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From Russia with Love
l’intento della mostra può essere interpretato, in maniera del tutto ironica, come l’opinione dell’Occidente sull’arte contemporanea russa
Comunicato stampa
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From Russia with love, a cura di Bärbel Vischer, è la mostra che la kunst Merano arte ospiterà dal 14 luglio al 23 settembre 2007.
FROM RUSSIA WITH LOVE si presta a diverse letture e l’intento della mostra può essere interpretato, in maniera del tutto ironica, come l’opinione dell’Occidente sull’arte contemporanea russa.
Nel titolo si nasconde, con grande semplicità, un ulteriore monito: l’istante della commozione. La mostra sottolinea infatti il legame che univa Merano a San Pietroburgo: le due città erano collegate fino al 1914, prima dello scoppio della prima guerra mondiale, da una linea ferroviaria, permettendo alla città termale altoatesina di diventare un’importante attrattiva per gli ospiti russi.
La mostra presenta gli sviluppi più attuali in campo artistico e traccia, attraverso una selezione di opere fotografiche e video d’artista, le tappe fondamentali della trasformazione dei valori tradizionali.
Dal 2005 Mosca è teatro di una Biennale internazionale che ha dato vita in Russia ad un vasto dibattito sull’arte contemporanea.
Una giovane generazione di artisti russi che risiedono in patria o all’estero riflettono nelle loro opere i cambiamenti sociali e politici che si verificano a livello nazionale e internazionale. L’evoluzione dell’arte contemporanea russa viene presentata seguendo e approfondendo le tematiche principali dell’identità e dell’interazione singolo/collettività.
Victor Alimpiev agisce sui piccoli gesti e percepisce sensazioni personali e momentanee. L’attenzione ruota attorno all’individuo e al collettivo, una sorta di tacito rimprovero della labile relazione che intercorre tra singolo e collettività nel mondo russo.
Il Video „Welcome“ (2004) presenta Vika Begalska e il suo insegnante di inglese nigeriano. Davanti all’obbiettivo si consuma una situazione opprimente che viene alleggerita da una ragazzina che commenta con delle smorfie alcune scene.
Entrambi gli attori protagonisti imitano modelli comportamentali plasmati da condizioni sociali e politiche. Lo scambio di questi codici conduce a uno scontro con problematiche palesi e nascoste che muovono dalle misure pedagogiche drastiche nigeriane sino alla situazione degli emigrati in Russia, passando per il tema latente del razzismo.
Olga Chernysheva camminava per le vie del centro di Mosca imbracciando la telecamera, quando è incappata in una scena dal sapore grottesco e indiscutibilmente occidentale. Nel video “March” (2005) vengono presentati una serie di ragazzini di circa 10 anni vestiti in divisa che marciano accompagnati dalla banda e da un gruppo di ragazzine vestite da cheerleader in occasione dei festeggiamenti per la candidatura ai giochi olimpici del 2008.
Sullo sfondo si librano nell’aria palloncini con i colori della federazione Russa, che rappresentano anche i colori della città. I palloncini altro non sono che un mezzo pubblicitario per la Sony e Gasprom - ex gruppo industriale statale, oggi grande fonte di lavoro per il territorio e “Sinonimo di corruzione” (Jürgen Roth).
Anastasia Khoroshilova sfrutta il mezzo della riduzione nei suoi soggetti immortalati staticamente in scene che suggeriscono istantanee. Figure, spazi interni, fughe e paesaggi diventano momenti che raccontano storie individuali e collettive. Nella serie “Baltiysk“ (2005) la fotografa ha documentato la trasformazione di una base navale sul Mar Baltico che con la caduta dell’unione Sovietica sono diventate un’enclave e fino a un passato nemmeno troppo remoto erano zone militari invalicabili.
La serie fotografica „Breads“ (2003 – 2006) di Anatoly Osmolovsky assume una valenza ornamentale e si esprime attraverso una simbologia chiara e pungente. In maniera molto semplice vengono qui affrontati i quesiti filosofici legati all’esistenza umana e al sacro. In questo complesso lavoro, al quale appartengono anche grandi tavole dedicate alle icone, l’artista biasima sottilmente l’immagine di culto della chiesa ortodossa, in particolar modo gli viene dato rilievo attraverso un ordine specifico degli elementi espositivi.
Accompagna la mostra un catalogo trilingue (inglese, italiano, tedesco) con saggi di Joseph Backstein (Mosca), Valerio Dehó (Bologna) e Bärbel Vischer (Vienna).
FROM RUSSIA WITH LOVE si presta a diverse letture e l’intento della mostra può essere interpretato, in maniera del tutto ironica, come l’opinione dell’Occidente sull’arte contemporanea russa.
