliori jazzisti e offre la sua voce anche a progetti pop (tourneè con Eros Ramazzotti, Matia Bazar, Ornella Vanoni).
A tutt’oggi fa parte del quintetto a suo nome, con Sandro Gibellini, Stefano Bagnoli, Franco Testa e David Boato.
Sandro Gibellini, dopo le prime esperienze legate al rock e al blues si dedica prevalentemente al jazz, partecipando al quintetto di Gianni C***ola.
Dal 1980 suona con molti musicisti italiani e americani: Gianni Basso, Massimo Urbani, Lee Konitz, Mel Lewis, Steve Grossmann e Jimmy Owens. Fa parte della big band della RAI, suona col quintetto “Reunion” con Danilo Rea e Roberto Gatto, incide vari cd e dal ‘99 collabora con Barbara Casini e Lee konitz. Come insegnante ha tenuto seminari a fianco di musicisti come Buster Williams e Ben Riley. Nel campo della musica leggera ha lavorato con Bruno Lauzi, Fabio Concato e Mina.
28
ottobre 2006
Friedrich Eigner – Verso la superficie
Dal 28 ottobre al 18 novembre 2006
arte contemporanea
Location
PADUA ART GALLERY
Padova, Via Delle Piazze, 28, (Padova)
Padova, Via Delle Piazze, 28, (Padova)
Orario di apertura
10.00-12.30 / 16.00-19.30 dal martedì al sabato.
Domenica e lunedì su appuntamento
Vernissage
28 Ottobre 2006, ore 18
Autore