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Funzioni continue progetti senza soluzione di continuità
La città di Carrara è lo spazio topologico individuato dai due giovani artisti per la realizzazione di altre opere site specific da produrre durante il periodo della Biennale. L’idea è quella di costruire la mostra con diversi punti di vista ma su un’unica “faccia”
Comunicato stampa
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* Il progetto
La topologia o studio dei luoghi (dal greco τοπος, luogo, e λογος, studio) è una delle più importanti branche della matematica moderna. Si caratterizza come lo studio delle proprietà delle figure e delle forme che non cambiano quando viene effettuata una deformazione senza "strappi", "sovrapposizioni" o "incollature".
La topologia si basa essenzialmente sui concetti di spazio topologico, funzione continua e omeomorfismo. Col termine topologia si indica anche la collezione di aperti che definisce uno spazio topologico.
Per esempio un cubo e una sfera sono oggetti topologicamente equivalenti (cioè omeomorfi), perché possono essere deformati l'uno nell'altro senza ricorrere a nessuna incollatura, strappo o sovrapposizione;
Un esempio di oggetto topologico è il nastro di Möbius (dal nome del matematico tedesco August Ferdinand Möbius).
Le superfici ordinarie, intese come le superfici che nella vita quotidiana siamo abituati ad osservare, hanno sempre due "lati" (o meglio, facce), per cui è sempre possibile percorrere idealmente uno dei due lati senza mai raggiungere il secondo, salvo attraversando una possibile linea di demarcazione costituita da uno spigolo (chiamata "bordo"): si pensi ad esempio alla sfera, al toro, o al cilindro. Per queste superfici è possibile stabilire convenzionalmente un lato "superiore" o "inferiore", oppure "interno" o "esterno".
Nel caso del nastro di Möbius, invece, tale principio viene a mancare: esiste un solo lato e un solo bordo. Dopo aver percorso un giro, ci si trova dalla parte opposta. Solo dopo averne percorsi due ci ritroviamo sul lato iniziale. Quindi per esempio una formica potrebbe passare da una superficie a quella "dietro", senza attraversare il nastro e senza saltare il bordo, semplicemente camminando abbastanza lontano.
I lavori in mostra di Giovanni Oberti fanno parte di una serie alla quale l’artista sta lavorando da ultimamente ma il cui senso intimo si può ritrovare in tutta la sua produzione.
Senza titolo (oggetti dipinti) parte da una riflessione sul modo di osservare le cose e sulla consapevolezza della necessità di uno sguardo profondo capace di andare oltre la superficie, oggetti reali come l’arancia secca, ricoperti di un sottile strato di grafite “un corto circuito tra ready made e intervento pittorico” in un continuo scambio tra contenuto e contenitore in grado di far passare l’occhio – come per il nastro di Möbius – da una parte all’altra dell’oggetto senza necessità di attraversare nessun bordo, in perfetta continuità e contiguità. Untitled (to build and destroy) è un ongoing project, Oberti raccoglie pietre della pavimentazione stradale di alcune città la cui storia passata e recente è legata a manifestazioni popolari dove quell’elemento minimo primario della costruzione della città – la pietra – diviene la prima arma, quella del popolo, trasformandosi esso stesso in nastro di Möbius, in pensiero unico.
Luca Resta con i suoi lavori ci porta in modo diverso alle stesse considerazioni, Doner kebab è la trasformazione in marmo di un oggetto di cartone, il contenitore, appunto di un doner kebab, la scatola che contiene quel momento di scambio di culture che arriva prima dell’integrazione sociale, prima dell’accettazione dell’altro e che porta con sé tutto il bagaglio culturale di un popolo. Anche in questo caso il nastro di Möbius è la chiave per leggere il lavoro, dentro e fuori, contenuto e contenitore che si intrecciano indissolubilmente per la comprensione dell’opera. Lego si muove sulle stesse logiche, un mattoncino delle costruzioni, la base del pensiero “architettonico” del bambino, è stato realizzato dalla fusione della moneta corrente della Comunità Economica Europea, l’Euro. La struttura e la forma esteriore si fondono dandoci la possibilità di leggere l’opera senza mai “staccare il pensiero” passando dal contenuto al contenitore.
* Site specific
La città di Carrara è lo spazio topologico individuato dai due giovani artisti per la realizzazione di altre opere site specific da produrre durante il periodo della Biennale. L’idea è quella di costruire la mostra con diversi punti di vista ma su un’unica “faccia” capace di attraversare, proprio come avviene per il nastro di Möbius, dentro e fuori la città, la galleria, gli oggetti prodotti, senza soluzione di continuità.
* Il satellite
Il progetto sarà completato da un intervento di scrittura di Francesco Pedrini, un testo che attraverso una “mappatura” delle opere costruirà un’immagine ideale del territorio entro cui si è mosso l’intero progetto.