Nel titolo si nasconde, con grande semplicità, un ulteriore monito: l’istante della commozione. La mostra sottolinea infatti il legame che univa Merano a San Pietroburgo: le due città erano collegate fino al 1914, prima dello scoppio della prima guerra mondiale, da una linea ferroviaria, permettendo alla città termale altoatesina di diventare un’importante attrattiva per gli ospiti russi.
La mostra presenta gli sviluppi più attuali in campo artistico e traccia, attraverso una selezione di opere fotografiche e video d’artista, le tappe fondamentali della trasformazione dei valori tradizionali.
Dal 2005 Mosca è teatro di una Biennale internazionale che ha dato vita in Russia ad un vasto dibattito sull’arte contemporanea.
Una giovane generazione di artisti russi che risiedono in patria o all’estero riflettono nelle loro opere i cambiamenti sociali e politici che si verificano a livello nazionale e internazionale. L’evoluzione dell’arte contemporanea russa viene presentata seguendo e approfondendo le tematiche principali dell’identità e dell’interazione singolo/collettività.
Victor Alimpiev agisce sui piccoli gesti e percepisce sensazioni personali e momentanee. L’attenzione ruota attorno all’individuo e al collettivo, una sorta di tacito rimprovero della labile relazione che intercorre tra singolo e collettività nel mondo russo.
Il Video „Welcome“ (2004) presenta Vika Begalska e il suo insegnante di inglese nigeriano. Davanti all’obbiettivo si consuma una situazione opprimente che viene alleggerita da una ragazzina che commenta con delle smorfie alcune scene.
Entrambi gli attori protagonisti imitano modelli comportamentali plasmati da condizioni sociali e politiche. Lo scambio di questi codici conduce a uno scontro con problematiche palesi e nascoste che muovono dalle misure pedagogiche drastiche nigeriane sino alla situazione degli emigrati in Russia, passando per il tema latente del razzismo.
Olga Chernysheva camminava per le vie del centro di Mosca imbracciando la telecamera, quando è incappata in una scena dal sapore grottesco e indiscutibilmente occidentale. Nel video “March” (2005) vengono presentati una serie di ragazzini di circa 10 anni vestiti in divisa che marciano accompagnati dalla banda e da un gruppo di ragazzine vestite da cheerleader in occasione dei festeggiamenti per la candidatura ai giochi olimpici del 2008.
Sullo sfondo si librano nell’aria palloncini con i colori della federazione Russa, che rappresentano anche i colori della città. I palloncini altro non sono che un mezzo pubblicitario per la Sony e Gasprom - ex gruppo industriale statale, oggi grande fonte di lavoro per il territorio e “Sinonimo di corruzione” (Jürgen Roth).
Anastasia Khoroshilova sfrutta il mezzo della riduzione nei suoi soggetti immortalati staticamente in scene che suggeriscono istantanee. Figure, spazi interni, fughe e paesaggi diventano momenti che raccontano storie individuali e collettive. Nella serie “Baltiysk“ (2005) la fotografa ha documentato la trasformazione di una base navale sul Mar Baltico che con la caduta dell’unione Sovietica sono diventate un’enclave e fino a un passato nemmeno troppo remoto erano zone militari invalicabili.
La serie fotografica „Breads“ (2003 – 2006) di Anatoly Osmolovsky assume una valenza ornamentale e si esprime attraverso una simbologia chiara e pungente. In maniera molto semplice vengono qui affrontati i quesiti filosofici legati all’esistenza umana e al sacro. In questo complesso lavoro, al quale appartengono anche grandi tavole dedicate alle icone, l’artista biasima sottilmente l’immagine di culto della chiesa ortodossa, in particolar modo gli viene dato rilievo attraverso un ordine specifico degli elementi espositivi.
Accompagna la mostra un catalogo trilingue (inglese, italiano, tedesco) con saggi di Joseph Backstein (Mosca), Valerio Dehó (Bologna) e Bärbel Vischer (Vienna).
13
luglio 2007
From Russia with Love
Dal 13 luglio al 23 settembre 2007
arte contemporanea
Location
KUNST MERAN/O ARTE
Merano, Via Portici, 163, (Bolzano)
Merano, Via Portici, 163, (Bolzano)
Biglietti
Intero € 4,50 - Ridotto (Anziani, studenti, gruppi) € 3,00
Orario di apertura
da martedì a domenica dalle ore 11.00 alle ore 19.00
Vernissage
13 Luglio 2007, ore 19
Ufficio stampa
STUDIO PESCI
Autore
Curatore