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Fulvia Levi Bianchi – Ab Ovo
L’esposizione, a cura di Martina Corgnati, documenta il lungo percorso di elaborazione di questa artista in più di cinquanta di opere: dipinti, carte, sculture in marmo e bronzo, installazioni luminose, sonore e cinetiche, multipli in materie plastiche, e altro ancora, fino agli esiti più recenti, molto spettacolari.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Fulvia Levi Bianchi, triestina ma milanese di adozione, si forma nel clima fervido dei primi anni Sessanta, a contatto con figure determinanti della ricerca artistica nazionale e internazionale, come Lucio Fontana e, più tardi, Enrico Castellani, Agostino Bonalumi e molti altri. Attiva fin dalla metà del decennio (nel '65 le prime esposizioni, a Milano), il suo campo d¹indagine si è subito ristretto e concentrato sulla forma dell¹uovo, elemento perfetto e primordiale, che da Piero della Francesca a Brancusi rappresenta una delle sintesi più ardue e più affascinanti della ricerca plastica e visiva. Per decenni Fulvia Levi Bianchi ha fatto dell¹uovo la propria forma 'topica', punto di riferimento tanto nella pittura quanto nella scultura e nell'oggettistica, con originali sperimentazioni in ambiti prossimi a quelli del design.
La mostra, organizzata da Provincia di Milano/Cultura e beni culturali, è di taglio antologico e tematico, e presenta per la prima volta in maniera ampia ed esaustiva a Milano il lavoro di Fulvia Levi Bianchi, italiana ma divenuta più nota negli Stati Uniti, dove ha collaborato lungamente con la galleria newyorkese di Jolas.
L'esposizione, a cura di Martina Corgnati, documenta il lungo percorso di elaborazione di questa artista in più di cinquanta di opere: dipinti, carte, sculture in marmo e bronzo, installazioni luminose, sonore e cinetiche, multipli in materie plastiche, e altro ancora, fino agli esiti più recenti, molto spettacolari.
"Ab ovo" è un ciclo di opere più che trentennale (le prime forme "uovali", come le chiama l'artista, sono state eseguite all'inizio degli anni settanta) che nasce da una profonda esigenza filosofica e formale: come molti altri artisti della sua o della generazione immediatamente precedente (da Fontana a Castellani a Agostino Bonalumi), Fulvia Levi Bianchi avverte l'esigenza di "purificare" la pittura da ogni elemento superfluo, ritornando all'essenza, all'immagine dell'oggetto primordiale da cui scaturiscono tutti gli altri. Un simbolo insomma, dalla straordinaria potenza formale. Per restituirne tutta la pregnanza e le potenzialità, l'artista ha messo a punto una sofisticata tecnica pittorica (e in seguito anche plastica) che le ha consentito di eliminare completamente il segno, lasciando unicamente la luce e il volume, liberi di espandersi e di vibrare sullo spazio della tela. Sono nate così le sue opere maggiori e più significative, l'uovo bianco su fondo nero, bianco su fondo bianco e rosso su fondo rosso, insieme a una ricchissima serie di variazioni sul tema, che la mostra propone in termini esaustivi per la prima volta in Italia. Fino ad oggi infatti il lavoro di Fulvia Levi Bianchi, che ha lavorato lungamente con il celebre gallerista di origine greca Jolas ad Atene e a New York, è stato apprezzato soprattutto negli Stati Uniti.
La mostra, organizzata da Provincia di Milano/Cultura e beni culturali, è di taglio antologico e tematico, e presenta per la prima volta in maniera ampia ed esaustiva a Milano il lavoro di Fulvia Levi Bianchi, italiana ma divenuta più nota negli Stati Uniti, dove ha collaborato lungamente con la galleria newyorkese di Jolas.
L'esposizione, a cura di Martina Corgnati, documenta il lungo percorso di elaborazione di questa artista in più di cinquanta di opere: dipinti, carte, sculture in marmo e bronzo, installazioni luminose, sonore e cinetiche, multipli in materie plastiche, e altro ancora, fino agli esiti più recenti, molto spettacolari.
"Ab ovo" è un ciclo di opere più che trentennale (le prime forme "uovali", come le chiama l'artista, sono state eseguite all'inizio degli anni settanta) che nasce da una profonda esigenza filosofica e formale: come molti altri artisti della sua o della generazione immediatamente precedente (da Fontana a Castellani a Agostino Bonalumi), Fulvia Levi Bianchi avverte l'esigenza di "purificare" la pittura da ogni elemento superfluo, ritornando all'essenza, all'immagine dell'oggetto primordiale da cui scaturiscono tutti gli altri. Un simbolo insomma, dalla straordinaria potenza formale. Per restituirne tutta la pregnanza e le potenzialità, l'artista ha messo a punto una sofisticata tecnica pittorica (e in seguito anche plastica) che le ha consentito di eliminare completamente il segno, lasciando unicamente la luce e il volume, liberi di espandersi e di vibrare sullo spazio della tela. Sono nate così le sue opere maggiori e più significative, l'uovo bianco su fondo nero, bianco su fondo bianco e rosso su fondo rosso, insieme a una ricchissima serie di variazioni sul tema, che la mostra propone in termini esaustivi per la prima volta in Italia. Fino ad oggi infatti il lavoro di Fulvia Levi Bianchi, che ha lavorato lungamente con il celebre gallerista di origine greca Jolas ad Atene e a New York, è stato apprezzato soprattutto negli Stati Uniti.
19
febbraio 2004
Fulvia Levi Bianchi – Ab Ovo
Dal 19 febbraio al 14 marzo 2004
arte contemporanea
Location
SPAZIO OBERDAN – CINETECA
Milano, Viale Vittorio Veneto, 2, (Milano)
Milano, Viale Vittorio Veneto, 2, (Milano)
Biglietti
intero 4,10 Euro ridotto 2,55 Euro gruppi scolastici 2,50 Euro
Orario di apertura
tutti i giorni 1019.30, martedì e giovedì fino alle 22, chiuso il lunedì
Vernissage
19 Febbraio 2004, ore 18.00