La topologia o studio dei luoghi (dal greco τοπος, luogo, e λογος, studio) è una delle più importanti branche della matematica moderna. Si caratterizza come lo studio delle proprietà delle figure e delle forme che non cambiano quando viene effettuata una deformazione senza "strappi", "sovrapposizioni" o "incollature".
La topologia si basa essenzialmente sui concetti di spazio topologico, funzione continua e omeomorfismo. Col termine topologia si indica anche la collezione di aperti che definisce uno spazio topologico.
Per esempio un cubo e una sfera sono oggetti topologicamente equivalenti (cioè omeomorfi), perché possono essere deformati l'uno nell'altro senza ricorrere a nessuna incollatura, strappo o sovrapposizione;
Un esempio di oggetto topologico è il nastro di Möbius (dal nome del matematico tedesco August Ferdinand Möbius).
Le superfici ordinarie, intese come le superfici che nella vita quotidiana siamo abituati ad osservare, hanno sempre due "lati" (o meglio, facce), per cui è sempre possibile percorrere idealmente uno dei due lati senza mai raggiungere il secondo, salvo attraversando una possibile linea di demarcazione costituita da uno spigolo (chiamata "bordo"): si pensi ad esempio alla sfera, al toro, o al cilindro. Per queste superfici è possibile stabilire convenzionalmente un lato "superiore" o "inferiore", oppure "interno" o "esterno".
Nel caso del nastro di Möbius, invece, tale principio viene a mancare: esiste un solo lato e un solo bordo. Dopo aver percorso un giro, ci si trova dalla parte opposta. Solo dopo averne percorsi due ci ritroviamo sul lato iniziale. Quindi per esempio una formica potrebbe passare da una superficie a quella "dietro", senza attraversare il nastro e senza saltare il bordo, semplicemente camminando abbastanza lontano.
I lavori in mostra di Giovanni Oberti fanno parte di una serie alla quale l’artista sta lavorando da ultimamente ma il cui senso intimo si può ritrovare in tutta la sua produzione.
Senza titolo (oggetti dipinti) parte da una riflessione sul modo di osservare le cose e sulla consapevolezza della necessità di uno sguardo profondo capace di andare oltre la superficie, oggetti reali come l’arancia secca, ricoperti di un sottile strato di grafite “un corto circuito tra ready made e intervento pittorico” in un continuo scambio tra contenuto e contenitore in grado di far passare l’occhio – come per il nastro di Möbius – da una parte all’altra dell’oggetto senza necessità di attraversare nessun bordo, in perfetta continuità e contiguità. Untitled (to build and destroy) è un ongoing project, Oberti raccoglie pietre della pavimentazione stradale di alcune città la cui storia passata e recente è legata a manifestazioni popolari dove quell’elemento minimo primario della costruzione della città – la pietra – diviene la prima arma, quella del popolo, trasformandosi esso stesso in nastro di Möbius, in pensiero unico.
Luca Resta con i suoi lavori ci porta in modo diverso alle stesse considerazioni, Doner kebab è la trasformazione in marmo di un oggetto di cartone, il contenitore, appunto di un doner kebab, la scatola che contiene quel momento di scambio di culture che arriva prima dell’integrazione sociale, prima dell’accettazione dell’altro e che porta con sé tutto il bagaglio culturale di un popolo. Anche in questo caso il nastro di Möbius è la chiave per leggere il lavoro, dentro e fuori, contenuto e contenitore che si intrecciano indissolubilmente per la comprensione dell’opera. Lego si muove sulle stesse logiche, un mattoncino delle costruzioni, la base del pensiero “architettonico” del bambino, è stato realizzato dalla fusione della moneta corrente della Comunità Economica Europea, l’Euro. La struttura e la forma esteriore si fondono dandoci la possibilità di leggere l’opera senza mai “staccare il pensiero” passando dal contenuto al contenitore.
* Site specific
La città di Carrara è lo spazio topologico individuato dai due giovani artisti per la realizzazione di altre opere site specific da produrre durante il periodo della Biennale. L’idea è quella di costruire la mostra con diversi punti di vista ma su un’unica “faccia” capace di attraversare, proprio come avviene per il nastro di Möbius, dentro e fuori la città, la galleria, gli oggetti prodotti, senza soluzione di continuità.
* Il satellite
Il progetto sarà completato da un intervento di scrittura di Francesco Pedrini, un testo che attraverso una “mappatura” delle opere costruirà un’immagine ideale del territorio entro cui si è mosso l’intero progetto.
25
giugno 2010
Funzioni continue progetti senza soluzione di continuità
Dal 25 giugno al 29 agosto 2010
arte contemporanea
Location
BOOM BOOM ART GALLERY
Carrara, Via Del Mercato, 5b, (Massa-carrara)
Carrara, Via Del Mercato, 5b, (Massa-carrara)
Orario di apertura
friday-sunday 18-21
Vernissage
25 Giugno 2010, ore 18
Autore
Curatore